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Sicurezza alimentare, una priorità per l’industria alimentare italiana e per i consumatori

20 Febbraio 2024
Sicurezza alimentare, una priorità per l’industria alimentare italiana e per i consumatori

La sicurezza alimentare da sempre è al vertice delle priorità dei consumatori che, soprattutto nell’era del post Covid, si dimostrano più attenti a ciò che consumano, alla qualità dei prodotti e agli impatti del processo produttivo. Accanto a questo requisito preliminare e irrinunciabile, viene riconosciuta crescente importanza alla sostenibilità e alla capacità delle scelte alimentari di contribuire al benessere nell’ambito di una dieta equilibrata e di stili di vita corretti: si tratta di aspetti al centro delle politiche nazionali e comunitarie dedicate al settore agroalimentare rilanciate dalla strategia Farm to Fork dell’UE, che andrà declinata e implementata con un approccio equilibrato e realistico, nel rispetto dei tre pilastri della sostenibilità: ambientale, economico e sociale.  

Fra i 27 Stati membri dell’Ue, l’Italia è la Nazione che maggiormente ha investito e investe nella “sicurezza alimentare”, tanto che le industrie del food & beverage applicano standard elevatissimi in materia, dedicando capitoli di spesa specifici proprio per garantire la sicurezza dei prodotti. Risorse economiche e know-how ma anche ricerca e innovazione, controlli, tracciabilità degli alimenti e dei loro ingredienti e dei materiali a contatto, informazione al consumatore e comunicazione sono i driver per promuovere e garantire la sicurezza dei prodotti alimentari in risposta alle esigenze dei consumatori.  

Secondo i dati più recenti, più di 3 miliardi di euro, pari a oltre il 2% del fatturato dell’industria alimentare è stato dedicato nel 2021 alla sicurezza dei prodotti, mentre ammontano a 10 miliardi di euro (8% del fatturato) gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, in buona parte destinati a sicurezza, qualità e continuo miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti. Accanto all’aspetto finanziario, c’è il capitale umano: oltre 85.000 persone che l’industria alimentare impegna ogni giorno in attività di analisi e controllo sicurezza e qualità; le stime sui dati delle imprese del Sistema Associativo Federalimentare, quantificano in circa 2,8 milioni al giorno le analisi realizzate in autocontrollo, per 1 miliardo di analisi all’anno, cui si aggiungono 700.000 controlli ufficiali da parte delle Autorità competenti.

In materia di controlli pubblici finalizzati a garantire la sicurezza alimentare, poi, l’Italia può contare su un sistema all’avanguardia e strutturato, che vede lavorare in sinergia le Autorità centrali, a partire dal Ministero della Salute insieme agli altri Organismi e Amministrazioni funzionalmente competenti – con il sistema delle Regioni e delle Autorità sanitarie dislocate sul territorio e con gli operatori del settore alimentare, per garantire una filiera produttiva sicura, e conforme al rigido quadro delle norme UE e nazionali. 

Il consumatore, in qualità di destinatario finale del prodotto, diventa parte integrante della filiera, con un ruolo centrale per l’efficace funzionamento del sistema di sicurezza alimentare. Tale funzione si esplica nelle fasi di acquisto, conservazione, manipolazione, preparazione e consumo di un prodotto alimentare. È infatti nella responsabilità individuale del consumatore verificare le informazioni in etichetta, come ad esempio la data di scadenza e la presenza di allergeni, conservare correttamente gli alimenti, nonché segnalare eventuali anomalie alle aziende produttrici oppure alle autorità competenti. E sono proprio i consumatori i giudici più attenti del prodotto finale, e i beneficiari ultimi dei grandi investimenti realizzati dall’Industria degli alimenti e delle bevande in sicurezza, qualità e sostenibilità per fornire loro prodotti eccellenti e guadagnarsi la loro fiducia.

Autore: Comitato di Redazione

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