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Il ruolo delle etichette alimentari quali veicolo del consumo consapevole

17 Febbraio 2024
Il ruolo delle etichette alimentari quali veicolo del consumo consapevole

In un panorama dove è sempre più vasta e diversificata la scelta di quello che possiamo mettere sulle nostre tavole, la necessità di un’informazione trasparente, chiara, completa, rappresenta una delle aspettative più importanti del consumatore, che non si presenta più come un soggetto passivo che subisce il mercato, ma anzi chiede di essere messo in condizione di fare scelte sempre più consapevoli.

Il veicolo principale di questo tipo di comunicazione, che mette insieme informazioni e immagine del brand adeguandosi di volta in volta alle normative, al mercato e alla società, è l’etichetta alimentare. 

Anche se cambiano i suoi colori e i suoi formati, che da tabelle possono diventare codici a barre o QR code da leggere tramite gli smartphone, l’etichetta permette di conoscere in modo immediato le caratteristiche dei prodotti che acquistiamo e consumiamo.

La necessità di avere un consumatore più informato e consapevole è particolarmente sentita anche dalle istituzioni, sia a livello nazionale che europeo, soprattutto in tema di etichettatura nutrizionale, laddove il comportamento alimentare è riconosciuto come uno dei fattori di prevenzione di malattie legate precipuamente alla nostra epoca, ovvero le c.d. malattie non trasmissibili quali malattie cardiovascolari, tumori, diabete.

La conoscenza delle qualità e caratteristiche nutrizionali degli alimenti, infatti, diventa uno strumento importante per offrire al consumatore tutti gli elementi utili per seguire diete sane e bilanciate contribuendo in questo modo a garantirgli sia il diritto alla corretta informazione che alla salute. Ed è proprio in funzione di questo nobile scopo che, negli ultimi anni, abbiamo assistito all’accendersi del dibattito intorno alla c.d. etichettatura nutrizionale fronte pacco (detta FOP). 

La fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori è disciplina armonizzata a livello europeo e le sue regole sono stabilite all’interno del Regolamento UE 1169/2011, una vera e propria Bibbia del settore, con lo scopo di garantire pari condizioni agli operatori del mercato unico ma anche coerenza informativa a tutti i consumatori dell’UE.

In ambito di etichettatura nutrizionale, il Regolamento stabilisce che sull’etichetta di tutti gli alimenti pre-imballati vada obbligatoriamente inserita la c.d. dichiarazione nutrizionale (il più delle volte rinvenibile nel retro confezione sotto forma di tabella) di modo che il consumatore possa conoscere le calorie nonché le quantità dei principali nutrienti contenuti nel prodotto che si appresta ad acquistare. Inoltre, il Regolamento stabilisce anche che è possibile riportare in modo volontario alcune di queste info fronte pacco per una più immediata visualizzazione da parte del consumatore.

In quest’ultimo caso parliamo di sistemi di etichettatura FOP, sistemi che la Commissione Europea ritiene possano giocare un ruolo importante nell’aiutare il consumatore a seguire diete più sane ed equilibrate e, per questo, vorrebbe presentare una proposta legislativa che proponga uno schema unico ed armonizzato a livello europeo.

Tale volontà – manifestata all’interno della c.s. Strategia Farm to Fork – ha aperto un acceso dibattito su quale dovesse essere lo schema FOP europeo soprattutto in considerazione del fatto che – negli ultimi anni – diversi schemi si sono diffusi nei i vari stati membri, in alcuni casi anche completamente antitetici gli uni agli altri.

È il caso della ormai nota diatriba fra il NutrInform (lo schema creato e sostenuto dall’Italia) ed il Nutri-Score (lo schema creato e sostenuto dalla Francia), diatriba al centro della quale c’è proprio il diritto del consumatore a ricevere un’informazione corretta che aumenti le proprie conoscenze nutrizionali e lo metta nelle condizioni di seguire diete più salutari.

Dunque, a fronte di una comunicazione semplice ed immediata come quella fornita dal Nutri-Score – che è un sistema che giudica i singoli alimenti attraverso una scala cromatica che va dal verde al rosso sulla base dei quantitativi di alcuni nutrienti ivi contenuti – si contrappone un sistema come il NutrInform– che, invece, è più descrittivo e parte dal presupposto opposto per il quale non sono i singoli alimenti ad essere “buoni” o “cattivi” di per sé ma che a contare siano le quantità e le frequenze di assunzione da valutarsi nell’arco della dieta giornaliera.

Di fatto una delle più importanti e sentite critiche mosse verso lo schema francese è proprio quella di semplificare eccessivamente le informazioni finendo per restituire una comunicazione che più che semplice diventa semplicistica e che, più che offrire uno strumento informativo al consumatore consapevole, gli dice banalmente cosa comprare e consumare relegandolo più a soggetto passivo dell’informazione (ovvero che si limita a reagire allo stimolo visivo del colore senza pensare) piuttosto che renderlo il soggetto attivo e consapevole che ci si aspetterebbe e auspicherebbe avere in una società di diritti matura come quella dell’Unione Europea.

Autore: Comitato di Redazione

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