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Agrifoodtech in Italia enormi potenzialità ma pochi finanziamenti 

Roma, mercoledì 16 ottobre 2024 – Creare nuove opportunità strategiche per la catena del valore agroalimentare del Made in Italy attraverso investimenti nella transizione tecnologica che stimolino un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione. È questo l’obiettivo del convegno promosso al Senato in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione da Federalimentare, Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.ITE, dal titolo “Federalimentare guarda al futuro. La transizione tecnologica dell’agroalimentare Made in Italy”. Il tema chiaveè la transizione tecnologica dell’agroalimentare, un processo ineludibile e non procrastinabile per mantenere la global leadership del nostro Paese, potenziando al contempo sostenibilità e competitività delle imprese italiane.

Filiera del cibo in Italia

Secondo i dati più recenti del Rapporto Federalimentare-Censis, il settore agroalimentare aggregato, che comprende agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione, con i settori di beni e servizi interdipendenti in una logica B2B (business-to-business), genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del PIL, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati, con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, + 6,6% dell’export). Inoltre, la catena del valore dell’agroalimentare italiano non è solo rappresentata dall’eccellenza dei prodotti alimentari e dai suoi marchi Doc, Igp e Docg, ma anche dalla tecnologia manifatturiera (primo comparto del manifatturiero italiano), dalla leadership nella produzione di impianti di trasformazione e di packaging, dalla capacità logistica e, non ultimo, da brevetti e innovazioni esportati in tutto il mondo.

Il G7 e il contributo della Scienza e dell’Innovazione alla sostenibilità

Al recente “G7 – Agricoltura e Pesca” è stata, ancora una volta, sottolineata la necessità di investire responsabilmente in agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro, e di qualità per tutti, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari, dalla produzione al consumo. La filiera globale del cibo, infatti, produce circa il 32% dei gas serra totali (fonte FAO 2024), non può quindi esserci una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. In questo scenario, il documento finale del G7 ribadisce il contributo che la scienza e l’innovazione possono dare per mitigare il cambiamento climatico e per rispondere alla domanda di cibo sicuro a livello globale. Il ruolo dell’innovazione tecnologica nell’accompagnare la transizione dell’agroalimentare, insomma, è una indiscussa priorità per mantenere la leadership globale della filiera del cibo italiano.

Ecosistema Agrifoodtech in Italia

A fronte di queste enormi opportunità, l’ecosistema dell’innovazione Agrifoodtech in Italia è ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (Fonte: AGfunder), significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un’analisi di Forward Fooding ha indicato che l’Italia è al 4° posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo al 10° per capitali raccolti.

Osservatorio sulla transizione tecnologica dell’agroalimentare

La partnership tra Federalimentare, il fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr e il Centro di Ricerca Luiss X.ITE nasce quindi con l’obiettivo di creare un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione, al fine di stimolare crescita dell’innovazione e scala economica della nuova imprenditorialità tecnologica. Il tutto, col fine ultimo di accelerare l’adozione di nuove tecnologie e sviluppare un ecosistema che sostenga lo sforzo innovativo che tutte le imprese italiane stanno affrontando. Uno sforzo che dovrà essere gestito con ancora maggiore vigore a partire da una maggiore consapevolezza dell’ecosistema delle startup e delle tecnologie per la trasformazione dell’agroalimentare Made in Italy. Ragione per cui Federalimentare promuove con il Centro di Ricerca Luiss X.ITE e il contributo del fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr un “Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy”.

Per il Presidente di Federalimentare Paolo Mascarino“Siamo consapevoli che la strada per continuare a essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall’innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile. La competitività e la concorrenza a livello globale sono le sfide che ci attendono, e l’industria alimentare italiana deve sostenere e far crescere il suo vantaggio competitivo. Il “Rapporto Draghi” sulla competitività europea ha richiamato la responsabilità degli Stati membri a promuovere sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Questo messaggio non deve rimanere inascoltato, ma attuato. E per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo Federalimentare ha deciso di avviare e sostenere l’Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy, in collaborazione con il Centro Ricerche X.ITE dell’Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell’innovazione sostenibile del settore agroalimentare. Queste attività, unite alle altre iniziative in corso con il Cluster CLAN Agrifood, saranno fondamentali per le imprese del nostro settore, per continuare a innovare e restare competitivi sui mercati internazionali”.

Secondo Nicola Riello, Founder e Presidente di Riello Investimenti Sgr: “Il settore agroalimentare ricopre un ruolo di primo piano per l’economia italiana e anche nei nostri investimenti è trasversalmente presente in tutte le asset class che gestiamo. In questo momento storico, in cui 

assumono particolare rilevanza le transizioni tecnologica e ambientale, riteniamo che sia particolarmente importante investire sul tema delle tecnologie nell’agroalimentare ed è su questo 

presupposto che abbiamo deciso di ampliare la gamma dei fondi gestiti con il fondo Linfa, estendendo così il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita. 

Siamo onorati della collaborazione con Federalimentare. Insieme riusciremo a raggiungere due importanti obiettivi comuni: lo sviluppo e la crescita dell’ecosistema dell’Agrifoodtech in Italia e la mappatura dei progressi attraverso un Osservatorio appositamente formato presso l’università Luiss di Roma. Ciò ci consentirà di contribuire ulteriormente allo sviluppo del Sistema Paese Italia e di offrire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità.”

Per Marco Gaiani, Founder & Partner del Fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr: “In Italia ci sono tutte le condizioni per la creazione di un ecosistema innovativo nel food di livello europeo: talenti, imprenditorialità diffusa, tradizione e cultura del cibo, know how industriale e Università di ottimo livello. Questa sfida è ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo che l’innovazione può giocare per la transizione della filiera agroalimentare italiana verso modelli più sostenibili di produzione e distribuzione.  Come Team di Linfa – primo fondo italiano focalizzato sull’Agrifoodtech a impatto ambientale – intendiamo dare il nostro contributo di competenze e capitali per andare in questa direzione. La partnership con Federalimentare è un tassello fondamentale di questa strategia”.

Michele Costabile, Università Luiss “Guido Carli” di Roma, Direttore del Centro di Ricerca Luiss X.ITE su tecnologie e comportamenti di mercato, ha affermato: “Siamo onorati di essere ancora una volta al fianco di Federalimentare nell’esplorare una delle più importanti transizioni tecnologiche per il nostro Paese. Intendiamo, infatti, servire le migliaia di imprese dell’agroalimentare Made in Italy, fornendo periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull’ecosistema dell’innovazione. E riteniamo che, anche grazie alla partnership con il team del fondo Linfa, potremo produrre risultati connotati da rigore metodologico e rilevanza per il business. L’Osservatorio sostenuto da Federalimentare adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori in agrifoodtech. Il tutto rafforzando attraverso conoscenze condivise e momenti di confronto periodico quelle connessioni che servono a rendere l’Agrifoodtech made in Italy un ecosistema di valore globale”.

Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato, ha inviato una lettera al Presidente di Federalimentare Mascarino, rilevando che “Federalimentare guarda al futuro” “non è un titolo programmatico, è già una realtà. L’iniziativa è un passo in più nella giusta direzione, perché mette insieme il mondo delle imprese, quello della finanza e quello della ricerca. In Italia abbiamo eccellenze in tutti e tre i campi. Il quarto soggetto in questo confronto devono essere le Istituzioni. In Parlamento siamo riusciti a dare il via libera alle TEA, abbiamo tutelato la qualità dei nostri prodotti, riconosciuto il principio che l’agricoltore è il primo custode del territorio, allontanato lo spettro della sugar tax. Sono esempi concreti, che dimostrano come sia importante che pubblico e privato continuino a lavorare insieme per valorizzare la filiera agroalimentare made in Italy. Sono certo che Federalimentare saprà mantenere quello sguardo rivolto al futuro, che ha sempre caratterizzato la sua azione”.

Per l’On. Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici): “Il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze mondiali e ha la possibilità di guidare una vera rivoluzione produttiva grazie alle nuove tecnologie. Le potenzialità sono immense: 

l’agricoltura di precisione, l’uso dei big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l’efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. È essenziale investire in formazione e ricerca, collaborando con università, centri di innovazione e imprese private, affinché le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno. Questa transizione tecnologica, tuttavia, deve avvenire all’insegna della sostenibilità che sappia coniugare i costi economici con quelli sociali. Non possiamo più permetterci un modello produttivo che ignora l’impatto ambientale e che non vada di pari passo con la tutela del lavoro. Oggi le tecnologie ci offrono strumenti che permettono di conciliare produttività e rispetto per l’ambiente per cui la transizione verso un settore agroalimentare più tecnologico, sostenibile e competitivo è un percorso che dobbiamo affrontare con visione strategica e spirito di collaborazione. La sinergia tra pubblico e privato, sostenuta da politiche istituzionali lungimiranti, è la chiave per garantire che il nostro agroalimentare non solo continui a rappresentare un’eccellenza a livello globale, ma diventi un modello di innovazione e sostenibilità per tutto il mondo”.

Secondo l’On. Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy: “L’agroalimentare è un settore estremamente importante in termini di fatturato per il Made in Italy, comprensivo di tutte le aziende che operano nella produzione e nella trasformazione, ambiti nei quali l’Italia è tra i maggiori Paesi europei e non solo. L’innovazione è uno dei principali fattori di sviluppo delle imprese e l’agroindustria, senza dubbio, rappresenta una delle nostre eccellenze. Il settore purtroppo è colpito da quello che viene chiamato “italian sounding’, cioè il tentativo di copiare i prodotti italiani. Le politiche messe in campo dal Governo vanno nella direzione di contrastare tali pratiche e proteggere le nostre imprese”.

Per Alessio Conforti, Responsabile Origination e Relazioni Istituzionali per l’Italia, Grecia, Malta, Cipro e Turchia del Fondo europeo per gli investimenti (FEI, parte del Gruppo BEI): “La proposta avanzata dal Fondo Linfa ha subito raccolto l’attenzione del Gruppo BEI per via dell’unicità con cui la stessa è stata articolata. Il focus su innovazione e AgriFood, il team dedicato, e la forte capacità di valorizzare le migliori realtà Italiane nell’agroalimentare, ha permesso al FEI di completare positivamente la propria due diligence e divenire l’anchor investor del Fondo. Siamo certi che altri investitori riscontreranno nelle loro valutazioni le stesse caratteristiche che rendono il fondo un’eccellenza Europea”.

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Federalimentare

Fondata nel 1982, all’interno di Confindustria, la federazione ha l’obiettivo di sostenere la crescita e lo sviluppo dell’Industria italiana degli Alimenti e delle Bevande. Alla Federazione oggi aderiscono 13 associazioni di categoria che raggruppano 6.850 imprese produttive impegnate a promuovere l’eccellenza alimentare del Made in Italy. Oggi l’industria alimentare è la prima manifattura del Paese con 195 miliardi di fatturato ed è impegnata al fianco delle Istituzioni italiane nel promuovere un modello alimentare sano, equilibrato e sostenibile, basato sui requisiti di sicurezza e di qualità, ed anche nel sostenere la vocazione all’export delle nostre imprese, per portare sulle tavole del mondo i valori della cultura gastronomica italiana, preservando dalle imitazioni e dalle contraffazioni le eccellenze alimentari Made in Italy.

Riello Investimenti SGR

Riello Investimenti SGR è una società di gestione del risparmio indipendente, attiva da 25 anni nel settore degli investimenti di private capital nelle migliori PMI italiane. Offre agli investitori un solido track record e opportunità di investimento multistrategy nelle asset class del private equity, del private debt e più di recente del growth capital. A maggio 2024 ha avviato il fondo Linfa, specializzato sul settore dell’Agrifoodtech, contando su un parterre di investitori di grande rilievo, tra i quali Fondo Europeo degli Investimenti, come anchor Investor, e primari investitori istituzionali, family office e gruppi industriali. Linfa è un Impact Fund e la sua ambizione è quella di supportare soluzioni imprenditoriali che coniugano importanti potenzialità di crescita con un contributo concreto alla mitigazione del cambiamento climatico, all’utilizzo sostenibile delle risorse, alla prevenzione o riduzione dell’inquinamento e alla promozione della transizione verso un’economia circolare. Gli investimenti sosterranno la crescita e lo sviluppo di PMI del settore agroalimentare in fase late stage e growth e con un elevato livello di innovazione di processo, di prodotto e/o di servizio – www.rielloinvestimenti.it

Luiss – X.ITE

È il Centro di Ricerca dell’Università Luiss che interviene sulle dinamiche interazioni fra Tecnologia e Comportamenti di Mercato. Fondato e diretto dal Professor Michele Costabile, fornisce guida e supporto ai leader di imprese e istituzioni attraverso attività di ricerca azionabile e trasformativa (engaged research) su innovazione e cambiamenti di mercato e organizzativi mediati dalle tecnologie. In questa prospettiva opera quale Knowledge Transfer Office in linea con la c.d. terza missione degli Atenei – http://xite.luiss.it/it/

“È con grande piacere che desidero rivolgere i nostri complimenti più sinceri e auguri di buon lavoro a Massimiliano Giansanti eletto presidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni professionali agricole che rappresenta oltre 22 milioni di agricoltori in Europa”. È quanto dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Questo riconoscimento – prosegue – dimostra la professionalità e la competenza del Presidente Giansanti riconosciuta in questi anni alla guida di Confagricoltura e, al tempo stesso, attribuisce all’Italia un ruolo centrale in Europa per le future scelte che investiranno il comparto in un momento di grandi cambiamenti”.

“Per tutto il settore agroalimentare italiano questa scelta è di assoluto valore, ed è un riconoscimento che premia la nostra capacità di essere uniti, credibili e pragmatici dimostrando ancora una volta che l’agroalimentare è un settore virtuoso che concorre all’agenda di sviluppo del Paese”, conclude Mascarino.

G7 Agricoltura, Mascarino (Pres. Federalimentare): “Sfide globali per accesso a cibo sicuro e di qualità”

“Siamo orgogliosi di rappresentare al G7 Agricoltura e Pesca l’industria alimentare italiana portando al centro del dibattito una sfida comune che ci vede impegnati nel garantire sicurezza alimentare, producendo cibo sicuro e di qualità”. Lo ha dichiarato il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino in occasione del G7 Agricoltura e Pesca di Ortigia.

“Siamo conosciuti nel mondo come dei trasformatori di alimenti sicuri, la nostra industria, in termini di fatturato, è la prima manifattura in Italia e, in un contesto internazionale come il G7 è importante trasmettere un messaggio di fiducia e di responsabilità sociale verso i cittadini e i consumatori che ci chiedono di coniugare alla nostra storia e alle nostre tradizioni, l’innovazione, la scienza e la ricerca tecnologica”. 

“In occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare da un’indagine elaborata dall’Istituto Piepoli – ha continuato Mascarino – emerse con chiarezza come per gli italiani la scienza, la tecnologia e l’innovazione fossero le soluzioni migliori per contrastare i rischi legati alla sicurezza alimentare e in un appuntamento come il G7, questi temi rivestono un carattere di priorità a livello globale”. 

“Una priorità tracciata dagli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU che prevede lo sviluppo sostenibile del Pianeta e che ci sprona a produrre alimenti sostenibili e per tutti. Come industria siamo consapevoli che gli investimenti nella scienza e nella tecnologia sono gli asset strategici sui quali puntare se vogliamo che la domanda crescente di cibo proveniente dai Paesi in via di sviluppo e dal Sud del Mondo venga soddisfatta. Sono in atto cambiamenti epocali che non riguardano più il singolo Paese ma la nostra capacità di essere competitivi e credibili nei mercati globali. Garantire dunque, alle popolazioni l’accesso al cibo ben fatto, sicuro e di qualità – ha aggiunto – è fra le priorità dell’industria alimentare e come tale sappiamo il ruolo che svolgiamo e che dovremo continuare a svolgere al fianco delle Istituzioni in una sfida di sistema che ci vede da sempre impegnati su questi temi”. 

“Per Federalimentare partecipare al G7 portando il proprio contributo di esperienza e di affidabilità è stato motivo di grande responsabilità e per queste ragioni – conclude Mascarino – desidero ringraziare il ministro Schillaci per la sensibilità mostrata sul tema della sicurezza alimentare e il ministro Lollobrigida per averci offerto l’opportunità di portare all’attenzione dei leader del G7 il contributo dell’industria alimentare italiana sulle sfide globali che ci attendono con una visione pragmatica che per noi è il miglior modo per costruire un’agenda di priorità per lo sviluppo del Paese, per le future generazioni e nelle relazioni internazionali”.

“Federalimentare esprime il suo apprezzamento per la nomina di Raffaele Fitto quale Vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, con delega alla Coesione e alle Riforme”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Per l’Italia, per il mondo delle imprese e dell’industria aver ottenuto una vice presidenza esecutiva di così grande prestigio è certamente motivo di orgoglio. Nelle prossime sfide che la nuova Commissione dovrà affrontare, infatti, quella della coesione europea sarà fondamentale per costruire un’Europa più vicina ai cittadini, colmando le differenze economiche, sociali e territoriali attuali che ne hanno limitato la produttività. Una coesione – prosegue Mascarino – che non può prescindere dall’innovazione e della competitività che saranno le due leve per raggiungere gli obiettivi della transizione verde e digitale sulle quali l’Italia e l’Europa sono chiamati a dare risposte nell’interesse comune e che, siamo certi, sapranno trovare in Raffaele Fitto un ottimo interlocutore”. 

“Aver ottenuto una Vicepresidenze esecutiva alla Commissione Europea – conclude Mascarino – è una vittoria per l’Italia e per il nostro sistema Paese al quale viene riconosciuta autorevolezza, credibilità e affidabilità”.

“Il piano Transizione 5.0, presentato ieri dal Ministro Adolfo Urso è una ottima notizia ed una grande opportunità per le imprese e per il comparto dell’industria che potranno veder riconosciuto un credito d’imposta nell’ambito di progetti di innovazione rivolti ad una riduzione dei consumi energetici, finalizzati a centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e a rendere le nostre imprese più sostenibili”. È quanto dichiara il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. 

“Con questo nuovo strumento, da noi fortemente auspicato sin dall’avvio dei lavori del Tavolo Mimit-Masaf per le politiche industriali del settore agroalimentare, le imprese avranno la possibilità di avviare un percorso verso un modello energetico sempre più efficiente, sostenibile, con minore impatto ambientale e basato su fonti rinnovabili, rendendo così le aziende più autonome dalle fluttuazioni dei costi dell’energia. L’impegno economico fra fondi europei e nazionali è davvero significativo (12.7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025; 6,3 miliardi di euro, provenienti dal programma RePower EU e 6,4 miliardi, previsti dalla legge di bilancio) e di questo dobbiamo ringraziare il Governo e il ministro Urso per aver mostrato grande attenzione e sensibilità verso un settore primario e strategico del Paese”, – prosegue Mascarino.  

“Rendere maggiormente competitiva l’industria grazie alla possibilità di investire in impianti energetici più sostenibili e di poter produrre energia rinnovabile – aggiunge Mascarino – è una delle grandi sfide che come Italia abbiamo l’obbligo di conseguire e certamente il combinato disposto delle due iniziative, siamo certi, abbatterà i costi industriali e migliorerà ulteriormente l’impatto ambientale e la produttività rendendo le imprese del settore alimentare ancora più competitive sui mercati internazionali”, conclude il Presidente di Federalimentare.

Il 60% degli italiani ha fiducia nella scienza e nel progresso tecnologico. Il 78% ne conosce i vantaggi

In occasione dellaGiornata Mondiale della Sicurezza Alimentare, proclamata il 7 giugno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, oggi alla Camera dei Deputati è stato presentato l’evento “La sicurezza alimentare è scienza”, promosso e organizzato dal Cluster Agrifood Nazionale CL.A.N. con lo scopo di aumentare la consapevolezza e l’importanza che la sicurezza alimentare riveste per i cittadini, illustrandone i progressi metodologici, i processi e gli scenari futuri del food safety.

“È con grande piacere che colgo questa opportunità per portare un saluto al Presidente Mascarino e a tutti voi e per sottolineare, a nome del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di tutto il Governo, la nostra vicinanza a organizzazioni come la vostra, che giocano un ruolo cruciale nel settore agroalimentare. Il nostro impegno è quello di sostenere e promuovere l’opera di organizzazioni che, con dedizione e competenza, contribuiscono alla sicurezza alimentare, anche attraverso l’innovazione e la creazione di nuove competenze. Siamo certi che grazie alla vostra collaborazione e al nostro supporto, riusciremo a costruire un futuro più sicuro e prospero per l’agroalimentare italiano”. È quanto ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, della Sostenibilità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida in un messaggio di saluto inviato agli organizzatori in occasione dell’apertura dei lavori.

Per Paolo Mascarino, Presidente del Cluster Agrifood Nazionale CL.A.N. e di Federalimentare: “Dall’evento odierno, il dato che emerge con chiarezza è che per gli italiani la scienza, la tecnologia e l’innovazione sono le soluzioni per contrastare i rischi legati alla sicurezza alimentare. È un dato che ci conforta perché il ruolo che svolgiamo in materia di ricerca e innovazione è percepito come indice di qualità e di fiducia verso il settore, che rappresenta un valore indiscusso per garantire ai consumatori cibo sicuro, buono e ben fatto”.

L’evento, seguendo la risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU che “invita tutte le autorità, l’industria, i consumatori, le organizzazioni internazionali competenti, le ONG e il mondo accademico a partecipare alle attività di promozione della sicurezza alimentare a tutti i livelli” ha chiesto all’Istituto Piepoli di interrogare i cittadini italiani su quale fosse il loro grado di fiducia nella scienza, nel progresso tecnologico e nell’industria alimentare e quali i rischi percepiti per il raggiungimento della sicurezza alimentare che per le Nazioni Unite rappresenta uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile che gli Stati membri dell’ONU sono chiamati a raggiungere entro il 2030.

Fiducia nella scienza e nell’industria: giovani in testa 

Il 60% degli italiani intervistati ha fiducia nel progresso scientifico e tecnologico e la fetta più ampia appartiene ai giovani fra i 18 e i 34 anni che rappresentano il 75% del dato complessivo aggregato. Anche l’industria alimentare, grazie al suo processo produttivo, svolge un ruolo molto importante nel consolidare questo “sentiment” positivo e i giovani sono coloro che lo esprimono maggiormente. Per l’80% c’è l’etichettatura degli alimenti, seguito dalla certificazione di qualità (79%) e dalla trasparenza (78%). Osservando il dato complessivo aggregato rivolto all’industria, la fiducia della popolazione è pari al 71%.

Ricerca scientifica: conoscenza e vantaggi 

La ricerca scientifica ha fatto breccia tra i consumatori. Il 78% degli intervistati, infatti, dichiara di conoscere una o più applicazioni in materia. Il 25% la identifica con l’etichettatura alimentare intelligente, il 21% con la conservazione degli alimenti, mentre un 20% con l’agricoltura di precisione e con l’intelligenza artificiale. La scienza poi è percepita come un vantaggio. Per il 35%, infatti, grazie all’innovazione c’è una maggiore conservazione degli alimenti, per il 32% aumenta la produttività e per il 28% si riduce lo spreco alimentare. Senza l’uso di tecnologie applicate al settore alimentare, invece, per il 31% degli intervistati i rischi maggiori potrebbero riguardare la perdita dell’autenticità di alcuni prodotti, per il 25% verrebbero compromessi i livelli occupazionali, mentre per il 27% potrebbe aumentare l’uso degli OGM.

Rischi alimentari percepiti. Tv e Internet media più seguiti

Per gli italiani è ampio il ventaglio dei rischi alimentari percepiti, che spazia tra tutte e tre le aree di rischi alimentari (biologico, chimico e fisico) che comprendono antibiotici o ormoni ma anche preoccupazioni legate al cibo conservato in maniera non corretta o scaduto e alla presenza di OGM (20%). Più bassi i dati riferiti alla presenza di corpi estranei (micro-plastiche) per il 18%; cibo proveniente da Paesi non controllati 17%, mentre per il 16% i rischi sono legati alla presenza di virus o batteri. Tv e Internet sono le fonti più accreditate e anche quelle considerate fra le più affidabili quando si parla di temi legati alla food safety. Per il 59% degli italiani, infatti, la televisione è il mezzo di informazione più affidabile e credibile, seguito da Internet per il 19%. Giornali, stampa, social media e influencer invece sono i meno affidabili e sono giudicati rispettivamente al 14%, al 6% e all’1%. Anche per quanto riguarda la divulgazione, la Tv risulta il media più diffuso per il 62% degli italiani, seguito da Internet al 38% e dalla stampa al 23%.

Giacomo Vigna, Direzione generale per la Politica Industriale, la Riconversione e la Crisi Industriale, l’Innovazione, le PMI e il Made in Italy del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato: “La sicurezza alimentare, declinata nelle sue varie forme, tocca anche l’industria alimentare che sa giocare un ruolo fondamentale in questo contesto. È un’industria che, grazie alla scienza, riesce a tenere in vita prodotti più a lungo, garantendo il fabbisogno interno e l’export. Il Mimit con grande piacere e passione supporta tutta l’industria agroalimentare e presta molta attenzione ai consumatori”.

Per il Prof. Emanuele Marconi, Presidente CTS Cluster Agrifood Nazionale CL.A.N e Direttore del CREA: “Il processo applicato agli alimenti garantisce la sicurezza alimentare, la disponibilità e l’accesso al cibo, l’adeguatezza nutrizionale, l’accettabilità sensoriale, la riduzione degli sprechi in un contesto di economia circolare e sostenibilità ambientale, etica, sociale e culturale. La ricerca e l’innovazione tecnologica nel settore alimentare sono infatti indirizzati al continuo miglioramento della sicurezza e della qualità degli alimenti attraverso la riduzione del danno termico e meccanico, delle contaminazioni chimiche e biologiche e dell’impiego dei mezzi chimici e degli additivi e coadiuvanti tecnologici”.

Francesco Cubadda, Coordinatore del LNR Nanomateriali ed esperto EFSA – Istituto Superiore di Sanità: “Garantire la sicurezza degli alimenti in un contesto planetario e produttivo in continuo cambiamento è una sfida difficile. L’Europa gode oggi degli standard più elevati in tema di sicurezza alimentare: per fare in modo che questo continui ad essere vero nel futuro è richiesto impegno su tanti fronti. Sul fronte della conoscenza e degli approcci scientifici a tutela della salute umana, i continui progressi metodologici nella valutazione dei rischi in sicurezza alimentare testimoniano che gli strumenti sono all’altezza della sfida”.

Per Claudia Zoani, Coordinatore Infrastruttura METROFOOD.IT – ENEA: “Lo sviluppo di prodotti agroalimentari sostenibili, nonché la promozione di diete sane, passa per la sicurezza alimentare. E la ricerca scientifica svolge quotidianamente un ruolo fondamentale per accrescere le nostre conoscenze sulla sicurezza alimentare: in questo contesto si inserisce l’attività di METROFOOD.IT, l’infrastruttura di ricerca nazionale a supporto dei sistemi agroalimentari finanziata nell’ambito del PNRR e coordinata da ENEA, che si propone come interfaccia tra ricerca e innovazione, attori industriali e consumatori, mettendo in campo azioni di trasferimento tecnologico, così da spingere lo sviluppo di conoscenze e competenze a supporto dell’agroalimentare”.

Secondo Giorgio Donegani, Portavoce Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari: “Ciò che emerge, come dato estremamente positivo, è la dimensione strutturale nella quale si colloca l’approccio alla sicurezza alimentare nel nostro Paese. Una dimensione nella quale la ricerca scientifica, le più avanzate metodologie di controllo, le tecniche più innovative di produzione e conservazione, possono esprimere il massimo delle loro potenzialità grazie a un efficace coordinamento e supporto a livello istituzionale per offrire massima tutela dei consumatori e dell’eccellenza di tutto il nostro sistema agroalimentare”.

“Federalimentare ringrazia il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, per essersi adoperato affinché il nuovo Governo portoghese revocasse l’ordinanza che introduceva il Nutriscore, ereditata dal precedente esecutivo”. Lo scrive in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“La notizia che il Portogallo non applicherà la norma sul Nutriscore, riferita dallo stesso Ministro Lollobrigida, è molto importante”, spiega Mascarino, “in primo luogo perché riporta l’unità tra i Paesi del Mediterraneo su questo tema, in secondo perché conferma il progressivo arretramento del Nutriscore in tutta Europa. Negli ultimi mesi, infatti, in Francia e in Germania alcuni importanti marchi hanno deciso di non esporre più l’etichetta a semaforo, mentre in Svizzera, dopo che entrambi i rami del Parlamento si sono espressi per limitare “gli effetti problematici del Nutriscore”, anche la più grande catena di distribuzione e il principale fornitore di prodotti lattiero- caseari hanno abbandonato il sistema francese”.

“Considerato che la Spagna ne ha da tempo bloccato l’adozione e che in Romania il Nutriscore è vietato per legge poiché ingannevole per i consumatori, crediamo che i tempi siano maturi affinché l’Europa decida di orientarsi su modelli meno fallaci e discriminatori, capaci di indurre realmente i cittadini a seguire diete più sane e bilanciate”, conclude Mascarino.

“Come Federalimentare siamo molto soddisfatti che il Governo abbia rinviato al 1 luglio 2025 una tassa ingiusta e illiberale come la Sugar Tax che, oltre ad essere una misura depressiva per l’industria alimentare e per l’economia del Paese, non aiuta a combattere l’obesità e le malattie non trasmissibili, così come eminenti medici, professori e studi scientifici hanno dimostrato e dimostrano”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino
“Questo rinvio, dunque, è una vittoria del buon senso e della scienza contro l’ideologia, a vantaggio dei consumatori e delle imprese. Una tassa che che, se introdotta, avrebbe anche tradito la storica posizione delle Istituzioni italiane contrarie a policy nutrizionali discriminatorie, che classificano come “non sane” le nostre eccellenze alimentari e appongono ad esse etichette a semaforo e nuove tasse”.
“Aver disinnescato questa tassa di scopo, poco utile per la salute delle persone e molto dannosa per l’industria alimentare – prosegue il Presidente di Federalimentare – è un grande successo per il nostro Paese, e di questo dobbiamo ringraziare il Governo Meloni e il Vice premier Antonio Tajani, che si è adoperato affinché venisse rinviata la Sugar Tax per tutto il 2024. Auspichiamo – aggiunge Mascarino – che dopo le elezioni europee si possa svolgere un lavoro di merito, su solide evidenze scientifiche, che rivedano i principi con i quali la Sugar Tax è stata concepita per abolirla definitivamente. Questo lavoro farà emergere le contraddizioni di una tassa ideologica che non ha concreti effetti positivi sulla salute pubblica ma crea solo distorsioni alle libere scelte dei consumatori, così come avviene per il Nutriscore”, conclude Mascarino.

“Abbiamo appreso con stupore e rammarico la notizia di una seppur parziale applicazione della Sugar Tax dal 1° luglio di quest’anno, a fronte delle ripetute rassicurazioni ricevute da diversi membri del Governo negli ultimi mesi”. Lo afferma il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, in una nota. 

“Siamo ancora fiduciosi – prosegue Mascarino – che possa trattarsi di un disguido, considerato che la Relazione Tecnica, di cui ha dato conto anche la principale agenzia di stampa nazionale, faceva esplicito riferimento al rinvio sia della Plastic Tax che della Sugar Tax al 1° luglio 2026. Auspichiamo quindi un pronto intervento del Governo volto a correggere una misura ideologica e non efficace, che rischia di attivare un nuovo pericoloso processo inflattivo sui beni di consumo e di danneggiare le nostre esportazioni in tutto il mondo”.

“L’applicazione di una tassa sulle bevande zuccherate in Italia – osserva il Presidente di Federalimentare – crea inoltre un vulnus drammatico alla posizione italiana sui temi della nutrizione ma soprattutto crea un pericolosissimo precedente. Alla vigilia di scadenze importantissime come il rinnovo delle istituzioni europee e il vertice delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili, dove è già forte la pressione a favore dell’applicazione di tasse non solo sulle bevande zuccherate, ma anche sulle bevande alcoliche e su tutti i prodotti ricchi di sale, grassi o zuccheri, cioè i nostri vini, i nostri formaggi, i nostri salumi e tutti i principali prodotti del made in Italy, l’Italia di fatto si consegna e si arrende ai propri avversari storici”. 

“Abbiamo sempre apprezzato – continua Mascarino – la posizione pragmatica tenuta dal Governo Meloni su questi temi in ambito internazionale, contraria a misure che attribuissero a un singolo alimento o a un singolo ingrediente la responsabilità dell’aumento dell’obesità, patologia multifattoriale che può essere combattuta efficacemente solo attraverso l’educazione alimentare e la promozione di stili di vita sani, come la Dieta mediterranea. L’applicazione di una tassa su generi alimentari in Italia darebbe senza dubbio nuova linfa ai fautori del Nutriscore e di altre misure discriminatorie verso il made in Italy”. 

“Auspichiamo pertanto – conclude Mascarino – che il Governo possa rivedere al più presto questa norma, che a fronte di un gettito irrisorio colpirebbe principalmente piccole e medie imprese italiane, rischiando peraltro di affossare per sempre alcuni marchi storici della nostra tradizione. L’errore nel testo del decreto-legge è ancora reversibile, mentre i danni che causerebbe la sua applicazione alle imprese del nostro Paese sono incalcolabili e irreversibili”. 

Cibus 2024. Federalimentare: “Da industria alimentare italiana grandi opportunità di sviluppo nell’Europa del futuro”

Parma, 7 maggio 2024 – A Cibus, presso Fiere di Parma, si è svolta l’Assemblea Pubblica di Federalimentare “L’Industria alimentare italiana: opportunità e sfide nell’Europa del futuro”, nel corso della quale è stata presentata la Ricerca Federalimentare-Censis “L’industria alimentare tra Unione europea e nuove configurazioni globali” che ha evidenziato la centralità dell’industria alimentare e del Made in Italy e l’importanza delle future scelte in Europa.

Per il 93% degli italiani l’industria alimentare è sinonimo di sviluppo sociale ed economico, per il 94% il Made in Italy è uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo e un traino per l’economia grazie all’export (53 miliardi di valore nel 2023), mentre per l’89% un aiuto al settore potrà arrivare dalle future scelte che verranno prese in Ue se ci saranno azioni più incisive a supporto della competitività delle imprese europee nei confronti di quelle extra europee.

Valore manifattura: il buon caso dell’alimentare

L’industria alimentare è oggi al primo posto dei settori manifatturieri per valore del fatturato e al secondo posto sia per numero di imprese che di addetti, con un valore pari a 193 miliardi di euro, cioè il 15,6% del totale del fatturato dei settori industriali. Nel periodo 2013-2023 il fatturato dell’alimentari e bevande è aumentato del 31,3%. Il settore si compone di 60,4 mila imprese aumentate dell’1,5% nel 2013-2023; di un totale di quasi 464 mila addetti, +12% nello stesso periodo. In Italia la spesa delle famiglie per prodotti alimentari e bevande vale 195 miliardi di euro e risulta pari al 15,2% del totale spesa delle famiglie per consumi, quota più alta di Paesi omologhi come Francia, Spagna, Germania e Paesi Bassi.

Motore Export

Nel 2023 il valore delle esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande è stato pari a 53,4 miliardi di euro con un incremento del 57,3% nel 2013-2023 e del 148,5% nel 2003-2013. Una crescita impetuosa, che connota l’industria alimentare come uno dei best performer della nostra economia. I dati 2023 relativi alla distribuzione del valore totale dell’export di prodotti alimentari e bevande tra le aree geografiche di destinazione segnalano che il 56,2% è andato nei mercati dei 27 Paesi della Ue e il 14,9% in quelli dei Paesi europei non Ue.

Made in Italy, una realtà economica possente

Anche nell’export si materializza la possenza del Made in Italy: nel 2023 il suo valore è stato pari a oltre 380 miliardi di euro, più di due terzi del totale del valore dell’export italiano nell’anno indicato. Quasi il 91% dei cittadini definisce i prodotti Made in Italy come espressione dell’orgoglio italiano e, con riferimento al nostro cibo, il 94% degli italiani è convinto sia uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo. Inoltre, quasi il 93% degli italiani ritiene importante tutelare e potenziare le industrie italiane, come quella alimentare. L’87% esprime, poi, apprezzamento per le iniziative di tutela di marchi e imprese per evitare che finiscano sotto il controllo straniero.

Quel che ci si aspetta dalla Ue

L’84,9% degli italiani è convinto che occorra innalzare barriere alle merci che arrivano da Paesi con regole sanitarie, sociali e di sicurezza inadeguate rispetto a quelle imposte alle imprese Ue. Oltre l’89% degli italiani ritiene che l’Unione Europea dovrebbe affiancare le imprese dei Paesi membri nel loro sforzo per diventare più competitive rispetto a quelle dei Paesi non Ue. L’Europa è per una consistente maggioranza di italiani un valore, anche se molto deve cambiare a cominciare dalla sua azione in ambito economico, di rapporto con le industrie, come quella alimentare, che generano tanto valore e che troppo spesso sono costrette a fare dei percorsi accidentati per scelte e regolamentazioni europee.

Per Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Il Made in Italy ormai nel mondo è considerato il prodotto di qualità ed eccellenza a livello globale. Questo è espressione della peculiarità del nostro Paese e del suo sistema produttivo che ha saputo vincere controcorrente la sfida della globalizzazione”.

Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha osservato che: “Ogni iniziativa di altissimo livello, come Cibus, che promuove le eccellenze italiane ha un valore incalcolabile. Per questo sosteniamo tali attività con ogni modalità, così da rafforzare la presenza dei produttori sui mercati nazionali e internazionali. Ci sono tanti buyer di altri paesi che vengono alle fiere perché i cittadini del mondo hanno fame d’Italia. In merito al Dl Agricoltura c’è una visione strategica che conferma la volontà dell’Italia di avere al centro il settore produttivo, tutelandolo e garantendo ai nostri produttori il giusto prezzo. Garantendo anche la possibilità di avere terreni agricoli protetti da eventuali speculazioni e di poter contrastare le criticità del settore”.

Secondo Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare: “L’industria alimentare italiana può e vuole dare un grande contributo all’agenda di sviluppo del Paese. Oltre a garantire la sicurezza alimentare in Italia, abbiamo una grande opportunità di crescita sui mercati internazionali. Le imprese hanno fondamentali solidi, e sanno come produrre alimenti unici e inimitabili. Ma per continuare la traiettoria di crescita, occorre anche un impegno delle istituzioni, europee e italiane, a livello strutturale. A tal proposito vorremmo una Europa che favorisse il talento imprenditoriale del nostro comparto con iniziative legislative e regolatorie che ne promuovano la competitività a livello internazionale”.

Per Gian Marco Centinaio, Vice Presidente del Senato: “Il decreto approvato ieri conferma l’attenzione del governo per il settore agroalimentare e promuove l’alleanza tra produttori agricoli, industria alimentare e distribuzione, con il riconoscimento per tutti di un compenso adeguato. Ora serve un maggior impegno in Europa per sostenere il Made in Italy, evitando restrizioni eccessive e limitando le importazioni da Paesi che non rispettano le nostre stesse regole. Questo non è protezionismo, è semplice buon senso”.

Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha affermato che: “Federalimentare svolge un ruolo molto importante nella protezione e nella promozione della nostra filiera di qualità. Senza un’organizzazione e soprattutto senza corpi intermedi che gestiscano l’operazione di controllo dell’attività produttiva delle nostre filiere agroalimentari, il valore aggiunto che ha il Made in Italy non esisterebbe ed è molto importante da valorizzare. Il mondo agricolo ha bisogno di regole chiare e di organizzazioni che sappiamo gestire le filiere e valorizzare i prodotti”.

Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE, ha precisato che: “Cibus, con 3mila marchi esposti e tantissimi panel esteri, è un punto di riferimento internazionale per quanto riguarda la cucina, con particolare attenzione a quella italiana. Qui si creano i trend per i prossimi anni, vedremo come si comporranno durante la fiera. In questo senso, la candidatura della cucina italiana a Patrimonio dell’Unesco è un canale comunicazionale che tutti gli imprenditori vogliono sfruttare per poter meglio raccontare quel Made in Italy buono e ben fatto che noi riusciamo a portare in giro per il mondo”.

Per Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis: “Dalla ricerca Federalimentare-Censis emerge come l’Italia cresca ancora troppo poco e stia ritrovando solo negli ultimi mesi un po’ di vocazione alla crescita. Una crescita che l’Italia sta ritrovando grazie all’industria e soprattutto all’alimentare italiano, condizionata da una dimensione europea che diventa sempre più significativa”.

“La dieta mediterranea è un metodo basato su un’alimentazione bilanciata per vivere bene. Questa è una dieta che deve essere esportata all’estero come modello sano anche per vivere più a lungo”. Lo ha detto Pietro Paganini, Professore alla Temple University di Philadelphia e Presidente di Competere.

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