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UE-MERCOSUR: L’appello del Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino: “Subito sicurezza contro l’incertezza USA”

Federalimentare chiede all’UE di accelerare l’iter di ratifica dell’Accordo di Partenariato UE-Mercosur

Roma, 7 Novembre 2025 – “L’attualità ci impone di agire con prontezza. Pochi giorni fa, l’udienza sulla legittimità di dazi, presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, non ha offerto alcuna garanzia immediata. Al contrario, ha aperto un prolungato orizzonte di rischio sistemico per il nostro export”, evidenzia il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. 

“L’attesa per la sentenza definitiva del massimo tribunale americano – che potrebbe impiegare molto tempo per raggiungere il verdetto – equivale a una paralisi insostenibile per il nostro settore. Per l’Italia, l’Accordo UE Mercosur rappresenta, in questo scenario, un imperativo strategico. È l’unica manovra disponibile a breve termine per costruire un canale vitale di diversificazione del rischio, con cui delineare un futuro di stabilità e crescita. 

L’esperienza dell’accordo CETA con il Canada ne è la prova lampante. L’eliminazione dei dazi ha portato il nostro export a registrare una crescita superiore al 96% a regime. Se con il Mercosur replicassimo questo successo, potremmo aumentare l’export alimentare di 400 milioni, passando dagli oltre 500 attuali a 800 milioni di euro.  I numeri sono decisivi, ma l’accordo con Mercosur non significa solo espandere il mercato. Significa mettere in sicurezza i prodotti italiani verso 300 milioni di consumatori in un’area in forte crescita. L’intesa garantisce la protezione di 57 nostre DOP e IGP e ci assicura un accesso preferenziale a materie prime fondamentali, di cui il nostro Paese non è autosufficiente. Solide clausole di salvaguardia, su richiesta del Governo Meloni a tutela del settore agroalimentare, scatterebbero in qualsiasi paese dell’UE qualora prodotti del Mercosur venissero venduti sotto costo. Inoltre, i prodotti importati devono essere pienamente conformi alle regole fitosanitarie europee.

Per creare una nuova vitale arteria commerciale, alla luce di queste considerazioni – conclude il Presidente Paolo Mascarino – chiediamo al Governo e ai ministri Tajani, Lollobrigida e Urso di agire con la massima celerità. È essenziale finalizzare l’accordo nel minor tempo possibile, nel primario interesse della difesa e della stabilità economica dell’Italia e dell’Europa”.

ECOMONDO: Le sfide per il futuro della filiera nel convegno di Confagricoltura, ENEA, Cl.uster A.grifood N.azionale e Federalimentare

Rimini, 5 novembre 2025 – La sfida di allineare sostenibilità e competitività del settore agroalimentare è stata al centro dei lavori promossi a Ecomondo 2025 da ConfagricolturaFederalimentareCl.uster A.grifood N.azionale ed ENEA. 

Il convegno sul “Sistema agroalimentare sostenibile e nuova visione europea: crescita economica, attrattività e decarbonizzazione” ha riunito i principali attori della filiera, in un confronto moderato da Daniele Rossi (Vicepresidente CL.A.N) e Fabio Iraldo (Prorettore della Scuola Superiore Sant’Anna), evidenziando la necessità di un quadro normativo europeo che sostenga gli sforzi compiuti dalle imprese italiane. I vertici di produzione, industria, distribuzione e finanza hanno poi lanciato un messaggio chiaro dalla tavola rotonda dedicata alla sostenibilità: il percorso “green” è fondamentale.

“Sostenibilità e competitività devono procedere insieme – ha evidenziato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura -. Non si può chiedere agli agricoltori di essere più sostenibili senza garantire loro condizioni economiche e normative adeguate. La sostenibilità non deve trasformarsi in un costo, ma diventare un fattore di crescita per l’intera filiera. Serve una nuova visione europea che riconosca il valore strategico dell’agricoltura e della filiera agroalimentare, unendo tutti gli attori ‘dal campo alla tavola’”.

Gabriele Cardia, Vice Direttore di Federalimentare, ha messo in luce i rischi legati ai costi energetici per la tenuta del sistema produttivo: “Le nostre imprese stanno compiendo passi concreti per la sostenibilità dei processi produttivi, investendo in eco-progettazione degli imballaggi e in impianti fotovoltaici per l’autoconsumo. Tuttavia, paghiamo l’energia fino al doppio dei concorrenti internazionali. Per competere, serve una vera neutralità tecnologica che ci consenta di usare tutte le possibili fonti energetiche alternative, inclusi nucleare e mini-nucleare, biocarburanti e idrogeno. Senza un piano per ridurre i costi, si rischia di far uscire dal Paese investimenti e aziende”.

Massimo Iannetta, Resp. Divisione Sistemi Agroalimentari Sostenibili ENEA nonché membro del Consiglio di Presidenza del Cl.uster A.grifood N.azionale, ha auspicato che “le sfide che attendono il settore agroalimentare si traducano in altrettante opportunità visto che i principali dati macroeconomici restituiscono la fotografia di una filiera in crescita e sempre più vocata all’export. Risulta quindi essenziale, anche tramite iniziative come la Rete italiana della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, valorizzare il dialogo fra agroindustria e ricerca a facendo leva anche sul ricambio generazionale e rafforzando il Patto per le Competenze nel settore, sostenendo il reskilling e upskilling della forza lavoro anche grazie ai progetti europei come AgriFoodSkills finanziato dal Programma Erasmus Plus”.

Il dialogo con Raffaele Rinaldi (Direttore centrale ABI) e Carlo Alberto Buttarelli (Presidente Federdistribuzione) ha allargato il confronto all’intera catena del valore e al ruolo cruciale della finanza. L’appello unanime della filiera è quello di ottenere regole comuni eque. L’Europa può restare competitiva e garantire sicurezza alimentare solo se la sostenibilità viene promossa come vantaggio strategico, non come un onere, garantendo parità di condizioni normative e un sostegno concreto alla transizione energetica.

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Ai lavori ad Ecomondo hanno partecipato anche Ricard Ramon (Capo Unità Sostenibilità – DG AGRI), Rosalinda Scalia (Vice-Capo Unità Bioeconomia & sistemi alimentari – DG RTD), Giulia Listorti (Team leader JRC – Joint Research Centre), Michele Costabile (Direttore LUISS-X.ITE), Mauro Fontana (Presidente Mutti s.p.a.) e Giovanni de Marco (Presidente OP Patto Pomodoro Piemonte).

Plastic e Sugar Tax, Federalimentare: “Rinvio ottima notizia per imprese e famiglie italiane”

Il Presidente Mascarino ringrazia il Governo: “Non ha ceduto a pressioni ideologiche

“Il nuovo rinvio di Plastic Tax e Sugar Tax è un’ottima notizia per le imprese italiane e in particolare per il settore agroalimentare”. Lo afferma in una nota stampa il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, secondo il quale “di questo rinvio si avvantaggeranno anche le famiglie italiane, che non dovranno far fronte all’aumento di prezzo di numerosi beni di consumo”. 

“È molto significativo – continua Mascarino – che il Governo abbia deciso di rinviare l’avvento di queste tasse fino alla fine del 2026, invece che di soli sei mesi com’era avvenuto in precedenza. Ciò dà respiro alle nostre imprese, che per tutto l’anno avevano dovuto lavorare con questa spada di Damocle sopra la testa. Auspichiamo che i prossimi dodici mesi diano modo di lavorare per giungere finalmente all’eliminazione di questi provvedimenti decisi parecchio tempo fa da un altro Governo. A questo proposito, la nostra federazione è pronta a collaborare con le istituzioni al fine di individuare soluzioni idonee a trovare le necessarie coperture finanziarie”. 

“Va sottolineato – aggiunge il Presidente di Federalimentare – che questa decisione non è opportuna solo per ragioni prettamente economiche, ma anche perché si tratta di due tasse profondamente ingiuste, la cui applicazione non migliorerebbe né la protezione dell’ambiente, né la salute dei consumatori. La Plastic Tax, infatti, non garantirebbe la sostituzione della plastica con materiali più sostenibili e non incentiverebbe attività di riciclaggio, di cui l’Italia è peraltro già leader in Europa. La Sugar Tax, invece, ridurrebbe il consumo di calorie pro capite in quantità irrisoria, dando un contributo del tutto irrilevante alla lotta contro l’obesità e le malattie non trasmissibili. La sua adozione darebbe inoltre credito all’antiscientifica teoria che la soluzione per ridurre tali patologie, sempre avversata dal nostro Paese a livello internazionale, consista nella demonizzazione di singoli nutrienti. L’evidenza scientifica mostra invece che è necessario un approccio onnicomprensivo volto a incoraggiare stili di vita corretti, che associno una dieta varia e bilanciata ad un adeguato livello di attività fisica”.

“Ringraziamo pertanto il Governo – conclude Mascarino – per non aver ceduto a pressioni di ordine ideologico e per aver compreso come gli interessi delle imprese coincidano con quelli del Paese”.

Obesità, Federalimentare: “Ottima legge, Italia all’avanguardia nel mondo su diete sane”

“Federalimentare saluta con soddisfazione l’approvazione parlamentare in via definitiva della Legge Pella, la prima al mondo che riconosce l’obesità come una patologia progressiva e recidivante”. Lo scrive in un comunicato stampa il Presidente della Federazione degli alimenti e delle bevande, Paolo Mascarino. “Si tratta di un’ottima legge”, prosegue Mascarino, “che oltre a consentire cure adeguate nell’ambito del servizio sanitario nazionale, mette a punto importanti iniziative volte alla prevenzione di questo fenomeno, che è in forte crescita in tutto il mondo”.

Secondo il Presidente di Federalimentare, “è molto importante che l’Italia si confermi all’avanguardia nella promozione di diete sane ed equilibrate attraverso l’insegnamento dei principi fondamentali della nutrizione sin dalla scuola primaria”. Un insegnamento che non può che ispirarsi alle tradizioni della Dieta Mediterranea”, sottolinea Mascarino, “grazie alla quale il nostro Paese ha saputo coniugare il gusto del mangiare con alti livelli di salute e di longevità”. 

“Come il nostro Governo ha saputo recentemente affermare anche in sede ONU nel corso del Meeting di alto livello sulle malattie non trasmissibili, non è demonizzando questo o quel cibo che si ottiene una dieta sana, ma bilanciando opportunamente porzioni e frequenze di consumo di ogni gruppo di alimenti”. “È inoltre molto apprezzabile – conclude Mascarino – che la legge preveda grandi campagne di informazione volte alla promozione di stili di vita corretti, con particolare riferimento alla necessità di aumentare l’attività fisico-motoria. Troppe volte, infatti, si lega il problemadell’obesità esclusivamente all’alimentazione, dimenticando che la sedentarietà gioca un ruolo enorme nello sviluppo di questa patologia. La decisione di rilanciare lo sport nelle scuole, e in generale nell’educazione dei minori, è pertanto una scelta molto condivisibile per favorire una crescita più salutare delle nuove generazioni”.

“Esprimo il sentito cordoglio di Federalimentare, a nome di tutta l’industria alimentare italiana, per la scomparsa di Giuseppe Adolfo De Cecco. L’Italia perde un capitano d’industria, un uomo che con la sua visione ha saputo valorizzare nel mondo uno dei nostri prodotti più identitari: la pasta. La sua professionalità e il suo impegno rimangono un punto di riferimento per l’industria agroalimentare. Alla famiglia e al Gruppo De Cecco le più sincere condoglianze”. È quanto dichiara Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare

“È con profonda commozione che ho appreso della scomparsa di Alessandra Balocco, un’imprenditrice di grande visione e coraggio. Ha saputo guidare con passione e dedizione l’azienda di famiglia, rafforzandone la presenza internazionale e dimostrando la capacità delle imprese italiane di eccellere a livello globale. L’intera filiera agroalimentare si stringe oggi attorno alla famiglia in questo momento di grande dolore”. Così in una nota Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare.

“Se fosse confermato l’accordo commerciale tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, l’industria alimentare si troverà schiacciata nella morsa tra i dazi al 15%, la svalutazione del dollaro e i costi dei dazi interni alla UE: chiediamo dunque alla UE un intervento urgente a tutela della competitività della sua industria”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Se da un lato è vero che questo possa essere l’unico compromesso possibile, dall’altro lato è altresì vero che l’intreccio tra l’impatto dei dazi USA al 15% e la svalutazione del dollaro, che oggi vale altri 13 punti percentuali, non sarà sostenibile per diversi settori – continua Mascarino – e a tutela delle imprese chiediamo alla UE un intervento della mano pubblica: così come gli Stati Uniti hanno fatto con i dazi, che di fatto è un intervento pubblico per proteggere la loro industria, anche noi chiediamo urgenti interventi strutturali per rafforzare la nostra capacità competitiva riducendo i dazi interni alla UE: snellire il carico burocratico sulle imprese, riformare i mercati dell’energia per garantire una riduzione dei prezzi, facilitare l’accesso al credito. In tal senso, proseguire con maggior decisione sulla strada del taglio dei tassi di interesse nell’area euro potrebbe aiutare la crescita economica”. 

“In questo scenario di forte incertezza auspichiamo che le trattative fra la Commissione UE e gli USA proseguano e che nel tempo si possa arrivare progressivamente a definire un’area di libero scambio euroatlantica a dazi zero. Sarebbe la risposta più logica da adottare sia per le nostre economie fortemente interconnesse, che nei confronti delle altre economie globali che potrebbero approfittare di un Occidente debole e impegnato in una guerra commerciale”, riprende Mascarino.

“L’industria alimentare italiana è fortemente orientata all’export: gli USA sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale delle nostre esportazioni. Prima degli Stati Uniti abbiamo solo la Germania, che vale 7,9 miliardi. Dunque – conclude Mascarino – gli USA restano un mercato davvero molto importante, e resta prioritario favorire la presenza delle nostre imprese sostenendone la competitività”. 

Sulla proposta di dazi al 30% su tutti i prodotti europei in entrata negli Stati Uniti da parte del Presidente Trump, il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha dichiarato: “Ogni dazio fa male al commercio e avremmo preferito un’area di libero scambio euroatlantica, a dazi zero: l’imposizione di un dazio al 30% supera ogni soglia di tollerabilità per le imprese, aumentando il rischio di un calo significativo delle esportazioni, anche alla luce dell’attuale svalutazione del dollaro”.

“Il combinato disposto dell’impatto dei dazi USA e della svalutazione del dollaro non sarà sostenibile per diversi settori – continua Mascarino – e a tutela delle imprese chiediamo alla UE un intervento della mano pubblica: così come gli Stati Uniti hanno fatto con i dazi, che di fatto è un intervento pubblico per proteggere la loro industria, anche noi lo chiediamo. Non pensiamo però a sussidi, ma ad urgenti interventi strutturali per rafforzare la nostra capacità competitiva riducendo i dazi interni alla UE: snellire il carico burocratico sulle imprese, riformare i mercati dell’energia per garantire una riduzione dei prezzi, facilitare l’accesso al credito. In tal senso, proseguire con maggior decisione sulla strada del taglio dei tassi di interesse nell’area euro potrebbe aiutare la crescita economica.” 

“Resta comprensibile – prosegue il Presidente Mascarino – che la UE voglia dare una risposta politica ai dazi americani, per dignità istituzionale e affinché non sia mortificata da questa decisione dell’amministrazione Trump: ma questa risposta della UE riteniamo debba essere prudente e ancora aperta al negoziato, visto il rischio di un ulteriore 30% in caso di ritorsione. Il Presidente Meloni sta conducendo una complessa azione in Europa per contenere tutti coloro che vorrebbero una risposta muscolare alla minaccia dei dazi USA, una strategia che rischierebbe di essere autolesionista per l’Europa e in particolare per l’Italia.” 

“L’industria alimentare italiana è fortemente orientata all’export: gli USA sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale delle nostre esportazioni. Prima degli Stati Uniti abbiamo solo la Germania, che vale 7,9 miliardi. Dunque – conclude Mascarino – gli USA restano un mercato davvero molto importante, e resta prioritario favorire la presenza delle nostre imprese sostenendone la competitività”.

NUTRIZIONE POSITIVA PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE

Ambasciata d’Italia in Spagna, ICE, Cl.uster A.grifood N.azionale insieme a Madrid per valorizzare la dieta mediterranea

La Dieta Mediterranea, riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, è stata al centro di un importante evento di confronto italo-spagnolo tenutosi nei giorni scorsi presso il Consolato Italiano di Madrid. 

L’iniziativa, promossa congiuntamente dall’Ambasciata d’Italia in Spagna, dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese Italiane (ICE) e dal Cluster Agrifood Nazionale (CL.A.N.), in collaborazione con la rete delle Piattaforme Tecnologiche Alimentari Food for Life, ha riunito ricercatori e nutrizionisti per un rilancio della dieta mediterranea che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità.

Simona Battiloro, Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, ha dichiarato in apertura dei lavori: “La Dieta Mediterranea è un pilastro della nostra cultura e un modello inestimabile per la salute globale, soprattutto perché non riguarda solo l’alimentazione in quanto tale, ma si fonda su uno stile di vita, rispetto al quale peraltro Italia e Spagna ritrovano molti punti in comune. Non sorprende dunque che l’agroalimentare rappresenti un settore fondamentale per le esportazioni dell’Italia e della Spagna, oltre che una voce importante tra gli scambi bilaterali”.

Giovanni Bifulco, Direttore ICE Madrid, ha sottolineato l’importanza economica e culturale dell’iniziativa: “L’ICE è orgogliosa di supportare un’occasione di confronto così significativa. La Dieta Mediterranea non è solo un regime alimentare, ma un vero e proprio stile di vita che incarna la qualità e l’eccellenza del Made in Italy. Promuovere la sua riscoperta significa anche sostenere le filiere agroalimentari che ne sono custodi”.

Daniele Rossi, Vicepresidente del Cluster Agroalimentare Nazionale (CL.A.N.) e moderatore della tavola rotonda, ha evidenziato l’obiettivo principale dell’evento: “Abbiamo fortemente voluto questa giornata a Madrid. Il nostro intento non è solo rievocare il passato, ma piuttosto ispirare le persone ad adottare una dieta moderna, evoluta e sostenibile. Crediamo che la priorità oggi sia quella di garantire che i principi nutrizionali della migliore dieta al mondo siano accessibili e integrati nella vita di tutti i giorni, anche con il supporto dell’innovazione alimentare”.

Eduardo Cotillas, Segretario Generale di Food for Life Spain e Coordinatore delle Piattaforme Tecnologiche Nazionali Food Life, ha ribadito l’importanza della collaborazione internazionale:“La partnership con le istituzioni italiane in un evento come questo è cruciale. La Dieta Mediterranea è un patrimonio condiviso e il confronto tra le nostre ricerche e le nostre tradizioni è fondamentale per sviluppare soluzioni innovative che  ne promuovano i benefici scientificamente riconosciuti dalla comunità internazionale”.

Il workshop ha ospitato una tavola rotonda che ha visto protagoniste esperte di nutrizione e ricerca: Maria D. Ballesteros-Pomar (Docente Complesso Assistenziale Universitario di Leon)Daniela Martini (Professore Università Milano)Alicia Moreno Ortega (Docente Università Cordoba) e Cinzia Menchise (Direttrice di Nutrizione specializzata e Complementi alimentari – Unione Italiana Food e membro Comitato tecnico-scientifico – Cluster CL.A.N.). Le relatrici hanno approfondito le sfide attuali e le strategie per rendere la Dieta Mediterranea più accessibile e attraente, enfatizzando il ruolo della ricerca e dell’innovazione alimentare nell’alleanza con il patrimonio culturale e le tradizioni.

L’evento ha rappresentato un passo significativo verso il rilancio della Dieta Mediterranea, evidenziando come la ricerca e l’innovazione possano renderla non solo un pilastro della salute, ma anche un modello sostenibile per il futuro.

DAZI USA AL 10%, PAOLO MASCARINO PRESIDENTE DI FEDERALIMENTARE: “UN COMPROMESSO SOSTENIBILE PUR DI GARANTIRE L’ACCESSO AL MERCATO AMERICANO ALLE NOSTRE IMPRESE”

Sulla proposta di dazi al 10% su tutti i prodotti europei in entrata negli Stati Uniti da parte del Presidente Trump, il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha dichiarato: “L’industria italiana è fortemente orientata all’export (circa 50% della produzione industriale viene esportata, e gli USA valgono il 10% del nostro export): questo è vero anche per il settore alimentare: gli USA sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale del nostro export. Prima degli Stati Uniti, abbiamo solo la Germania, che vale 7,9 miliardi. Dunque, gli USA restano un mercato per noi davvero molto importante, e resta prioritario garantirne l’accesso alle nostre imprese, limitando le barriere all’ingresso”. 

“Resta comprensibile – prosegue il Presidente Mascarino – che la UE voglia dare una risposta politica ai dazi americani, per dignità istituzionale e affinché non sia mortificata da questa decisione dell’amministrazione Trump: ma questa risposta della UE riteniamo debba essere prudente ed equilibrata, aperta al negoziato, e senza rispondere dazio contro dazio”. 

“Nel negoziato tra UE e Stati Uniti, auspichiamo il rilancio dell’idea di un’area di libero scambio euroatlantica, a dazi zero, che dia alle nostre imprese accesso al più grande e moderno mercato mondiale”. 

“Premesso che ogni dazio fa male al commercio e in definitiva alle economie dei paesi coinvolti, se questo scenario non sarà percorribile – conclude il Presidente di Federalimentare – riteniamo che un dazio al 10% sia comunque un compromesso sostenibile, in quanto potrebbe essere assorbito, in tutto o in parte, da produttori e importatori, ovvero essere ribaltato, in tutto o in parte, sui consumatori americani limitando i rischi di riduzione della domanda rispetto alla minaccia di dazi al 20%”.

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