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“Creare Futuro”, le tre filiere simbolo del Made in Italy  protagoniste del primo Forum Nazionale dei Giovani

Milano, 15 maggio 2025 – Si è svolto ieri a Milano, nella prestigiosa cornice di Palazzo Lombardia, il primo Forum Nazionale dei Giovani del Made in Italy, dal titolo “Creare Futuro”. L’evento è nato su iniziativa dei presidenti dei Gruppi Giovani di FederlegnoArredo, Confindustria Accessori Moda e Federalimentare che, insieme ad alcuni esponenti del mondo imprenditoriale e accademico, hanno dato vita a un confronto dinamico e costruttivo per tracciare una visione innovativa e proiettata al futuro.

Il Forum ha rappresentato un’importante occasione di riflessione sul ruolo delle nuove generazioni nel guidare il rinnovamento del sistema produttivo italiano, a partire dai tre pilastri dell’eccellenza manifatturiera nazionale: Fashion, Food e Furniture. Settori chiave che, insieme, contribuiscono a circa il 20% del PIL nazionale e che rappresentano al meglio il saper fare italiano nel mondo.

In un contesto globale sempre più dinamico e complesso, è emersa con forza la necessità di fare sistema, valorizzare le competenze e promuovere sinergie tra le diverse filiere. I giovani imprenditori desiderano essere protagonisti di questo cambiamento, portando visione, innovazione e apertura al dialogo, per continuare a rafforzare e promuovere l’identità del Made in Italy su scala internazionale.

Carlo Briccola, presidente Giovani Confindustria Accessori Moda, ha dichiarato: “La moda è un patrimonio straordinario per l’Italia, ma solo attraverso la connessione tra filiere diverse, unite dallo stesso saper fare italiano, possiamo parlare al mondo con una voce coesa. Con questo Forum desideriamo trasmettere fiducia, ottimismo e senso di responsabilità alle generazioni attuali e future, affinché possano proseguire nel solco della tradizione, valorizzando il genio creativo e produttivo che distingue il Made in Italy. Il nostro focus è chiaro: rafforzare la competitività delle nostre imprese. Perché se la qualità, soprattutto nella moda, è spesso considerata un dato acquisito, oggi è necessario confrontarsi con uno scenario europeo complesso, fatto di normative difficili da recepire, che richiedono preparazione, visione strategica e coesione”. 

Guglielmo Gennaro Auricchio, Presidente Giovani Federalimentare: “Il confronto trasversale tra settori strategici è fondamentale per condividere esperienze, visioni e affrontare insieme le sfide di un mondo in continua evoluzione. Crediamo fermamente che il futuro del Made in Italy passi attraverso la sinergia e la collaborazione con le altre eccellenze manifatturiere del Paese ed eventi come quello di oggi ci permettono di riflettere sullo straordinario valore del Made in Italy riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni di consumatori. Come Giovani di Federalimentare siamo pronti a dare il nostro contributo per crescere e costruire insieme questo futuro nel segno della tradizione, dell’innovazione e della sostenibilità”.

Filippo Santambrogio, presidente Giovani FederlegnoArredo, aggiunge: “Il forum Creare Futuro va oltre la singola filiera, perché solo facendo sistema tra le eccellenze italiane possiamo costruire un modello di impresa più competitivo, inclusivo e capace di attrarre i talenti di domani. È un’occasione concreta di un confronto trasversale per affrontare sfide comuni e per condividere esperienze e visioni tra settori strategici del Made in Italy che insieme rappresentano il cuore manifatturiero e l’eccellenza del nostro Paese in un mondo sempre più complesso ed in costante evoluzione. Tramite competenze diverse vogliamo rafforzare un’identità imprenditoriale italiana che sia aperta, collaborativa e proiettata al futuro, perché il Made in Italy non è solo un marchio: è un’eredità da innovare, insieme”. 

I settori rappresentati costituiscono una colonna portante dell’economia italiana, sia per valore generato che per impatto occupazionale. La filiera legno-arredo registra un fatturato annuo superiore ai 51 miliardi di euro, mentre la filiera pelle supera i 30 miliardi. Il settore alimentare, vero gigante del Made in Italy, raggiunge invece la soglia dei 197 miliardi di euro.

Anche sotto il profilo occupazionale i numeri sono rilevanti: quasi 300mila addetti operano nel legno-arredo, circa 150 mila nella filiera pelle e ben 467 mila nel settore alimentare.

Sul fronte dell’export, il 2024 è stato un anno da record per il comparto alimentare, che ha toccato i 56,8 miliardi di euro, con un incremento dell’8,6% rispetto al 2023. La filiera pelle ha totalizzato 25 miliardi di euro di esportazioni, mentre il settore legno arredo ha raggiunto quota 19,4 miliardi. 

Confindustria Accessori Moda

Confindustria Accessori Moda è la Federazione che riunisce le associazioni cui fanno riferimento i comparti chiave della filiera pelle italiana: calzaturiero (Assocalzaturifici), pelletteria (Assopellettieri), abbigliamento in pelle e pellicceria (AIP), concia (Unic concerie italiane). La Federazione tutela quella filiera di eccellenza che ha reso l’industria degli accessori moda Made in Italy grande nel mondo. Il suo ruolo è la difesa e la valorizzazione di tutto quel saper fare, creativo e tecnico, che in Italia produce ricchezza, cultura e crescita sociale.

Federalimentare

Federalimentare è la Federazione italiana dell’industria alimentare e delle bevande. Fondata nel 1982, rappresenta e tutela gli interessi delle imprese del settore, a livello nazionale, europeo e internazionale. La Federazione promuove qualità, sicurezza alimentare e competitività del food and beverage Made in Italy, nonché un modello alimentare equilibrato e sostenibile, nell’ambito di corretti stili di vita. Federalimentare sostiene la vocazione all’export delle aziende e preserva le produzioni alimentari italiane da imitazioni (Italian sounding) e contraffazioni, rispondendo alle esigenze del mercato e dei consumatori e favorendo la ricerca e l’innovazione, nel pieno rispetto della tradizione.

FederlegnoArredo

FederlegnoArredo è la Federazione italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile, dell’illuminazione e dell’arredamento. Dal 1945 difende il saper fare italiano, sostiene lo sviluppo delle imprese, ed è ambasciatrice del gusto italiano dell’abitare in tutto il mondo. All’interno di FederlegnoArredo sussistono varie articolazioni merceologiche, che rappresentano tutte le componenti della filiera legno-arredo, dalla materia prima al prodotto finito. FederlegnoArredo partecipa all’affermazione di un sistema imprenditoriale innovativo, internazionalizzato, sostenibile e capace di promuovere la crescita economica, sociale, civile e culturale del Paese. 

Made in Italy: alla Camera l’evento di Federalimentare “Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione”

Per oltre il 93% degli italiani è fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata senza privarsi di nessun alimento

Roma, 15 aprile 2025 – In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy (#giornatamadeinitaly2025) si è svolto alla Camera dei Deputati il convegno promosso da Federalimentare “Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione”. Nel corso dell’evento è stato presentato il Secondo Rapporto Federalimentare-Censis “Cibo e libertà. Binomio inscindibile nello stile di vita italiano”.

Lo studio ha evidenziato che per gli italiani i corretti stili di vita e una dieta equilibrata sono fra le loro priorità. Così come una educazione alimentare responsabile deve passare dalla conoscenza e dal sapere. Per i cittadini, infatti, mangiare bene e sano non significa eliminare cibi, ma vuol dire trovare il giusto equilibrio fra gli alimenti. Gli italiani vogliono essere liberi di scegliere, senza demonizzare i cibi presunti non sani e affidano all’industria alimentare italiana il ruolo di garante per avere sulle loro tavole cibo di qualità, sano e sicuro.

Il cibo è cultura

Per il 93,2% degli italiani il cibo è cultura. Questo dato riflette il legame profondo che c’è tra gli alimenti e la tradizione italiana che si radica nella storia dei territori, nelle identità locali e nell’Italia dei Comuni e dei borghi. Il cibo diventa non solo veicolo di espressione personale, ma anche simbolo di identità collettiva che li identifica nel Made in Italy.

Tradizione alimentare scudo italiano

La tradizione alimentare italiana rappresenta per il 93,5% dei cittadini uno scudo di pragmatismo, di buon senso, di moderazione e di qualità per cui non bisogna escludere dalla dieta nessun cibo, ma bisogna invece valorizzarlo. Mangiare bene non significa eliminare, ma trovare un sano e giusto equilibrio tra gusto, qualità e salute. In questo campo il compito primario viene riconosciuto all’industria alimentare che attraverso i suoi prodotti offre innovazione, tradizione, sicurezza, accessibilità e equità preservando il valore sociale e culturale del cibo.

Industria alimentare garante di libertà

Garante della libertà nella scelta degli alimenti è l’industria alimentare italiana. Per il 93% dei cittadini, infatti, è proprio nell’industria che la loro libertà di scelta si esercita consapevolmente grazie alla vastità dei prodotti sani, sicuri, ben fatti, buoni e sostenibili che offre. L’industria, ogni giorno, soddisfa queste esigenze rispondendo ai desideri dei consumatori che possono esercitare liberamente la propria scelta preferendo ciò che si adatta meglio alle proprie esigenze e gusti. Questa capacità unica, che ha solo l’industria, garantisce un’alimentazione democratica, sostenibile e accessibile che coniuga tradizione e innovazione senza demonizzare, ma offrendo un ventaglio di prodotti sani e alla portata di tutti. Per il 90,7% degli italiani, infatti, la libertà di scegliere cosa mangiare è presupposto di una più alta consapevolezza alimentare.

No demonizzazioni, sì varietà di scelta

Gli italiani sono consapevoli che uno stile di vita inappropriato possa avere conseguenze negative sulla salute. Oltre il 37% infatti è convinto che il proprio benessere non sia causato dalla scelta di un singolo alimento o di un prodotto, ma dal proprio stile di vita alimentare. Questo elemento evidenzia come sia fondamentale adottare un approccio equilibrato, basato su scelte consapevoli e abitudini sane che comprendono un bilanciamento fra alimenti senza nessuna demonizzazione tra “cibi buoni” e “cibi cattivi”, una differenziazione che per il 44,1% degli intervistati molto spesso rappresenta una fake news.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto con un messaggio, ha affermato: “La giornata nazionale del Made in Italy nasce per riconoscere e celebrare il talento e la tenacia delle imprese e laboratori italiani, che ogni giorno con orgoglio portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo di qualità e del saper fare italiano. Grazie a questa eccellenza nel 2024 l’Italia è diventato il quarto Paese esportatore al mondo. Oggi guardiamo avanti con determinazione, investendo nelle nuove generazioni e tecnologie più avanzate. Quest’anno l’attenzione è rivolta all’innovazione, ben consapevoli che identità e innovazione sono i due binari su cui da sempre ha fatto leva il Made in Italy per affermarsi nel mondo. Innovazione significa intelligenza artificiale, robotica, aerospazio, blue economy, sono queste le nuove frontiere che rendono le nostre imprese protagoniste della transizione digitale. Questa giornata diventa, così, l’occasione ideale per scoprire e apprezzare il valore straordinario della nostra cultura e imprenditorialità, della capacità di guardare sempre al futuro, senza dimenticare mai le nostre radici”.

Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, delegato dal Ministro Francesco Lollobrigida, ha osservato: “È fondamentale consolidare la nostra presenza su diversi mercati internazionali senza tralasciare lo spazio importante che abbiamo conquistato nel mercato americano. Occorre, pertanto, un approccio basato sul buon senso per evitare una guerra dei dazi. La semplificazione normativa, poi, è un altro aspetto cruciale per competere ad armi pari con altri Paesi, così come salvaguardare le nostre produzioni e i nostri alimenti da attacchi sconsiderati come è stato il Nutriscore. Un sistema di etichettatura fuorviante e antiscientifico che, se fosse stato introdotto, avrebbe compromesso il nostro Made in Italy che, ricordo, rappresenta un ambasciatore credibile della nostra italianità nel mondo, in grado di coniugare parole chiave come cultura, equilibrio, qualità, rispetto dell’ambiente e del territorio”.

Secondo il Segretario di Presidenza e Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Francesco Battistoni: “L’industria alimentare italiana rappresenta un’eccellenza nel mondo grazie alla sua capacità di esportare il nostro Made in Italy offrendo prodotti sani, di qualità e sostenibili. In un momento di grandi incertezze è importante poter contare su un comparto sano e in continua evoluzione che sa rinnovarsi e sa soprattutto rispondere ai bisogni dei consumatori. Qualità che attribuiscono al comparto grande fiducia, riconoscendone l’alto valore sociale e la democraticità della sua offerta, accessibile a tutti. Un elemento, quest’ultimo, di grande importanza per i cittadini che possono esercitare consapevolmente la loro libertà di scelta scegliendo il prodotto più adatto alle loro esigenze”.

Alessandro Colucci, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, ha dichiarato: “Il cibo italiano piace perché risponde a degli standard che garantiscono la massima sicurezza oltre alla qualità e alla sostenibilità. Tra i diversi fattori alla base del successo del cibo italiano occorre ricordare il numero più alto di indicazioni geografiche e riconosciute. Parallelamente vantiamo una filiera radicata sul territorio, che è attenta al sociale e all’ambiente. La trasformazione alimentare si conferma come l’attività manifatturiera più diffusa a livello nazionale, svolgendo una funzione importantissima. La domanda di prodotti italiani aumenta ed è una domanda di eccellenza che va intercettata per garantire crescita e sviluppo al Paese”.

Per il Presidente di Federalimentare, Paolo MascarinoL’incontro di oggi ci permette di riflettere sullo straordinario valore del Made in Italy alimentare. Un valore riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni e milioni di consumatori. Siamo la prima manifattura del Paese con quasi 200 miliardi di fatturato, e abbiamo raggiunto un nuovo record dell’export, 57 miliardi, +9% rispetto all’anno precedente.  Il principale merito di questi risultati è dei nostri imprenditori che, in un tempo di grosse incertezze, non hanno perso la fiducia, ma hanno continuato ad investire e a produrre cibo di qualità, sicuro e ben fatto. Un ulteriore merito va certamente alle nostre istituzioni che ci sostengono e che aiutano il settore rendendolo più competitivo sui mercati internazionali, promuovendo l’eccellenza del nostro cibo. Prodotti che oltre ad esprimere l’italianità nel mondo, esprimono la nostra identità culturale grazie alla quale, attraverso il cibo, tramandiamo il nostro sapere millenario”.

Secondo Sergio Marchi, Direttore Generale Ismea: “La sfida della qualità è fondamentale e da questo punto di vista il nostro Paese riveste un ruolo importante. Il tema della libertà di scelta è sempre più cruciale, poiché i cittadini vogliono essere informati per decidere consapevolmente. Il valore dell’agroalimentare italiano è, oggi, riconosciuto a livello mondiale, ma occorre investire in innovazione tecnologica agevolando i giovani imprenditori. Nonostante il periodo complesso l’export cresce a livello record, rafforzando il primato del Made in Italy in termini di qualità e stile”.

Maria Siclari, Direttore Generale Ispra, ha dichiarato: “Sicurezza alimentare significa offrire a tutti alimenti che siano sani e nutrienti. Bisogna, inoltre, assicurare il rispetto di requisiti igienico sanitari specifici per evitare che alcune malattie passino dagli alimenti alle persone garantendo, altresì, che tutti dispongano di quantità di cibo sufficienti. Con il nostro personale qualificato siamo in prima linea nel monitorare i rischi per la popolazione e gli ecosistemi. Per questo riteniamo di poter dare un contributo significativo al fine di rafforzare la sostenibilità ambientale attraverso un approccio One Health, grazie anche ai progetti e alle risorse legate al Pnrr”.

Enrico Del Prato, Professore di Diritto Civile Università Sapienza di Roma, ha affermato: “L’esercizio della libertà è assicurato solo laddove ci sia una scelta informata. Non si può vietare o imporre qualcosa senza che vi siano evidenze scientifiche adeguate. È fondamentale salvaguardare il diritto dell’impresa a stare sul mercato e il diritto del consumatore ad alimentarsi”.

Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, ha rilevato: “Dal Rapporto emerge un’attenzione allo stare insieme, alla dieta equilibrata, all’alimentazione come forma di welfare, quali aspetti cruciali che hanno innescato una fiducia nel settore agroalimentare italiano. Il binomio fra tradizione e cultura è entrato nei gangli vitali della società italiana, generando un valore economico determinante nello sviluppo del Made in Italy”.

Dazi, Paolo Mascarino (Pres. Federalimentare): “Negoziato prudente UE – USA. Governo ci convochi”

“I dazi dell’amministrazione di Trump ci preoccupano e non poco. Il +20% di tasse, che si sommano a quelle già previste per le nostre esportazioni, unite alla possibilità di averne ulteriori di tipo verticale su alcuni nostri prodotti merceologici come il vino, rischiano di avere effetti devastanti lungo tutta la catena del valore che come Federalimentare stimiamo in un -10% sui fatturati e un -30% nei volumi dell’export”. Lo dichiara il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Il momento è molto delicato, come industria alimentare siamo consapevoli che ogni decisione dovrà essere presa a livello europeo. Il negoziato, così come ha sostenuto il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini – prosegue Mascarino – dovrà essere prudente e fermo, evitando di innescare una guerra dei dazi fra Ue e America che sarebbe ancora più drammatica con scenari ritorsivi che potrebbero peggiorare ulteriormente i dazi al nostro settore. Dobbiamo trattare con gli Stati Uniti perché è un mercato per noi fondamentale, e al tempo stesso dobbiamo diversificare le destinazioni del nostro export così da compensare le nostre eventuali perdite derivanti dal mercato americano. Quindi – aggiunge – ben vengano da parte dell’Europa proposte in tal senso”.  

“Federalimentare è convinta – conclude Mascarino – che sarà decisivo poterci presentare in Ue con una proposta univoca e pragmatica che metta al centro gli interessi nazionali e del nostro comparto alimentare, trainante  per l’economia del paese. Per questa ragione, così come è avvenuto in Spagna e Francia, chiediamo al Governo di essere convocati insieme a Confindustria per gestire insieme e al meglio questa situazione”.

Roma, 19 febbraio 2025. La Federazione italiana dell’industria alimentare e delle bevande (Federalimentare) accoglie con favore il nuovo approccio del Commissario Hansen nei confronti del settore agricolo e del food, espresso nella Vision pubblicata oggi. 

“La Comunicazione riprende molti dei concetti cari all’industria italiana degli alimenti e delle bevande e presenti nel suo Manifesto di priorità per la legislatura europea 2024-2029. Siamo lieti di constatare una maggiore attenzione alla competitività e un approccio nuovo, più orientato al dialogo e meno direttivo”, ha dichiarato il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. “Il cambiamento di strategia che auspicavamo da parte della Commissione appare evidente. Confidiamo, quindi, che nella sua implementazione l’industria ottenga maggiore riconoscimento del ruolo che svolge, assieme all’agricoltura, e che possa beneficiare di misure mirate che la supportino nel suo percorso di crescita futuro”, ha aggiunto. 

La Vision riconosce sia l’importanza della sicurezza alimentare in tempi turbolenti, sia quella della competitività. Promette di ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime strategiche, di perseguire un maggiore allineamento degli standard produttivi applicati ai prodotti importati e, allo stesso tempo, di aumentare i controlli sulle importazioni. Il cambiamento di approccio è evidente anche nell’atteggiamento verso il settore zootecnico, che è chiaramente riconosciuto come parte essenziale dell’agricoltura, della competitività e della coesione dell’UE. Federalimentare, inoltre, apprezza l’impegno preso dalla Commissione di sottoporre tutte le nuove policy a un “controllo di competitività” e di presentare un pacchetto trasversale di semplificazioni normative. 

La Vision riconosce anche l’importanza che l’UE non invada le competenze nazionali e regionali in materia di salute pubblica e libertà di scelta dei consumatori (non si fa cenno, ad esempio, a temi molto controversi come l’etichettatura fronte pacco), puntando invece a individuare quelle aree in cui l’intervento della Commissione può portare valore aggiunto.

In particolare, viene prestata maggiore attenzione al tema dell’educazione dei consumatori, per la quale si incoraggiano sia le iniziative a livello comunitario che lo scambio di buone pratiche tra i Paesi dell’UE. Federalimentare è pienamente disponibile a collaborare con la Commissione per condividere politiche collaudate in materia di educazione alimentare e per la promozione di diete sane. 

Rimangono, tuttavia, alcune aree da migliorare. Federalimentare osserva ad esempio che la Vision si concentra sul settore agricolo più che su quello alimentare. Pertanto, sarebbe necessaria una maggiore chiarezza sulle azioni specifiche che la Commissione intende proporre per stimolare gli investimenti e l’innovazione nel settore. 

Da parte sua, Federalimentare è pronta a contribuire alla costruzione di questa roadmap assieme alla Commissione e di affrontarne eventuali problematiche durante l’implementazione.


The Commission’s new Vision for Agri-Food sector is a welcome change in approach

Rome, 19 February 2025. The Italian food and drink industry federation, Federalimentare, welcomes the new approach of Commissioner Hansen towards the agriculture and food sector in the Commission’s new Vision for Agriculture and Food released today. 

“The Commission’s new Agri-Food Vision embraces many of the priority topics dear to the Italian food and drink industry which featured in its 2024-2029 Manifesto for the EU. We are glad to see an EU focus on competitiveness, and a fresh approach oriented towards dialogue that is less directorial”, said the president of Federalimentare, Paolo Mascarino. “The change in Commission strategy that we hoped for is evident. We trust that in its implementation, the food industry will gain more recognition for the role it plays, together with agriculture, and that it will benefit through targeted measures that support its future growth.”, he added. 

The Vision is grounded in a recognition of the importance of food security in turbulent times, and competitiveness. It promises to reduce dependence on imports of strategic materials, pursue a stronger alignment of production standards applied to imported products, while at the same time, increase import controls. The notable shift in approach is also evident in the attitude towards the livestock sector, which is clearly recognized as an essential part of EU agriculture, competitiveness and cohesion. Federalimentare appreciates the commitment that all new policies will be subjected to a ‘competitiveness check’, and that a package of cross-cutting legislative simplification will be presented. 

It is also recognized how important it is for the EU not to encroach on national and regional competences concerning public health and consumers’ freedom of choice (there is no mention, for instance, of highly sensitive issues such as front-of-pack labelling) but rather to identify areas where its intervention can bring added value.

In fact, special attention is paid to the educational dimension of consumers in the Vision. Community-led initiatives and the exchange of good practices between EU countries is encouraged. Federalimentare is keen to work together with the Commission to share proven policies on food education and the promotion of healthy diets. 

There are some areas for improvements too. Federalimentare notes that the Vision focuses on the agriculture sector more than food. Thus, more clarity is needed on the specific actions the Commission proposes to stimulate investment and innovation in the food and drink sector. 

Federalimentare looks forward to building on this roadmap together with the Commission and addressing any areas of weakness during implementation. 

Sugar Tax, Paolo Mascarino (Pres. Federalimentare): “Tassare imprese scelta che fa male, confidiamo ripensamento Governo”

“Federalimentare esprime profonda amarezza per il parere negativo espresso dal Mef e dalla Ragioneria dello Stato agli emendamenti presentati in Commissione Affari costituzionali del Senato sul rinvio della Sugar Tax. Nonostante ci fosse la volontà politica al rinvio della tassa e nonostante si fosse trovata una concorde trasversalità da parte dei gruppi parlamentari di posticipare al 2026 l’introduzione della Sugar Tax, purtroppo questa speranza è venuta meno”.  Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. 

“Siamo perciò stupiti e increduli per la scelta odierna che fa male all’industria, ai consumatori e a tutta la filiera produttiva con pesanti ripercussioni sul settore food & beverage che pagherà il conto più alto. Come industria alimentare, in totale sintonia con le critiche emerse in Commissione sull’introduzione della Sugar Tax – prosegue Mascarino – auspichiamo un ripensamento da parte del Governo affinché possa riconsiderare la scelta, trovando una soluzione tecnica che risolva positivamente la situazione. Infatti, questa tassa di scopo, oltre ad essere una decisione che penalizza il mondo dell’industria, rende l’Italia più fragile agli occhi degli altri competitor soprattutto nei consessi internazionali”. 

“Ci riferiamo – continua il Presidente di Federalimentare – al Vertice ONU sulle malattie non trasmissibili, previsto il prossimo 24 settembre 2025, dove altre Nazioni potranno adottare o chiedere che una simile tassazione venga applicata ad alcuni dei nostri prodotti alimentari, come salumi, formaggi e olio d’oliva, considerati da loro dannosi per la salute. Alla luce di questo quadro generale, l’approvazione della Sugar Tax è una scelta che come industria non comprendiamo e per la quale esprimiamo ancora una volta il nostro totale disappunto”, conclude Mascarino.  

“La tassa sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti la cosiddetta Sugar Tax, introdotta nell’ordinamento italiano con la Legge di Bilancio 2020, più volte rinviata e ora prevista per luglio 2025 è una tassa di scopo, un tributo aggiuntivo in capo alle imprese e ai consumatori che solo apparentemente andrà a sostenere la fiscalità generale dello Stato, ma in effetti creerà un danno alle industrie e certamente non gioverà alla salute dei cittadini”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Come tassa di scopo la Sugar Tax, sulla base del nostro Ordinamento, deve essere introdotta con una legge ad hoc la quale, volendo rispettare il principio di trasparenza e piena responsabilità della pubblica amministrazione, richiede non solo chiare motivazioni, ma che siano forniti tutti gli elementi in grado di farne comprendere la logica sottostante, in modo da garantire il controllo esterno dell’efficacia ed efficienza dei processi innescati dal provvedimento fiscale in questione”.

“Purtroppo, – aggiunge Mascarino – l’unico riferimento presente nella relazione illustrativa al disegno di legge è un sintetico richiamo alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS). Le raccomandazioni dell’OMS – prosegue – sono ovviamente generiche, in quanto rivolte ai quasi 200 Stati del Mondo, segnalano un problema sanitario legato a stili alimentari non salutari e solo suggeriscono, fra le possibili soluzioni, l’adozione di interventi di politica fiscale. Come tali, le raccomandazioni dell’OMS non possono certo essere prese a riferimento sic et simpliciter”.

“In più – continua il Presidente di Federalimentare – le analisi mediche sulla relazione tra alcune patologie e consumo di bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti ne rappresentano in maniera inequivocabile la natura multifattoriale, per cui l’OMS stessa non ritiene di sostenere alcuna forma di proibizione, ma si limita a richiamare l’opportunità di ridurne il consumo eccessivo, in modo da contribuire alla diminuzione delle malattie non trasmissibili legate alla dieta”. 

“Come rilevato poi nell’Analisi dell’imposta sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti (sugar tax) condotta dal Prof. Cesare Pozzi dall’Università Luiss Guido Carli – prosegue Mascarino – l’Italia, in una ipotetica graduatoria del consumo medio pro-capite di bevande con edulcoranti aggiunti si colloca non solo all’ultimo posto fra gli Stati europei, ma con un valore nel 2022 di 54 litri/anno che è circa il 45% inferiore rispetto ai 98 litri/anno della media europea. La raccomandazione dell’OMS relativa all’introduzione di una sugar tax non può rappresentare, pertanto, il fondamento economico-sanitario per la sua applicazione in Italia”.

“Peraltro, – continua Mascarino – a oggi si fa ancora richiamo alla Relazione tecnica della Legge Bilancio con cui il Governo Conte approvò la Sugar Tax che stima il gettito fiscale derivante dall’introduzione dell’imposta nell’ipotesi non ci sia contrazione dei consumi per effetto della tassazione, aspetto molto grave da un lato perché dichiaratamente in palese contraddizione con il richiamo alla raccomandazione dell’OMS, che giustificherebbe la tassa solo nel caso riducesse effettivamente i consumi, e, dall’altro, in quanto non considera l’impatto negativo che si produrrà sull’intera filiera industriale coinvolta”.

“Alla luce di questa grande incertezza e senza una precisa indicazione da parte dell’OMS che ponga in essere una correlazione convincente e reale fra i consumi di bevande analcoliche con edulcorati e malattie non trasmissibili come l’obesità o di altre legate alle diete, come Federazione siamo convinti che l’introduzione della Sugar Tax dovrebbe essere cancellata. In più – sottolinea ancora Mascarino – l’adozione della Sugar Tax da parte dell’Italia nel luglio 2025 indebolirebbe il nostro Paese sui temi nutrizionali in ambito europeo e internazionale. Basti pensare, infatti, agli effetti negativi che, un mancato rinvio e una conferma della tassazione, sortirebbero nel negoziato previsto per il Vertice ONU sulle malattie non trasmissibili del prossimo 24 settembre 2025 dove verranno discusse proposte che riteniamo aggressive per il nostro export agroalimentare, tra cui la tassazione di cibi ricchi di sale, grassi saturi o propriamente di zuccheri”.

“L’adozione in Italia di una tassa di scopo come la Sugar Tax su un singolo nutriente, proprio a luglio 2025 quando il negoziato intergovernativo all’ONU sarà nelle fasi decisive, priverebbe di forza le nostre argomentazioni e l’Italia e i suoi comparti produttivi non potrebbero difendere efficacemente alcuni settori strategici dell’agroalimentare (formaggi, salumi, olio d’oliva) dal rischio di analoghe tasse in altre nazioni, per una manifesta incoerenza rispetto a quanto legislativamente deciso nel nostro Paese”.

“In tale contesto, – conclude Mascarino – rinnovando la nostra piena fiducia nell’Esecutivo, auspichiamo una interlocuzione con il Governo Meloni e, in particolare, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Interlocuzione fondamentale per entrambe le parti affinché venga eliminato un indebito ulteriore elemento di incertezza nel tutt’altro che facile quadro di orizzonte che ci aspetta, così da permettere alle imprese di programmare i loro investimenti e al settore nel suo complesso di offrire il proprio contributo alla crescita del nostro Paese, senza la zavorra di quello che è, a tutti gli effetti, un balzello”.

“È con immenso dolore e profonda commozione che apprendo della tragica scomparsa di Lorenzo Rovagnati, un imprenditore di grande capacità e dedizione, che ha saputo guidare con passione e visione l’azienda di famiglia, un’eccellenza del settore alimentare italiano. La sua perdita è un colpo durissimo non solo per la sua famiglia e per i collaboratori, ma per tutto il comparto agroalimentare, che perde uno dei suoi protagonisti più brillanti. A nome di Federalimentare e di tutto il settore, esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia Rovagnati, al fratello Ferruccio e a tutti coloro che gli erano vicini. Rivolgo, inoltre, un pensiero di vicinanza e cordoglio alle famiglie dei piloti Flavio Massa e Leonardo Italiani, che hanno perso la vita in questo tragico incidente avvenuto a Castelguelfo, frazione di Noceto, nel Parmense. Lorenzo Rovagnati, a soli 42 anni, aveva saputo portare avanti con orgoglio la tradizione di un’azienda simbolo del nostro Paese, incarnando i valori di qualità, impegno e innovazione che rappresentano il cuore pulsante dell’agroalimentare italiano”. Lo ha dichiarato Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare, in merito alla tragica scomparsa di Lorenzo Rovagnati e dei due piloti Flavio Massa e Leonardo Italiani.

L’export alimentare vola sempre più alto: +9% nei primi 10 mesi del 2024

Nei primi 10 mesi del 2024 cresce e si consolida l’accelerazione del settore. 

Secondo l’elaborazione dati del Centro Studi di Federalimentare sulle statistiche diffuse dall’Istat, l’industria alimentare italiana ha registrato una quota export nel periodo di 47.411,5 milioni di euro, con una crescita tendenziale del +9,0% sul gennaio – ottobre 2023, superiore al +8,6% segnato sui nove mesi. 

Dopo il +6,6% registrato a consuntivo 2023, ne esce un ulteriore un passo premiante che conferma l’alimentare al vertice delle voci manifatturiere più performanti del Paese. 

“Negli ultimi cinque anni (2019-2024) l’export di settore è cresciuto del +56,3%. Un tasso praticamente doppio rispetto al +28,3% registrato in parallelo dall’export complessivo del Paese. L’incidenza dell’export dell’alimentare all’interno di quello nazionale totale è salita dal 7,8% del 2019 al 9,2% del 2024”. “Un successo ancora più importante – sottolinea il Centro Studi di Federalimentare – se confrontato con il passo debole del commercio internazionale”. 

“Il contributo del settore alimentare alla crescita del PIL del Paese  – prosegue il Centro Studi di Federalimentare – è sostanziale. Nel 2024, l’export ha trainato la produzione dell’industria alimentare, al punto che essa è stata l’unica a registrare un passo espansivo nel panorama produttivo dei grandi settori manifatturieri nazionali”.  

Il fenomeno si lega alle performance di molti mercati, ma in gran parte alla spinta specifica del mercato statunitense, che ha segnato un +18,4% sui dieci mesi. Esso dovrebbe toccare perciò, a consuntivo 2024, una quota pari a 7,8 miliardi, ponendosi a ridosso della Germania, mercato estero leader da sempre dell’alimentare italiano. 

Fra i grandi mercati dell’industria alimentare, vanno ricordate anche le crescite a due cifre della Polonia (+18,7%), del Canada (+16,6%), del Giappone (+12,5%) e dell’Australia (+15,4%).  A queste performance, si affiancano le spinte dei mercati europei, della Spagna (+7,7%), del Regno Unito (+6,3%), della Germania (+6,6%) e della Francia (+4,4%). 

Tra gli spunti espansivi più forti, gli “oli e grassi” (+28,0%), seguiti dal “dolciario” (+16,6%) e dalla “trasformazione ittica” (+16,2%).   

A fianco dell’industria, il settore primario (agro-zootecnico) raggiunge sui 10 mesi la quota export di 9.166,4 milioni di euro, con una crescita tendenziale del +7,3%, dopo il +7,2% dei nove mesi. L’agroalimentare complessivo registra perciò, sui dieci mesi, una quota export di 56.577,8 milioni, con un tendenziale del +8,7%, avvicinandosi ad un altro grande traguardo che segnerà il record di sempre, sfiorando i 70 miliardi.

L’industria alimentare italiana dimostra ancora una volta la sua capacità di adattarsi a un contesto economico globale complesso e in continua evoluzione. Grazie ad un insieme di fattori, tra cui la qualità dei prodotti, l’innovazione e la capacità di rispondere alle esigenze dei consumatori, il settore rafforza la sua posizione di eccellenza a livello internazionale.

Food, Centro Studi Federalimentare: “Industria alimentare sempre più performante” 

L’industria alimentare si conferma la voce manifatturiera più performante. 

Secondo le statistiche ISTAT del mese di novembre 2024, i volumi di produzione registrano, a parità di giornate di calendario, un aumento tendenziale del +4,5%, in accelerazione dopo il +3,7% di ottobre. 

Il passo del settore riprende dunque slancio e si consolida, generando una crescita tendenziale sugli undici mesi del +2,0%, dopo il +1,7% dei dieci mesi e il +1,5% dei nove mesi. 

Il comparto alimentare che mostra la crescita tendenziale più marcata è quello dei “gelati” (+18,9%), seguito dai “piatti preparati” (+11,6%), dalla “lavorazione e conservazione dei pesci e dei crostacei” (+9,2%), dal “cacao, cioccolato, caramelle e confetterie” (+6,5%).

L’alimentare amplifica il rimbalzo rispetto al 2023 – evidenzia il Centro Studi di Federalimentare – sottolineando una dinamica premiante rispetto agli altri asset fondamentali del Paese. 

Anche se non mancano le incertezze legate alle misure protezionistiche paventate oltreoceano, l’industria alimentare – simbolo per eccellenza del Made in Italy nel mondo – ha dato prova di riuscire a crescere di fronte a scenari internazionali sfidanti. 

Le prospettive per il 2025 rimangono più che positive, anche in relazione alla più volte richiamata capacità di evolvere del settore.

Ice, Paolo Mascarino (Pres. Federalimentare): “Complimenti a membri Cda Ice. Riconferma Zoppas ottimo segnale”  

“Federalimentare esprime apprezzamento e rivolge i suoi complimenti a Barbara Cimmino, Giuseppe Ferro, Riccardo Garosci, Annalisa Sassi e Matteo Zoppas per essere stati nominati componenti del CdA dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, su proposta del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“La riconferma dell’amico e collega Matteo Zoppas alla presidenza dell’Ice e la nomina di Barbara Cimmino vice presidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione sono un ottimo segnale per il settore agroalimentare, così come la nomina dei colleghi del food Annalisa Sassi, già Presidente del Gruppo Giovani nazionale di Federalimentare e di Giuseppe Ferro che per la Federazione sono certamente motivo di grande fiducia soprattutto in considerazione delle sfide che il settore dell’industria alimentare italiana dovrà affrontare nei prossimi anni”. 

“Federalimentare – prosegue Mascarino – è convinta che la crescita della nostra industria passi dalla promozione di una maggiore internazionalizzazione delle aziende e delle imprese nei mercati mondiali, ma anche dalla capacità che avremo a livello nazionale ed europeo di favorire una rinnovata e più forte competitività nei confronti dei nostri diretti competitor”. 

“Certamente – aggiunge il Presidente di Federalimentare – il dato dell’export che ha segnato fra gennaio e agosto 2024 un +8,2% proiettando di arrivare a fine anno a quota 53 miliardi, un nuovo record assoluto, è un ottimo segnale per il percorso in atto e siamo assolutamente convinti che questi numeri, grazie alla sinergia virtuosa fra tutti gli attori della filiera, con il supporto delle Istituzioni e da una Commissione europea rinnovata, potranno favorire maggiormente la competitività dell’industria italiana ed europea nelle sfide globali”, conclude Mascarino.

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