Federalimentare

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Comunicato stampa

“Un’altra scure si sta abbattendo sulle industrie alimentari. Dopo il caro bollette – i prezzi dell”energia elettrica sono addirittura quadruplicati – e gli aumenti delle materie prime – grano, mais e soia in primis – si aggiunge ora la questione del blocco dei trasporti, una notizia che rischia di complicare ancora di più la situazione di molte aziende alimentari” a lanciare l”allarme è Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, in relazione agli scioperi che stanno avvenendo in più regioni d’Italia a causa del caro gasolio.

“La conseguenza di questi blocchi potrebbe essere molto seria: se non si trova un accordo tra i trasportatori e il governo, il pericolo è che la materia prima non arrivi più alle aziende alimentari che devono lavorarla e che, quindi, torni la paura degli scaffali vuoti nei supermercati” – e continua il presidente – “È necessario che i blocchi lascino passare chi trasporta i prodotti alimentari deperibili e indispensabili per alimentare le famiglie”.


“Non è un problema secondario o da sottovalutare: occorre intervenire nei tempi giusti per scongiurare ulteriori preoccupazioni. Tanto più – conclude il presidente – che questa difficoltà cade in un momento già drammatico per tutte le aziende alimentari”.

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“Il governo ha fatto il massimo sforzo sulle risorse da mettere in campo per le famiglie e le aziende per contrastare il caro bollette, ma lo tsunami energetico che stiamo vivendo ha necessità di risorse che sono impensabili da ottenere in un così breve periodo” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta il decreto appena approvato, che stanzia quasi 6 miliardi per aiutare imprese e famiglie sulla questione del caro bollette.

“Siamo in particolare soddisfatti per quanto riguarda l’inserimento nel provvedimento della possibilità per le imprese energivore di beneficiare di uno sconto, come credito d’imposta, pari al 20% delle spese sostenute per l’energia acquistata nel secondo trimestre – continua Vacondio – anche se siamo consapevoli che le risorse stanziate vanno ad intervenire sul corto periodo, cioè sui primi due trimestri dell’anno, ma che per uscire del tutto da questa crisi c”è bisogno di interventi strutturali”.

“E a proposito degli interventi strutturali, un altro segnale positivo è quello di aver dato corso all”aumento dell’estrazione del gas in Italia. Ovvio – continua il presidente di Federalimentare – non è sufficiente e occorre diversificare le fonti di approvvigionamento, ma è un passo in avanti per non trovarsi di nuovo in questa situazione”.

“Come industria del food&beverage, e vista anche la preoccupazione di molte delle nostre aziende che sono energivore e che rischiano tuttora di fermarsi, siamo moderatamente ottimisti sull’intervento, anche se rimaniamo in attesa di vedere i decreti attuativi”.

“La cosa importante – conclude Vacondio – è che non si pensi a famiglie e imprese come a due problemi distinti, perché sono due facce della stessa filiera: se il costo dell’energia grava di più sul consumatore, ci sarà un blocco dei consumi; viceversa, se saranno le imprese a pagare di più, saranno costrette a scaricare i costi a terra, cioè sul consumatore, il che porterebbe allo stesso problema”.

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“Le questioni nutrizionali sono fondamentali per l’Europa di oggi e di domani perché riguardano uno degli ambiti più significativi nella vita di ognuno di noi: la nostra alimentazione” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ha iniziato il suo discorso durante l”evento “Nutrinform Battery: promuovere diete sane attraverso una corretta informazione” promosso dal MAECI in collaborazione con Federalimentare, che ha visto la partecipazione del ministro Di Maio, Patuanelli, Speranza, Giorgetti e del viceministro Pichetto Fratin oltre che dei tecnici e ricercatori in materia di salute e alimentazione. Un momento di ricognizione sulla questione, ma anche di presentazione agli ambasciatori degli altri paesi europei delle ragioni scientifiche per le quali l’Italia ha scelto di sostenere in maniera trasversale il Nutrinform battery.

“Per la centralità del tema e anche perché l’alimentazione coinvolge altri aspetti essenziali come la nostra salute, la tradizioni, il territorio, il senso di comunità e la necessità che le generazioni future si trovino un mondo più sostenibile e rispettoso delle sue risorse naturali, è fondamentale che le soluzioni in questo ambito non siano di parte ma condivise attraverso una riflessione ampia all’interno dell’UE” dice Vacondio, sottolineando che lo spirito dell”evento sia proprio quello di fornire agli altri 27 Stati Membri dell’UE gli strumenti sul lavoro fatto in questo campo dall’Italia, dal suo governo, dai suoi esperti e dalle rappresentanze del mondo produttivo e dei consumatori.

“Il Nutrinform è un unicum nel suo genere – spiega Vacondio – esso non è infatti una proposta dell’industria o della filiera come invece è stato per altri schemi, ma è frutto delle riflessioni e degli studi di tutti gli stakeholder interessati. Un intero paese, cioè, ha partecipato alla sua messa a punto, con l’idea di porlo al servizio della più ampia comunità europea”. Questa proposta infatti è stata per la prima volta condivisa con la Commissione già nel 2018 nell’ambito di una riflessione proprio sull’armonizzazione dei criteri degli schemi fronte pacco.

“La riflessione di oggi, però – dice Vacondio – non si deve limitare solo alla discussione di uno schema di etichettatura rispetto a un altro, ma deve ampliare il campo a una domanda più generale e ben più importante: che tipo di cultura nutrizionale vogliamo per l’Europa? L’evento di oggi serve a fornire gli strumenti per rispondere a questa domanda. Si tratta di strumenti scientifici e oggettivi, che tengono conto dei bisogni individuali e delle diete, per iniziare un percorso condiviso in Europa sul Nutrinform Battery” conclude Vacondio.

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Napoli, 7 febbraio 2022 – È stato siglato il protocollo di intesa tra il Cluster Tecnologico Nazionale CL.A.N. – Cl.uster A.grifood N.azionale e il Cluster Tecnologico Nazionale SPRING – Cluster italiano della Bioeconomia circolare, con l’obiettivo di accrescere il patrimonio di conoscenze scientifiche e tecnologiche nei settori afferenti la Bioeconomia circolare e l’alimentazione, nonché di promuovere progetti strategici di alto livello.

L’annuncio della sigla dell’accordo è avvenuto il 7 febbraio 2022 a Napoli, durante la giornata di avvio della V edizione del Master BIOCIRCE – Master Interuniversitario di II livello “Bioeconomy in the Circular Economy”. La scelta di questo momento è significativa poiché entrambi i Cluster sono fra i promotori del Master BIOCIRCE, che li vede impegnati in attività di formazione dei giovani sui temi della Bioeconomia Circolare insieme al Cluster BIG, a quattro Atenei (Università di Bologna, Università di Milano-Bicocca, Università di Napoli Federico II e Università di Torino), e a partner non accademici (Novamont S.p.A., Intesa Sanpaolo, GFBiochemicals S.p.A. e PTP Science Park di Lodi).

Il Cluster CL.A.N. e il Cluster SPRING sono nati per promuovere una crescita economica sostenibile, basata sulla ricerca e l”innovazione, e per fungere da cabina di regia nella relazione con le Istituzioni nazionali ed europee.
Siedono entrambi come componenti del Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia, (istituito con DPCM del 14 gennaio 2021) presso il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV), un organismo di supporto del Governo e, in particolar modo, del Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’elaborazione di linee di indirizzo scientifico, produttivo, di sicurezza sociale e di consulenza in ambito nazionale e comunitario.

“La bioeconomia circolare, che comprende l’agricoltura e le relative filiere agroalimentari e dei bioprodotti fino ai rifiuti organici, con al centro i territori, la salute e la rigenerazione dei suoli, rappresenta un fattore abilitante per affrontare in modo sistemico le grandi sfide che abbiamo di fronte, superando la cultura dello scarto e imparando a fare di più con meno” ha dichiarato Catia Bastioli, Presidente del Cluster SPRING “Crediamo che questo protocollo possa ulteriormente favorire l’interconnessione tra il comparto agroalimentare e quello della chimica bio-based e lo sviluppo di tecnologie trasformative e progetti di rigenerazione territoriale” ha concluso Bastioli.

“In un contesto come quello post-Covid “Sostenibilità” e “Nutrizione Sostenibile” sono sempre più le parole-chiave per l’evoluzione del Sistema Agroalimentare, per le sue implicazioni ambientali, sociali e di sviluppo di un’economia resiliente, responsabile e circolare – commenta Mauro Fontana, Presidente del Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N. “Il protocollo di intesa tra il Cluster CL.A.N. e il Cluster Spring – continua Mauro Fontana – consente di superare le logiche settoriali e fare rete per utilizzare al meglio le risorse a disposizione, rafforzare e consolidare il know-how scientifico e tecnologico nei settori della Bioeconomia e del Food and Beverage del nostro Paese e favorire lo sviluppo di nuove competenze per creare nuove opportunità di crescita e competitività”.

Con questo accordo i Cluster riconoscono il carattere strategico della reciproca collaborazione e intendono collaborare per promuovere un percorso di lavoro comune correlato alle sfide tematiche connesse alla Bioeconomia.

I Cluster Tecnologici Nazionali

Nel 2012 il Ministero dell”Istruzione, dell”Università e della Ricerca (MIUR), in linea con le priorità fissate dal Programma Quadro dell”UE per la Ricerca e l”Innovazione Horizon2020, ha promosso la creazione e lo sviluppo di 12 Cluster Tecnologici Nazionali. Dal 2019 con Decreto Direttoriale n. 392 del 6 marzo 2019 il MIUR riconosce ai Cluster Tecnologici Nazionali il ruolo di cabina di regia e interlocutore unico nella relazione con le istituzioni nazionali ed europee in materia di ricerca e innovazione, ciascuno per il proprio settore di specializzazione (Aerospazio, Agrifood, Chimica Verde, Fabbrica intelligente, Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Scienze della Vita, Tecnologie per gli ambienti di vita, Tecnologie per le Smart Communities, Patrimonio Culturale, Design, creatività e Made in Italy, Economia del Mare, Energia).
I Cluster Nazionali rappresentano strumenti strategici per attivare le eccellenze italiane nella ricerca e nell’innovazione in un’ottica di specializzazione intelligente del sistema Paese per competere in Europa e nel Mondo. L’obiettivo principale dei Cluster Nazionali è quello di creare uno stretto legame tra sistema industriale, sistema della ricerca e Istituzioni nazionali e regionali, a supporto delle linee strategiche nazionali di ricerca, di sviluppo e di formazione del capitale umano.

SPRING

Il Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare nasce nel 2014, è un’Associazione riconosciuta e aggrega soggetti innovativi lungo tutta la filiera della chimica da fonti rinnovabili, per contribuire a consolidare un modello italiano di bioeconomia volto alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’uso efficiente delle risorse.
L’obiettivo è contribuire a creare le condizioni per lo sviluppo di un contesto e di un tessuto industriale e accademico attrattivo, dinamico, innovativo, competitivo e in continua crescita. SPRING favorisce la creazione di una comunità forte, coesa e rappresentativa, ne rappresenta gli interessi di fronte alle istituzioni regionali, nazionali, europee ed internazionali, ne promuove la visibilità e la conoscenza da parte del pubblico generale e specialistico. Per raggiungere i propri obiettivi identifica e valorizza le sinergie esistenti e potenziali con tutti gli attori esistenti a livello regionale, nazionale, europeo e globale.
Gli Associati del Cluster hanno raggiunto il numero di oltre 120, con un’ampia rappresentanza in tutte le diverse categorie (ricerca pubblica, industria, organismi dediti al trasferimento tecnologico e alla disseminazione, entità territoriali, associazioni) e distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Il Cluster si avvale inoltre del supporto di quattordici Regioni sostenitrici – Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia Autonoma di Trento – le cui strategie di sviluppo e di programmazione rispecchiano la visione e gli obiettivi dell’Associazione.

CL.A.N.

Il CL.USTER A.GRIFOOD N.AZIONALE CL.A.N. è un partenariato di 113 soci, tra Imprese, Università, Centri di Ricerca, Rappresentanze Territoriali e altri stakeholder rilevanti della filiera agroalimentare. Nato sotto il coordinamento di Federalimentare e ART-ER in risposta all’Avviso MIUR del 2012 per lo sviluppo e il potenziamento di Cluster Tecnologici Nazionali, il 5 febbraio 2018 si è trasformato in Associazione riconosciuta e rientra tra i CTN ufficialmente riconosciuti dal Ministero. La mission del CL.A.N. è la promozione della crescita economica sostenibile della filiera agroalimentare dalla produzione agricola, alla trasformazione, ai settori industriali correlati, basata sulla Ricerca e Innovazione, favorendo sinergie tra Ricerca, Territori e Aziende. L’azione del CL.A.N. è finalizzata a valorizzare le eccellenze del Made in Italy e supportare l’incremento della competitività delle PMI, attraverso lo stimolo dell’Innovazione, la valorizzazione dei risultati della Ricerca e la creazione di nuove competenze.
Il CL.A.N. ha redatto la propria Roadmap di sviluppo tecnologico strutturata in tre Priorità di intervento verticali (Sostenibilità, Made in, Salute) e una orizzontale (Agrifood Smart) in cui disegna, con una visione strategica condivisa, scenari tecnologici di prospettiva e opportunità per il Food and Beverage nazionale.
Al Cluster CL.A.N. hanno aderito formalmente: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Provincia Autonoma di Trento, Umbria, Veneto. Sono rappresentate, attraverso Soci appartenenti ad altre categorie: Campania, Calabria, Lazio. Il Cluster ha anche istituito un Tavolo delle Regioni, composto da un referente per ognuna delle Regioni che hanno manifestato interesse ad aderire al Cluster, attraverso una struttura territoriale che le rappresenti all’interno della governance del CL.A.N.

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“La proposta di applicare un bollino nero agli alcolici è l’ennesimo attacco senza alcun fondamento scientifico alle nostre eccellenze alimentari” dice Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, sull’ultima notizia che riguarda il Nutriscore. Dopo il prosciutto crudo, l”olio d”oliva e il parmigiano reggiano, infatti, a finire nel mirino del Nutriscore sono le bevande a base di alcol che, secondo l”inventore del sistema di etichettatura francese, dovrebbero essere bollate con una lettera F nera.

“L’ennesima proposta scellerata di un sistema, quello del Nutriscore, che si basa sulla distinzione tra cibi salubri e insalubri, profondamente sbagliata – commenta Vacondio, che continua – Siamo di fronte a un attacco irrazionale. È chiaro che il consumo dell’alcol debba essere moderato e consapevole, ma bollarlo come qualcosa di sbagliato senza se e senza ma è l”ennesima scelta insensata di un sistema che penalizza le nostre eccellenze senza apportare nulla di buono alla salute dei consumatori”. E conclude Vacondio: “E ora che nell”occhio del ciclone entra anche il vino, sarei curioso di sapere cosa ne pensano i nostri amici francesi”.

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Un’inflazione che arriva al +4,8%, dopo il +3,9% di dicembre, livello che prima di oggi era stato raggiunto solo nel 1996, e prezzi al consumo in crescita con i prodotti freschi che sforano per la prima volta l’inflazione, salendo al +5,4%, dopo il +3,6% di dicembre, mentre i prodotti lavorati, quelli dell’industria alimentare, sono saliti dal +2,0% di dicembre al +2,4% di gennaio.

“Numeri che ci indicano come per tutto il 2021 e anche in questo inizio 2022 – dice Vacondio, presidente di Federalimentare – le nostre industrie si siano sobbarcate tutti gli aumenti relativi alle materie prime e all’energia, svolgendo un ruolo calmieratore e dunque un grande servizio al consumatore, che ha visto sui nostri prodotti incrementi tutto sommato modesti”.

Purtroppo, però, questi incrementi non accennano a fermarsi, tanto più che agli aumenti del 2021 si sono aggiunti quelli energetici. La spinta generale si lega infatti ai beni energetici saliti fino al +38,6% tendenziale di gennaio, dopo il +29,1% di dicembre. Gli energetici regolamentati, in particolare, sono arrivati quasi al raddoppio, con un +93,5% tendenziale, dopo il +41,9% di dicembre.

“Queste cifre sono allarmanti e l’industria alimentare è vicina a un punto di rottura. Nei prossimi mesi non riusciremo più a contenere l’inflazione dei nostri prodotti. Se non ci saranno interventi da parte del Governo e della Comunità Europea inevitabilmente il carrello della spesa aumenterà di molto” conclude Vacondio.

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“Le pmi dell”industria alimentare sono con l”acqua alla gola e, se le cose non cambiano al più presto, entro il 2022 molte aziende chiuderanno con una perdita stimata di oltre 40mila posti di lavoro. Molte delle nostre industrie sono energivore tanto quanto quella dell”acciaio o della ceramica e come queste hanno bisogno immediato di attenzione e di aiuto, non possono essere dimenticate da nessuno”. Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta così la drammatica situazione che l’industria alimentare sta vivendo per colpa degli aumenti dei costi energetici i quali, sommati a quelli delle materie prime, riducono drasticamente la marginalità delle aziende.

“È un momento critico per larga parte dell’industria, certo, ma l’alimentare ha un ruolo sociale fondamentale – spiega Vacondio – Se si fermano le nostre aziende a risentirne saranno i bisogni primari di tutti i consumatori e questo non possiamo permetterlo. Eppure stiamo andando verso una situazione sempre più disperata, tant’è che alcune delle nostre aziende hanno iniziato a fermare gli impianti nelle ore in cui il costo dell”energia è più alta, per poi riattivarli nelle fasce orarie in cui i consumi sono minori. Un segnale drammatico” continua il presidente di Federalimentare.

“Non vedo grandi soluzioni davanti a me: l’industria alimentare non può più sobbarcarsi l”intero costo della produzione e presto, inevitabilmente, parte di questi aumenti peseranno anche sulle spalle dei consumatori che, trovandosi in difficoltà, compreranno di meno con una conseguente diminuzione dei consumi, un danno per tutto il Paese”.

E sulle nuove misure a cui sta lavorando il governo per fornire aiuti a consumatori e aziende per il caro energia, Vacondio commenta: “Abbiamo chiesto aiuto al Governo inviando anche una lettera formale a Draghi in cui ribadiamo la situazione nella quale ci troviamo. Staremo a vedere, ma la mia paura è che non ci siano sufficienti risorse per risolvere questo problema diventato enorme. Anche perché la vera questione è che stiamo facendo i conti con la corsa alla sostenibilità ambientale che, semplicemente, non è sostenibile economicamente. È necessario che si rivedano i tempi di raggiungimento degli obiettivi delle agende 2030 e 2050 perché così come sono non tengono conto della sostenibilità sociale e di quella economica, che infatti stanno saltando. Questa situazione ne è la dimostrazione” spiega Vacondio.

E conclude: “Il food&beverage Made in Italy non è solo un”etichetta di eccellenza con cui farsi lustro all’estero, ma è la somma delle nostre aziende, le piccole e medie imprese che rappresentano la seconda industria manifatturiera del Paese e concorrono a quasi il 9% del PIL nazionale”.

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Roma, 18 gennaio 2022 – Per il comparto agroalimentare si prospetta un vero e proprio “rischio paralisi”, per via della situazione insostenibile causata dal combinato disposto dei rincari di energia elettrica e gas e dei costi delle materie prime”. Di qui l”appello al presidente del Consiglio Mario Draghi “affinché il Governo ponga in essere urgenti misure per arginare la situazione emergenziale e si faccia promotore di iniziative a livello europeo per l”adozione di provvedimenti che tutelino le imprese da speculazioni globali riconducibili anche a fattori di natura geopolitica”. È quanto hanno chiesto Giorgio Mercuri e Ivano Vacondio, presidenti rispettivamente di Alleanza cooperative Agroalimentari e Federalimentare in una lettera inviata al premier Draghi nella quale hanno espresso tutta la preoccupazione e i rischi delle imprese loro associate, che rappresentano oltre il 90% della produzione alimentare del Paese.


Il costo dell’energia elettrica è passato in media dai 40-45 € megawatt/h ai 300 € Megawatt/h e quello del gas da 0,17 € al metrocubo a 1,30 € al metrocubo. A tali rincari si aggiungono poi quelli delle materie prime – con i prezzi di grano, mais, soia, ecc. che stanno portando i costi aziendali ormai fuori controllo – e degli imballaggi. Si va dall’incremento del 61% del legname a quello del cartone (+31%), della banda stagnata (+60%), della plastica per agroalimentare (+72%), del vetro (+40%), ai quali si aggiungono le impennate, dal 400% al 1000, di container e noli marittimi.

“La situazione, ove non fronteggiata – si legge nella missiva – frenerà inevitabilmente anche l’export dei prodotti agroalimentari, col rischio di compromettere in breve tempo gli importanti risultati conseguiti negli ultimi dieci anni dalle nostre produzioni sui mercati internazionali”.

Molte aziende, denunciano Alleanza Cooperative Agroalimentari e Federalimentare, “stanno valutando il blocco di alcune linee di attività e, nei casi di maggiore difficoltà, la chiusura degli impianti di trasformazione, col rischio di drammatiche conseguenze sociali e occupazionali”. Cooperative e industrie, indubbiamente, non intendono sospendere la propria produzione ma da sole non possono farcela, tenuto conto che “le attuali dinamiche commerciali con la GDO escludono infatti la possibilità di una revisione dei prezzi che possa compensare i maggiori costi sostenuti”.



“L”industria alimentare ha un ruolo sociale fondamentale per cui le nostre aziende non possono permettersi di chiudere, ma se i prezzi dell”energia continuano a lievitare in questo modo, con aumenti che arrivano oggi al +200-300%, la chiusura per molte pmi diventerà inevitabile. È per scongiurare questo scenario a tinte fosche che chiediamo ufficialmente aiuto al governo” dice Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.

Il Presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ha aggiunto: “I problemi delle industrie alimentari di trasformazione portano con sé anche il rischio di una progressiva limitazione delle produzioni agricole: in alcuni casi sarà infatti necessario intervenire nella stessa programmazione delle prossime campagne produttive, contenendo proprio quelle coltivazioni che necessitano di una lavorazione industriale. E ciò avrà conseguenze anche sull’impiego di manodopera in campagna”.

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“Lo studio presentato oggi è molto importante perché testimonia due evidenze. Innanzitutto è un report che ha un valore scientifico e quindi che poco si presta a discussioni o interpretazioni, e poi ci mostra verso cosa è orientato il consumatore. Il punto di vista che emerge, infatti, è chiaro: per il consumatore è importante essere informati su ciò che si mangia, contro sistemi che vogliono imporre ciò che è salubre e ciò che è insalubre e contro la volontà di dirigere le modalità di acquisto di chi compra” commenta così Nicola Calzolaro, direttore di Federalimentare, l’indagine “Le etichette fronte pacco in 7 Paesi: Nutriscore VS NutrInform”, a cura dell”Osservatorio Waste Watcher International diretto dal professor Andrea Segrè, monitorata con Ipsos, Università di Bologna, campagna Spreco Zero e Agrinsieme e illustrata oggi a Roma, alla presenza del ministro Patuanelli, durante un evento a cui ha partecipato anche Federalimentare.

“Lo studio che è stato presentato oggi è un contributo importante perché rafforza la nostra posizione nella battaglia europea contro il Nutriscore” dice Calzolaro, facendo riferimento ai dati del report in cui sono analizzati ben 8 differenti paesi. Secondo i punteggi dello studio, il NutrInform risulta essere una delle modalità più apprezzate dal consumatore, con risultati positivi per tutti i paesi. Il Nutriscore invece è in assoluto l”etichetta meno gradita, con punteggi negativi in quasi tutti i paesi tranne Germania e Spagna. “Questo conferma anche i segnali che da qualche tempo stanno arrivando dagli altri paesi, come la stessa Francia, dove si registrano pareri più critici verso il Nutriscore. Senza contare la decisa presa di posizione italiana, con il presidente Draghi in prima linea in difesa della nostra dieta mediterranea e dei nostri prodotti” ha detto Calzolaro.

“Quella contro il Nutriscore è una battaglia in cui è necessario procedere senza compromessi: è grazie a questa linea se abbiamo raggiunto nel tempo importanti risultati e non capisco francamente alcune fughe in avanti che non fanno altro che indebolire la posizione italiana” ha aggiunto Calzolaro, che ha concluso: “È importante, ora più che mai, procedere compatti e uniti”.

Vacondio: “A chi giova questo gioco?”.

“Il Nutriscore è un sistema sbagliato senza se e senza ma. Non devono esserci eccezioni e non accettiamo compromessi” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare commenta alcune prese di posizione che sembrano abbozzare aperture di compromesso sul Nutriscore rivolte al ministro dello sviluppo economico Giorgetti, a quello della salute Speranza e al ministro dell’agricoltura Patuanelli e cioè di confermare l’esclusione dei prodotti a denominazione d’origine da sistemi di etichettatura nutrizionale.

“Se portiamo avanti l’esclusione di questi prodotti, combatteremo una battaglia a metà, che presta il fianco a facili attacchi – dice il presidente di Federalimentare Vacondio che ricorda che DOP e IGP, seppure importanti dal punto di vista dell’immagine, rappresentano intorno al 10-11% del fatturato dell’industria alimentare e il 20% dell’export”

“Sono tutte prese di posizione che indeboliscono la posizione italiana in Europa, da sempre unita e fortemente contraria al Nutriscore” dice Vacondio, che aggiunge: “Il governo italiano non può fare passi indietro adesso dopo che dubbi sul nutriscore vengono avanzati anche in Francia e, soprattutto dopo il forte sostegno del nostro presidente del Consiglio nella battaglia contro il nutriscore. A chi giova questo gioco?”.

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