Federalimentare

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Comunicato Stampa

“Finalmente dopo tanti tentativi andati a vuoto, questo accordo rappresenta un segnale positivo” così il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, commenta l’accordo sull’export di grano (e non solo) tra Ucraina e Russia che dovrebbe essere firmato oggi pomeriggio.

“Come conseguenza alla notizia della firma, questa mattina i fondi ne hanno preso atto, riducendo i quantitativi che avevano nel loro portafoglio e causando una perdita del 5% del valore in pochi minuti” prosegue Vacondio, che aggiunge “Ora bisogna attendere le ricadute che avremo sui prezzi delle transazioni nelle borse merci tra gli operatori del settore. Uno scenario su cui sapremo di più solo nei prossimi giorni”.

“Questo accordo era comunque quello di cui avevamo bisogno non solo da un punto di vista economico per il nostro Paese, che è costretto a importare il 50% dei cereali di cui necessita, ma soprattutto per la sicurezza alimentare di paesi come quelli nord africani e del bacino del Mediterraneo”.

“Adesso aspettiamo di conoscere i particolari dell’accordo. Bisognerà sapere al più presto la quantità e i tipi di cereali, ma anche dove e se verranno consegnati sul mercato in tempi ragionevoli” conclude il presidente di Federalimentare.

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“Serve il massimo senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche affinché in un momento così complesso a livello nazionale e internazionale non si arrivi alla caduta del Governo e quindi alle elezioni”. Questa la posizione di Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, sulla crisi di Governo che si è aperta l”altro ieri. Una posizione che va ad aggiungersi a quella di Confindustria, che con una nota stampa, ha auspicato “che l’azione del Presidente Draghi prosegua per il bene del Paese, delle imprese e delle famiglie italiane”.

Oltre a obiettivi comuni quali l’implementazione del PNRR, la legge di bilancio 2023 e le riforme strutturali, alla crisi innescata dal conflitto in Ucraina, agli impegni assunti dal Governo con il Paese e alla necessità di avere un chiaro indirizzo in relazione all”Europa, è l’emergenza legata al sistema alimentare a preoccupare Federalimentare. “In primis c”è la questione dell’aumento dei prezzi che, per quanto riguarda il cibo, significa una crescita sempre maggiore della disparità alimentare, con più consumatori che non possono permettersi una dieta sana ed equilibrata. Legata a questo tema c’è quello che riguarda la sicurezza alimentare, una tematica che ha bisogno della massima attenzione perché la carenza delle materie prime non deve in alcun modo portare a un abbassamento degli standard di ciò che mangiamo. Infine, c’è la battaglia contro il Nutriscore, su cui l’Italia si è sempre presentata compatta di fronte istituzioni europee e mai come ora è necessario che il nostro Presidente del Consiglio abbia l’autorevolezza di difendere gli interessi del nostro Made in Italy e della nostra dieta mediterranea”.

“Questo è per tutti un momento di grande crisi, in cui persino il cibo, che da decenni è stato dato per scontato, è vittima dell’instabilità della situazione internazionale. Un’instabilità anche interna non farebbe che aggravare ancora di più un clima già tesissimo” conclude il presidente di Federalimentare.

IL 6 GIUGNO ALL’HUB DI FMTS GROUP IL CONFRONTO TRA RAPPRESENTANTI DI SETTORE, ISTITUZIONI, IMPRESE, MONDO DELLA FORMAZIONE E DELLA RICERCA

Pontecagnano Faiano (SA), 6 giugno 2022. La lunga emergenza generata dalla pandemia ha evidenziato la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione anche in un settore tradizionale come quello agroalimentare, nel quale le tecnologie 4.0 tendono a penetrare più lentamente che in altri comparti, proprio per via delle caratteristiche spesso ancora artigianali delle produzioni.

Quello del Food and Beverage italiano è un contesto imprenditoriale estremamente diffuso, con una prevalenza significativa di PMI, in cui la tradizione e il forte legame con il territorio convivono con una costante innovazione dei processi di produzione e dei prodotti.

Il lockdown degli scorsi anni ha favorito la crescita dell’e-commerce e del food delivery nel settore agroalimentare e ha comportato il ricorso forzato a strumenti quali lo smart working e lo smart learning, dando centralità alla ricerca, all’innovazione, ma soprattutto alla formazione del capitale umano, indispensabile per colmare il gap di professionalità altamente specializzate e difficili da reperire.
Alla luce di questa premessa e considerate le misure previste dal PNRR per favorire il rilancio del sistema produttivo nazionale attraverso le leve strategiche dell’innovazione e della digitalizzazione, come si sta attrezzando il sistema agroalimentare italiano e il mondo formativo del nostro Paese per far fronte alla sfida delle competenze 4.0?

Sono questi alcuni dei principali temi trattati nel corso dell’evento “Competenze digitali per il settore Agrifood”, organizzato ieri dal Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N., l’Associazione multistakeholder nel settore Agrifood che aggrega, sotto il coordinamento di Federalimentare e ART-ER, Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca e Rappresentanze territoriali, assieme a FMTS Group che ha ospitato l’evento nel suo Hub.


“Il Cluster Agrifood, con i suoi oltre cento soci – afferma il Presidente del Cluster Mauro Fontana – è pronto a giocare un ruolo in prima linea al fianco delle Istituzioni del Paese per rispondere alle sfide del PNRR e rilanciare la competitività del Made in Italy alimentare sui mercati internazionali, ponendo al centro della sua strategia di sviluppo la valorizzazione del capitale umano, al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro qualificato”.

“Siamo onorati di aver ospitato nel nostro Hub il Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N. che sta facendo un lavoro straordinario per la promozione e la valorizzazione della filiera agroalimentare – ha commentato Giuseppe Melara, Presidente e AD di FMTS Group – Oggi assistiamo ad una innovazione così spinta per la quale è necessario un confronto continuo tra coloro che rendono operativa la filiera stessa. Intercettare best-practice, metterle a sistema e creare occasioni di dialogo tra istituzioni, imprese, mondo della ricerca e della formazione sono e saranno le grandi occasioni per il cambiamento”.

Partendo dagli stimoli e dagli indirizzi forniti dal White Paper “Il digitale e l’innovazione tecnologica a supporto dell’agrifood italiano”, presentato da Simone Marchetti (Coordinatore Tavolo Filiere Produttive 4.0 di Anitec-Assinform), i relatori si sono confrontati sulle traiettorie tecnologiche dello smart agrifood a supporto della crescita del settore agroalimentare, con particolare riferimento a quanto evidenziato nella Roadmap del Cluster CL.A.N. illustrata dal Presidente del Comitato Tecnico – Scientifico Massimo Iannetta.

Altri temi oggetti del confronto sono stati l’espansione della digitalizzazione e di come impatta sui processi, sui prodotti, sull’organizzazione e sulle strategie, determinando la richiesta di adeguate conoscenze, l’offerta formativa attualmente disponibile e le nuove metodologie didattiche. Al dibattito sono intervenuti: Simone Orlandini (Chair del GdL CL.A.N. “Analisi e fabbisogno competenze nell’Agrifood”), Michele Distefano (Direttore ENAPRA), Nicola Calzolaro (Direttore Generale Federalimentare), Francesco Loreto (Professore Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Giuseppe Maggi (Direttore tecnico della Fondazione ITS Agroalimentare Puglia), Immacolata Stizzo (Responsabile Area Didattica FMTS Group), Rosario Rago (Presidente Rago Group), Deborah Morriello (Direttrice In Cibum Lab), Igor Calderari (Scientific Officer Assitol), Giovanni Pallavicini (Relazioni Istituzionali Assica).

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“Non sono più solo i prezzi alle stelle del grano a preoccuparci, ma il rischio di carenza di questa materia prima anche in Italia” questo l’allarme lanciato da Federalimentare in conseguenza del blocco russo nei porti ucraini.

Il prezzo del grano è aumentato da febbraio a oggi del +52% e solo nell’ultimo mese l”aumento è stato del +16%. A questo problema oggi se ne aggiunge un altro, spiega Vacondio: “Ho sempre detto che l’Italia non avrebbe mai avuto problemi di approvvigionamento di cereali, ma una serie di eventi hanno cambiato questa condizione”. “In parte il problema è logistico, perché il blocco sul mar Nero non permette all’Ucraina di esportare, mentre dall”altra parte la Russia ha ridotto le sue esportazioni. C”è poi un problema di ritenzione, perché quasi tutti i paesi europei esportatori stanno rallentando l’offerta/export”.

“La conseguenza è che non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in paesi come l”Italia, importatore per il 60% di grano tenero, rischiamo di assistere a concrete difficoltà di approvvigionamento di cereali. Se le cose andranno avanti in questo modo, la mancanza di offerta che si sta verificando si ripercuoterà su aziende alimentari e consumatori molto più duramente di quanto non stia già accadendo con l’aumento dei prezzi, tanto più che i cereali sono trasversali a tutti i settori alimentari e quindi questa situazione non sarà relativa solo a qualche prodotto, ma a tutta la filiera (carne, uova, pasta, formaggi, latte, ecc)”.

Per il vincitore un premio di 2mila euro e la possibilità di partecipare alla finale internazionale ECOTROPHELIA EUROPE 2022 al SIAL di Parigi. Menzione speciale a La Merendina Desiré

È stato il biscotto Malrubà, ideato dalla Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte, il vincitore di Ecotrophelia Italia, il concorso che mira a favorire l’eco-innovazione nello sviluppo di nuovi prodotti alimentari industriali organizzato da Federalimentare e patrocinato da ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), Fondazione FEI (Food Education Italy), CLAN (Cluster Agrifood Nazionale) e OTAN (Ordine Nazionale Tecnologi Alimentari), con il supporto del Progetto europeo PEFMED PLUS “Sharing and transferring Product Environmental Footprint experiences and methods to neighbouring countries of the Adriatic agri-food sector”, che si è svolto questa mattina a Cibus.

Nato dall’idea di migliorare i livelli di impatto ambientale associati ai processi di produzione e di valorizzare la sostenibilità e il riutilizzo dei sottoprodotti agroalimentari, il concorso, che quest’anno è arrivato alla sua XII edizione, è ormai diventato un appuntamento imprescindibile per gli studenti delle università e degli istituti tecnico scientifici italiani afferenti al settore alimentare che vogliono proporre al mondo industriale nuove idee e soluzioni originali. I numeri lo dimostrano: negli anni, la competizione ha visto il coinvolgimento di 15 università, 6 istituti tecnico scientifici italiani, oltre 60 squadre e più di 300 studenti.

Il concorso ha visto 5 squadre coinvolte, ognuna delle quali ha presentato un prodotto tra i più innovativi proposti negli ultimi anni. A vincere sono stati i biscotti Malrubà, ideati dalla Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte, fatti con farina di canapa e crema di fagioli cannellini e carruba, sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Grazie a questa idea, la Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte si è aggiudicato il premio di 2mila euro e la possibilità di partecipare alla finale internazionale di Ecotrophelia Europe 2022 che si svolgerà al SIAL – Salone Internazionale del Cibo – a Parigi nel mese di ottobre 2022.

Oltre ai Malrubà, in gara anche La merendina Desiré, che ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria. Questo prodotto, ideato dall”Università di Parma e dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, è una crostatina di pasta frolla con bucce d’uva e un ripieno di crema alla zucca, amica dell’ambiente perché contribuisce a ridurre lo spreco alimentare ridando valore ad ingredienti poco utilizzati che spesso vengono ingiustamente scartati ma che contengono ancora sostanze utili per il nostro corpo. In concorso anche i Cicersticks, grissini di farine alternative (cicerchia e grano saraceno) a basso contenuto di grassi e con un alto valore proteico, un prodotto gluten free, salutare e ecosostenibile poiché privo di grandi impatti ambientali, dalla produzione alla commercializzazione (create da ITS Agroalimentare Puglia Area Tecnico Scientifica); Le genzianelle, ciambelline a base di vino e radici di genziana create grazie allo scarto del processo produttivo del liquore che, diventando materia prima delle ciambelline “circolari”, le arricchisce di molecole attive nutraceutiche (create da ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy Sistema Agroalimentare); infine Valpiù, una barretta la cui innovazione sta nell’utilizzo e nella valorizzazione di materie prime di scarto, ideata da ITS Fondazione E.A.T. Eccellenza Agroalimentare Toscana.

A decretare chi tra questi prodotti ha meritato la vittoria, facendo vincere i Malrubà, è stato un panel di giurati selezionati tra gli altri, dal mondo della nutrizione, della ricerca in campo energia e ambiente e, ovviamente, dell’impresa. A presiedere la giuria il presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare Guglielmo Gennaro Auricchio, mentre tra i membri Dario Siggia (Ministero dell’Istruzione), Antonella Del Fiore (ENEA), Evelina Flachi (FEI), Daniele Rossi (CLAN) e Dario Posillipo (OTAN).

“Ecotrophelia si conferma un appuntamento imprescindibile – ha detto Guglielmo Gennaro Auricchio, presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare – a testimonianza di quanto innovazione e sostenibilità siano due caratteristiche essenziali nella nostra industria. Solo facendo sempre più attenzione a questi aspetti infatti potremo progredire come settore ed essere sempre più vicini a ciò che vuole il consumatore: mangiare bene, sano e in modo rispettoso per l’ambiente”.

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“Un’inflazione alta, il caro materie prime e il caro energia non potevano che portare a una situazione del genere sui mercati interni che già prima di questa combinazione di eventi erano stagnanti e continuavano a perdere punti percentuali” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta i dati Istat delle vendite al dettaglio di marzo, che vedono una caduta dell’alimentare e un netto ampliamento della forbice fra il trend delle vendite del food&beverage e quello delle vendite non alimentari. “Il nostro settore si posizione così nel perimetro più critico delle vendite del mese, sia in termini assoluti che di dinamica inflazionistica” dice Vacondio.

Nel dettaglio, le vendite alimentari evidenziano un calo del -0,5% del tendenziale in valore sul marzo 2021, malgrado la crescita dei prezzi al consumo del comparto, e un calo vistoso del parallelo tendenziale in volume, pari al -6,0%, senza precedenti recenti. Il differenziale di 5,5 punti fra i due delta coincide perfettamente con la variazione tendenziale dei prezzi alimentari al consumo di marzo precedentemente diffusa dall’Istat (+5,5%). A questo si aggiunga che, i “discount alimentari” mostrano variazioni tendenziali in valore del +7,6% a marzo e del +8,0% nel trimestre, molto più alte di quelle registrate negli ultimi mesi 2021. Le vendite alimentari delle “piccole superfici”, infine, ritornano penalizzate, dopo le buone performance di fine 2021, con variazioni tendenziali in valore del -3,0% a marzo e del -0,9% nel trimestre.

A fianco, le vendite del perimetro “non alimentare” mostrano nel mese di marzo variazioni tendenziali a due cifre, pari al +11,6% in valore e al +10,4% in volume. Salta all’occhio la differenza con i trend del food&beverage, come anche la compressione del fattore prezzi in questo ambito, con “soli” 1,2 punti di differenza fra trend in valore e volume.

“Una situazione in cui non vedo grandi margini di miglioramento neanche nel prossimo futuro. Per questo, come industria alimentare dobbiamo puntare sull”export, in particolare quello extra UE. Uno su tutti, gli USA, che nel 2021 ha fatto registrare un +14,0% sull’anno precedente e che si prepara a diventare il nostro primo mercato di esportazione” – conclude Vacondio.

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Parma, 4 maggio 2022 – Il sistema agroalimentare italiano, immerso nel complesso ed incerto contesto di emergenza globale dettato dalla pandemia, dai recenti eventi politico-economici determinati dalla guerra in corso e dal cambiamento climatico in atto, deve affrontare molteplici sfide di carattere tecnologico e sociale: la gestione sostenibile delle risorse naturali connessa anche all’approvvigionamento, la sempre maggiore attenzione alla salute, alla nutrizione, alla sicurezza alimentare e al Made in, la bioeconomia circolare e l’efficienza del sistema “farm to fork”, la competizione crescente con le nuove economie agroalimentari. Sono questi alcuni dei principali temi trattati nell’evento “Agrifood R&D trends topics: le nuove frontiere tecnologiche dell’agroalimentare italiano per raccogliere le sfide del PNRR”, organizzato oggi nella prestigiosa cornice di CIBUS PARMA dal Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N., l’Associazione multistakeholder nel settore Agrifood che aggrega, sotto il coordinamento di Federalimentare e ART-ER, Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca e Rappresentanze territoriali.

“L’agroalimentare è stato il sistema più resiliente durante la pandemia, confermando le sue caratteristiche anticicliche – commenta il Presidente del Cluster CL.A.N., Dr. Mauro Fontana – Tuttavia, la delicata e incerta situazione geopolitica internazionale ha mostrato la sua vulnerabilità su diversi fronti, da quello energetico, alla logistica, al costo di alcune materie prime fondamentali. In questo quadro, il Cluster CL.A.N. – aggiunge il Presidente Fontana – potrà dare un contributo significativo al consolidamento e al rilancio della competitività della filiera, favorendo il dialogo tra Imprese, Territori e Ricerca sui temi strategici dell’Innovazione e della formazione del capitale umano”.

Durante l’evento è stato presentato, con il contributo del Comitato Tecnico – Scientifico del CL.A.N. e di altri esperti di riconosciuta competenza (Antonio Logrieco – CNR ISPA, Claudia Zoani – ENEA, Gianni Galaverna – Università degli Studi di Parma, Vincenzo Gerbi – Università degli Studi di Torino) che ne hanno redatto il contenuto, anche grazie alla testimonianza di aziende leader (Roberto Ciati – Barilla, Giovanni Sorlini – Inalca, Rosa Prati – Caviro, Roberto Menta – Soremartec Ferrero), il Position Paper sui trend tecnologici del Cluster.

“Il documento – commenta il Presidente del Comitato Tecnico – Scientifico, Dr. Massimo Iannetta (responsabile della Divisione Biotecnologie e Agroindustria dell’ENEA) – rappresenta la risposta del Cluster alle principali sfide per l’innovazione del settore poste dal PNRR, ma anche a livello europeo e internazionale, (“Green Deal – Farm to Fork”, “One Health”, “Horizon Europe”, SDGs dell’ONU), attraverso l’individuazione di quattro grandi tematiche strategiche su cui investire, dalla “Decarbonizzazione dei sistemi agroalimentari”, alla “Tracciabilità dei prodotti agroalimentari, logistica e piattaforme fisiche e digitali”, al “Made in Italy e One Health”, alla “Valorizzazione dei Foods by product e riduzione degli sprechi”. Il Presidente Iannetta precisa, inoltre, che “alla luce del ruolo istituzionale del Cluster, sarà organizzata una cabina di regia volta, tra gli altri obiettivi, a monitorare l”attuazione degli interventi del PNRR in linea con il Position Paper sui trend tecnologici, promuovendo il coordinamento tra i livelli nazionale e regionale”.

Al dibattito sulle potenzialità e prospettive di crescita del settore agroalimentare sono intervenuti il Delegato MUR per il Cluster VI “Food, Bioeconomy, Natural Resources, Agriculture and Environment” del Programma Horizon Europe 2021-2027, Prof. Danilo Porro, e il Dr. Giacomo Vigna, Dirigente della DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese del MiSE.

In fiera, anche un’area destinata alle proposte innovative. Vacondio: “Tradizione e innovazione sono il binomio vincente dell’industria alimentare e di Cibus”

Sono state premiate oggi a Parma le cinque aziende vincitrici di Cibus4Sustainability, il progetto ideato da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con PwC, dedicato alla diffusione di esempi virtuosi di sostenibilità lungo la filiera alimentare, dalla produzione, alla trasformazione e fino alla distribuzione.

L’obiettivo del progetto era individuare le best practice della filiera agroalimentare e dei retailer a livello nazionale e internazionale, purché in esposizione a Cibus, seguendo quattro filoni principali: il packaging eco-sostenibile, un settore in cui tutta la filiera alimentare gioca un ruolo fondamentale per l”attenzione agli imballaggi e alla gestione del loro intero ciclo di vita; l’efficenza energetica, un tema caro a tutta la filiera alimentare che la considera un driver competitivo per contribuire agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; lo spreco alimentare, che oltre a rappresentare una perdita di risorse preziose e un danno economico, ha anche un impatto negativo sul cambiamento climatico; la sostenibilità sociale, cioè l”adozione e la promozione di pratiche di business socialmente responsabili che possono innescare una reazione a catena positiva lungo tutta la filiera alimentare.

Cinque sono state le aziende che, secondo il comitato scientifico composto da Food Social Impact, Future Food Institute, Gambero Rosso, PwC, Università di Parma, hanno meritato la vittoria. In particolare, per l’eco-packaging, ha vinto l’azienda Agricola san Salvatore, per l’efficenza energetica è stato premiato il Consorzio Prosciutto di Parma, per quanto riguarda lo spreco alimentare Nestlé Italia si è aggiudicato il primo premio, mentre per la sostenibilità sociale a vincere è stata l’azienda Zanetti.

Non solo: proprio durante la quattro giorni dedicata alle imprese Made in Italy del food and beverage, è stata allestita un’area destinata alle proposte innovative in cui tutti i partecipanti al Cibus4Sustainability hanno potuto esporre le proprie. Un modo per fare sistema dell’innovazione e per scambiarsi idee.

“La sostenibilità è uno dei cardini dell’industria alimentare che in tempi non sospetti ha lavorato intensamente su questo tema – ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio nell’intervento introduttivo – Quando parliamo di sostenibilità parliamo sempre di quella ambientale, economica e sociale perché crediamo che esse siano tre dimensioni inscindibili, per cui se una viene a mancare, anche le altre verranno necessariamente meno. A questo c’è da aggiungere che l’innovazione ci dà oggi una grande mano per lavorare in maniera sempre più sostenibile. Tradizione e innovazione, allora, sono il binomio vincente che caratterizza questo evento ma anche il binomio vincente dell’industria alimentare e di Cibus”.

Una raccolta di fondi e di prodotti alimentari a sostegno della onlus milanese attiva sul territorio ucraino è stata presentata congiuntamente a Cibus

Milano, 3 maggio 2022 – Continua la mobilitazione del mondo fieristico e produttivo in aiuto alla popolazione ucraina. Dopo l’invio di convogli umanitari per le Fiere di Varsavia e Poznam promosso da Fondazione Fiera Milano con Fondazione Progetto Arca, è stata presentata questa mattina a Cibus una nuova iniziativa che vede coinvolte, insieme alle due Fondazioni, anche Fiere di Parma e Federalimentare.
Si tratta di una raccolta di fondi per la realizzazione e il reperimento di prodotti alimentari per due mense, a Černivci e Mostys”ka, due città ucraine di confine, la prima vicino alla Romania, la seconda alla Polonia, dove si raggruppano gran parte dei profughi, realizzate e gestite da Fondazione Progetto Arca grazie ai suoi volontari.
La prima mensa a Černivci è già attiva e garantisce attualmente circa duemila pasti al giorno. La seconda a Mostys”ka garantirà circa mille pasti al giorno. Entrambe sono dotate di cucine mobili dove vengono preparati i pasti caldi a colazione, pranzo e cena. Accanto alle due strutture sono stati allestiti: un’area per la distribuzione di beni di prima necessità, bagni e docce più uno spazio nursery per neonati, un’area interna e una esterna (con gonfiabili) dedicata ai bambini. Il numero di volontari impegnati in tutte e due le aree va da 30 a 50 in turnazione.
Fondazione Fiera Milano con tutto il Gruppo Fiera Milano ha messo a disposizione risorse, relazioni e capacità logistiche e lo stesso faranno Fiera di Parma e Federalimentare. L’iniziativa è stata annunciata a Cibus dal Presidente di Fiera Milano, Carlo Bonomi.
Per la raccolta fondi è stato aperto un conto corrente dedicato grazie al quale aziende e privati possono effettuare donazioni in denaro: Unicredit Banca IBAN IT35L0200801619000106043882 intestato a Fondazione Progetto Arca – Causale: Emergenza Ucraina.
La raccolta alimentare è rivolta a tutte le aziende del settore che possono contribuire con donazioni di prodotti. Fra quelli maggiormente necessari per garantire la preparazione dei pasti, riso, pasta, passata di pomodoro, scatolame (legumi, piselli, carne, tonno) latte, biscotti, grissini, pane e crackers, bevande (acqua, succhi, bevande) dolci, cibo per animali e dadi per il brodo, oltre a piatti, posate, tovaglioli possibilmente compostabili.

Il presidente Vacondio: "Nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni è il compito del futuro. Serve un nuovo modello di diplomazia alimentare”

“Può sembrare strano essere a Cibus per celebrare il food&beverage Made in Italy considerando il difficile contesto internazionale e le preoccupanti conseguenze che anche l’Italia sta subendo. Ma io credo che questa assemblea sia la più importante non malgrado la situazione che stiamo vivendo, ma proprio a causa di quanto sta accadendo”. Così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ha esordito all’assemblea generale della federazione che si è tenuta oggi a Cibus.

L’assemblea “Dal Covid alla guerra: il diritto al cibo, la coesione sociale. Il ruolo dell’industria alimentare”, che ha visto la partecipazione anche del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, del Senatore Pier Ferdinando Casini, del Segretario Generale del Banco Alimentare e Membro del Board European Food Bank Federation Marco Lucchini, del Direttore del Centro Studi di Confindustria Alessandro Fontana e del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, è stata anche l’occasione per fare il punto sul settore. Un comparto che, nel 2021, ha chiuso con un fatturato di 155 miliardi di euro (considerando la sola industria alimentare), di cui 40 di esportazioni (che diventano 50 se consideriamo l’agroalimentare). Su queste cifre dell’export pesa la performance degli USA. Nel 2021 la quota di esportazioni in America del food&beverage nazionale ha infatti raggiunto un +14,0% sull’anno precedente, dando un segnale importante anche rispetto a quanto sta accadendo a livello geopolitico: gli Stati Uniti si preparano a diventare il nostro primo mercato di riferimento per quanto riguarda l’export, con crescite consistenti anno su anno.

Questa assemblea è anche l’ultima per Vacondio che, dopo quattro anni, giunge alla fine del suo mandato. Una presidenza in cui sono state affrontate situazioni complesse, come la pandemia e ora una guerra ai confini dell’Europa. Sfide inaspettate che hanno cambiato per sempre la nostra consapevolezza su questioni che davamo per scontate, una su tutte il cibo, considerato dalle ultime generazioni come qualcosa di sicuro e di certo, con prezzi sempre accessibili. “La pandemia prima e la guerra ora ci hanno messo di fronte alla vulnerabilità del nostro sistema alimentare e ci hanno fatto notare il rapporto stretto, strettissimo, tra la pace e il cibo, sottolineando la funzione di stabilizzatore sociale di quest’ultimo – e continua il presidente – Non mi riferisco solo a quanto sta accadendo nei territori in guerra, ma al fatto che, proprio a causa della guerra, sia iniziato un forte ridisegno delle catene di approvvigionamento con conseguenze che solo in parte possiamo prevedere. Questo perché il problema non riguarda solo i paesi coinvolti nel conflitto, ma tutto il pianeta”.

“L’aumento dei prezzi delle materie prime, quello dell’energia, ma anche l’aumento dei costi dei trasporti, dei container e dei noli si ripercuotono sulla filiera del food&beverage, mostrandoci molteplici fragilità”. Parole avvalorate anche dai numeri, con un’inflazione che in Italia ad aprile si è attestata al 6,2%, dopo il 6,7% di marzo, con una lieve diminuzione quindi, ma con un livello che non si registrava dal settembre 1991.

“Oltre a risolvere i problemi che da questo cambio di paradigma si sono venuti a creare, allora – dice Vacondio – sarà importante iniziare a pensare a un nuovo modello di diplomazia alimentare da perseguire con un duplice obiettivo: nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni. Un obiettivo ambizioso che solo l’Europa unita può risolvere”.

“Dal nostro punto di vista, mi sento di poter dire che l”industria alimentare ha avuto un ruolo esemplare nonostante le grandi crisi che sono arrivate all’improvviso e le cui conseguenze sono ricadute in primis sul food&beverage” continua Vacondio. Nel periodo pandemico, infatti, il settore ha fatto il possibile per garantire il cibo sulle tavole degli italiani, non prestando il fianco a inutili allarmismi ma anzi lavorando sodo per tranquillizzare tutti i consumatori, già preoccupati per la situazione sanitaria. “La possibilità che venisse a mancare il cibo durante il Covid – ricorda Vacondio – è uno spettro che abbiamo subito allontanato con il duro lavoro”. Con l’aumento prima delle materie prime e poi dell’energia, inoltre, l’industria alimentare ha fatto fronte per molti mesi a quasi tutti i costi: stiamo parlando di rincari del 50% per il grano duro, dell’80% per quello tenero, di oltre il 90% per il mais, senza considerare gli aumenti esponenziali dell’energia che le imprese hanno subito.

Una condizione per nulla semplice che si sta ripercuotendo tuttora sui prezzi alla produzione dell’industria alimentare che hanno segnato a febbraio un tendenziale del +9,0%, dopo aver
chiuso nel dicembre 2021 sul +6,6%. D’altra parte, la crescita tendenziale dei prezzi alimentari al consumo è salita ad aprile al +6,3%, dopo il +5,5% di marzo. Nel complesso, tra alimentari lavorati e non, l’Istat segnala che la crescita del cosiddetto “carrello della spesa” si porta al +6,0%. È un aumento preoccupante e i prezzi alla produzione dell’industria alimentare degli ultimi mesi ci dicono che la pressione a monte dei costi di produzione alimentare è lontana dall’essersi scaricata ragionevolmente sul cosiddetto “costo della vita”.

“Queste sono state senz’altro le battaglie più difficili che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi quattro anni, ma non le uniche. Ne ricordo qui solo un’altra: quella contro il Nutriscore, il sistema di etichettatura francese che, quando ho iniziato il mio mandato, sembrava destinato a diventare il prescelto dalla maggioranza dei paesi europei e che invece oggi è indebolito dal lavoro che la nostra federazione, insieme a tutta la filiera e alle istituzioni italiane, ha portato avanti, presentando un sistema alternativo, il NutrInform battery, scongiurando il rischio di compromessi al ribasso”.

“Questi citati sono naturalmente solo alcuni dei punti su cui, come seconda manifattura del Paese, abbiamo voluto batterci per riconquistare il ruolo che ci spetta, cioè quello di attore protagonista della rappresentanza dell’industria alimentare” dice Vacondio. “È l”obiettivo più importante? Certo che no. Ma è l’obiettivo che mi ero posto e che vorrei rappresentasse un punto di partenza essenziale per far fronte alle sfide future” ha concluso il presidente.

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