Federalimentare

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Rimini, 10 novembre 2022 – Sicurezza alimentare e transizione ecologica sono un binomio possibile grazie al ruolo delle tecnologie, che hanno fatto ingresso nel settore primario e della trasformazione con una visione innovativa e sostenibile.

È quanto è emerso nella tavola rotonda stamani a Ecomondo “Farm to Fork 2.0: filiere agroalimentari rigenerative, food security, competitività economica” con i presidenti di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti; di Federalimentare, Ivano Vacondio, di Federchimica Assofertilizzanti, Giovanni Toffoli; di Federchimica Agrofarma, Riccardo Vanelli, e la vicepresidente di Federchimica Assobiotec, Elena Sgaravatti.

L’Italia, rispetto agli obiettivi della Farm to Fork, ha fatto molto, tuttavia – come è emerso nella relazione di Denis Pantini di Nomisma, che ha introdotto i temi della tavola rotonda – le recenti proposte normative, quali il regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e la direttiva emissioni, potrebbero penalizzare pesantemente il nostro sistema agroalimentare e di conseguenza mettere a rischio la nostra “food security”.

“Nel dibattito relativo alla transizione ecologica – ha detto Massimiliano Giansanti – il settore primario è spesso sul banco degli accusati, tuttavia gli agricoltori stanno pagando duramente gli effetti della crisi climatica. L’interesse a intraprendere il percorso della sostenibilità è, quindi, vivo e reale, guidato dalla necessità di coniugare la salvaguardia dell’ambiente e della competitività aziendale. Purtroppo, nel dibattito in corso si tende ancora a contrapporre la sostenibilità ambientale con quella economica. La sicurezza alimentare, per il momento, è garantita ma non è scontata per sempre, ha bisogno di attenzione, di cure e di rinnovate strategie che la preservino. La strada prefigurata dalla commissione, fatta di divieti, tagli e burocrazia, mette a rischio il potenziale produttivo delle aziende e la sicurezza dei rifornimenti”.

“In merito al Farm to fork – ha affermato Ivano Vacondio – da subito ci siamo ripromessi di lottare per affermare il principio per il quale la sostenibilità va sempre vista in tutte le sue componenti (sociale, ambientale ed economica) ed evitare che si trasformi esclusivamente in uno strumento di politica commerciale tendente a compromettere interi settori e mettendo fuori mercato molti prodotti del Made in Italy alimentare, che rappresenta il fiore all’occhiello del nostro Paese. Fortunatamente qualche segnale positivo lo stiamo registrando. È il caso dell’etichettatura fronte pacco (FOP) – una proposta fortunatamente ancora in gioco. La Commissione sembra essersi resa conto della complessità del tema e delle ricadute di una eventuale scelta inadeguata sulla stabilità del mercato unico”.

“La sfida della sostenibilità – ha detto Elena Sgaravatti – corre parallela a quella della produttività e il sistema agroalimentare italiano deve affrontarle entrambe. Come conciliarle? Certamente una gestione oculata di tutte le risorse e le prospettive della digitalizzazione vanno in questo senso. Ma le scienze della vita, le biotecnologie avanzate, continueranno ad avere un ruolo determinante. La possibilità di intervenire con i metodi precisi del genome editing, per noi Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), capaci di valorizzare la straordinaria biodiversità del patrimonio varietale italiano, apre strade che dobbiamo percorrere con determinazione. Produrre cibo abbondante e sicuro per tutti e difendere la competitività del “made in Italy” su tutti i mercati è quello che dobbiamo porci come obiettivo, disponendo di nuove varietà resistenti alle avversità e adeguate alle nuove condizioni climatiche. Questo può avvenire solo se disporremo di un quadro normativo adeguato e di investimenti sull’innovazione orientati a sostenere le eccellenze della nostra ricerca, che consentano di trasferire rapidamente al campo coltivato i successi ottenuti in laboratorio.”

“La nostra industria – ha affermato Riccardo Vanelli – condivide l’obiettivo di un sistema agroalimentare più sostenibile e ha assunto degli impegni volontari nelle aree dell’innovazione, della formazione e dell’economia circolare che vanno proprio in questa direzione. Ma abbiamo bisogno di un contesto normativo che valorizzi l’introduzione di nuove soluzioni e che, al contempo, tuteli la competitività del Made in Italy, e non di limiti quantitativi fissati senza un’adeguata valutazione d’impatto complessiva”.

“Grazie anche al nuovo Regolamento fertilizzanti – ha commentato Giovanni Toffoli – le imprese del settore stanno portando avanti attività di ricerca per prodotti sempre più sostenibili ed efficaci. Non possiamo, però, non considerare le criticità che stiamo vivendo in questo periodo storico, tra crisi energetica e conflitto in Ucraina. Per questo motivo – ha concluso – auspichiamo un sostegno concreto da parte delle istituzioni per garantire la capacità produttiva europea, ribadendo l’importanza della fertilizzazione per la sicurezza alimentare”.

Vacondio: “Il cibo è una questione centrale. Report di oggi è punto di partenza per raccontare l’evoluzione dell’industria alimentare attraverso la lente della sostenibilità”

Parma, 25 ottobre – Presentato oggi a Parma il primo report sulla sostenibilità di Federalimentare relativo alle attività svolte nel 2021, predisposto con il supporto di Deloitte. Volto ad illustrare l’impegno della Federazione riguardo alla sostenibilità, da intendersi nella sua più ampia accezione, il report è stato presentato oggi nell’ambito di Cibus Tec, alla presenza di Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader, Paolo Andrei, Rettore università Parma e Antonio Matonti, Direttore Affari Legislativi Confindustria. Al suo interno, sono elencati i principali ambiti di azione in cui la federazione ha operato nel 2021, un anno di ripresa da una crisi economica e sociale senza precedenti che, insieme alle recenti difficoltà legate alle risorse e all’approvvigionamento, ha mostrato da un lato la centralità del settore e dall’altro l’importanza di sviluppare un sistema alimentare sempre più solido e resiliente. Su queste basi, il report fornisce una panoramica del settore – dai numeri dell’industria del food&beverage, alle politiche nutrizionali messe in atto, dall’attenzione ambientale, alle attività formative, dalle attività fieristiche, all’internazionalizzazione – che è anche uno strumento per capire come agire, mettendo al centro delle priorità le dimensioni ambientali, sociali ed economiche al fine di accompagnare la filiera verso modelli di produzione e consumo sempre più evoluti. In questo contesto, l’industria alimentare può giocare un ruolo unico per la ricchezza che produce, l’occupazione che crea, l’immagine che rappresenta nel mondo e le grandi potenzialità che la caratterizzano.

“La questione della sostenibilità non è ovviamente un tema nuovo, ma è una questione sempre più urgente soprattutto per la nostra industria che crea prodotti di importanza primaria per le persone. Una imprescindibilità che il 2021 e l’anno in corso ci stanno mostrando una volta di più, ribaltando completamente l’idea piuttosto comune del cibo come qualcosa di scontato – ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, che ha aggiunto – Lungi da essere un elemento ovvio, ciò che mangiamo è strettamente interconnesso con ciò che ci accade intorno. Il cibo, cioè, è una questione centrale e proprio per questa ragione ha senso parlare di sostenibilità. Una sostenibilità che deve essere ambientale, che è la grande sfida del nostro tempo, sociale ed economica. In questo senso è importante che coesistano istanze differenti come ad esempio la volontà di sprecare meno possibile, la volontà di mantenere alti i livelli occupazionali e la volontà di esportare sempre di più in sempre più Paesi e che vengano portate avanti insieme e con lo stesso impegno. Il report che presentiamo oggi, allora, si propone di essere proprio il punto di partenza di un percorso che nel tempo può raccontare l’evoluzione della federazione dell’industria alimentare italiana attraverso la lente della sostenibilità – conclude Vacondio.

“Il tema della sostenibilità costituisce da tempo uno degli ambiti nei quali l’Università di Parma si sta impegnando con grande determinazione, coinvolgendo tutte le sue missioni principali (didattica, ricerca e rapporto con la società) – ha dichiarato il Rettore Paolo Andrei – Si tratta di un principio di primaria importanza nelle sue implicazioni economiche, sociali e ambientali, e sul quale si gioca una partita fondamentale per il nostro presente e per il nostro futuro: una responsabilità da cui nessuno può esimersi e che coinvolge pienamente l’intera filiera delle produzioni e dei consumi alimentari”.

“In un contesto così complesso come quello attuale, la sostenibilità è ormai una dimensione imprescindibile per le imprese, anche per quelle del settore Food&Beverage” – conclude Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader. “Per le aziende è infatti essenziale ormai dotarsi di una strategia climatica, sia nel breve che nel lungo termine, che deve tenere conto degli aspetti ambientali, economici e sociali e declinarsi in obiettivi concreti in termini di metriche, processi e rendicontazione. Per questo siamo lieti di aver supportato Federalimentare nella realizzazione del loro primo report dedicato a tali aspetti”.

Comunicato Stampa

L’Assemblea di Federalimentare ha eletto Paolo Mascarino alla presidenza della Federazione per il quadriennio 2023-2026. Mascarino succederà a Ivano Vacondio a partire dal 1° gennaio 2023.

Paolo Mascarino è Vice Presidente Affari Istituzionali del Gruppo Ferrero e già Vice Presidente di Federalimentare con delega alla Nutrizione, Informazione al Consumatore e Educazione alimentare.

Nel ringraziare per la fiducia, Mascarino ha assicurato agli associati “il massimo impegno per garantire che Federalimentare sia unita, autorevole, efficace e competente così da poter affrontare adeguatamente le complesse sfide future”.

Comunicato Stampa

“Finalmente dopo tanti tentativi andati a vuoto, questo accordo rappresenta un segnale positivo” così il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, commenta l’accordo sull’export di grano (e non solo) tra Ucraina e Russia che dovrebbe essere firmato oggi pomeriggio.

“Come conseguenza alla notizia della firma, questa mattina i fondi ne hanno preso atto, riducendo i quantitativi che avevano nel loro portafoglio e causando una perdita del 5% del valore in pochi minuti” prosegue Vacondio, che aggiunge “Ora bisogna attendere le ricadute che avremo sui prezzi delle transazioni nelle borse merci tra gli operatori del settore. Uno scenario su cui sapremo di più solo nei prossimi giorni”.

“Questo accordo era comunque quello di cui avevamo bisogno non solo da un punto di vista economico per il nostro Paese, che è costretto a importare il 50% dei cereali di cui necessita, ma soprattutto per la sicurezza alimentare di paesi come quelli nord africani e del bacino del Mediterraneo”.

“Adesso aspettiamo di conoscere i particolari dell’accordo. Bisognerà sapere al più presto la quantità e i tipi di cereali, ma anche dove e se verranno consegnati sul mercato in tempi ragionevoli” conclude il presidente di Federalimentare.

Comunicato Stampa

“Serve il massimo senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche affinché in un momento così complesso a livello nazionale e internazionale non si arrivi alla caduta del Governo e quindi alle elezioni”. Questa la posizione di Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, sulla crisi di Governo che si è aperta l”altro ieri. Una posizione che va ad aggiungersi a quella di Confindustria, che con una nota stampa, ha auspicato “che l’azione del Presidente Draghi prosegua per il bene del Paese, delle imprese e delle famiglie italiane”.

Oltre a obiettivi comuni quali l’implementazione del PNRR, la legge di bilancio 2023 e le riforme strutturali, alla crisi innescata dal conflitto in Ucraina, agli impegni assunti dal Governo con il Paese e alla necessità di avere un chiaro indirizzo in relazione all”Europa, è l’emergenza legata al sistema alimentare a preoccupare Federalimentare. “In primis c”è la questione dell’aumento dei prezzi che, per quanto riguarda il cibo, significa una crescita sempre maggiore della disparità alimentare, con più consumatori che non possono permettersi una dieta sana ed equilibrata. Legata a questo tema c’è quello che riguarda la sicurezza alimentare, una tematica che ha bisogno della massima attenzione perché la carenza delle materie prime non deve in alcun modo portare a un abbassamento degli standard di ciò che mangiamo. Infine, c’è la battaglia contro il Nutriscore, su cui l’Italia si è sempre presentata compatta di fronte istituzioni europee e mai come ora è necessario che il nostro Presidente del Consiglio abbia l’autorevolezza di difendere gli interessi del nostro Made in Italy e della nostra dieta mediterranea”.

“Questo è per tutti un momento di grande crisi, in cui persino il cibo, che da decenni è stato dato per scontato, è vittima dell’instabilità della situazione internazionale. Un’instabilità anche interna non farebbe che aggravare ancora di più un clima già tesissimo” conclude il presidente di Federalimentare.

IL 6 GIUGNO ALL’HUB DI FMTS GROUP IL CONFRONTO TRA RAPPRESENTANTI DI SETTORE, ISTITUZIONI, IMPRESE, MONDO DELLA FORMAZIONE E DELLA RICERCA

Pontecagnano Faiano (SA), 6 giugno 2022. La lunga emergenza generata dalla pandemia ha evidenziato la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione anche in un settore tradizionale come quello agroalimentare, nel quale le tecnologie 4.0 tendono a penetrare più lentamente che in altri comparti, proprio per via delle caratteristiche spesso ancora artigianali delle produzioni.

Quello del Food and Beverage italiano è un contesto imprenditoriale estremamente diffuso, con una prevalenza significativa di PMI, in cui la tradizione e il forte legame con il territorio convivono con una costante innovazione dei processi di produzione e dei prodotti.

Il lockdown degli scorsi anni ha favorito la crescita dell’e-commerce e del food delivery nel settore agroalimentare e ha comportato il ricorso forzato a strumenti quali lo smart working e lo smart learning, dando centralità alla ricerca, all’innovazione, ma soprattutto alla formazione del capitale umano, indispensabile per colmare il gap di professionalità altamente specializzate e difficili da reperire.
Alla luce di questa premessa e considerate le misure previste dal PNRR per favorire il rilancio del sistema produttivo nazionale attraverso le leve strategiche dell’innovazione e della digitalizzazione, come si sta attrezzando il sistema agroalimentare italiano e il mondo formativo del nostro Paese per far fronte alla sfida delle competenze 4.0?

Sono questi alcuni dei principali temi trattati nel corso dell’evento “Competenze digitali per il settore Agrifood”, organizzato ieri dal Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N., l’Associazione multistakeholder nel settore Agrifood che aggrega, sotto il coordinamento di Federalimentare e ART-ER, Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca e Rappresentanze territoriali, assieme a FMTS Group che ha ospitato l’evento nel suo Hub.


“Il Cluster Agrifood, con i suoi oltre cento soci – afferma il Presidente del Cluster Mauro Fontana – è pronto a giocare un ruolo in prima linea al fianco delle Istituzioni del Paese per rispondere alle sfide del PNRR e rilanciare la competitività del Made in Italy alimentare sui mercati internazionali, ponendo al centro della sua strategia di sviluppo la valorizzazione del capitale umano, al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro qualificato”.

“Siamo onorati di aver ospitato nel nostro Hub il Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N. che sta facendo un lavoro straordinario per la promozione e la valorizzazione della filiera agroalimentare – ha commentato Giuseppe Melara, Presidente e AD di FMTS Group – Oggi assistiamo ad una innovazione così spinta per la quale è necessario un confronto continuo tra coloro che rendono operativa la filiera stessa. Intercettare best-practice, metterle a sistema e creare occasioni di dialogo tra istituzioni, imprese, mondo della ricerca e della formazione sono e saranno le grandi occasioni per il cambiamento”.

Partendo dagli stimoli e dagli indirizzi forniti dal White Paper “Il digitale e l’innovazione tecnologica a supporto dell’agrifood italiano”, presentato da Simone Marchetti (Coordinatore Tavolo Filiere Produttive 4.0 di Anitec-Assinform), i relatori si sono confrontati sulle traiettorie tecnologiche dello smart agrifood a supporto della crescita del settore agroalimentare, con particolare riferimento a quanto evidenziato nella Roadmap del Cluster CL.A.N. illustrata dal Presidente del Comitato Tecnico – Scientifico Massimo Iannetta.

Altri temi oggetti del confronto sono stati l’espansione della digitalizzazione e di come impatta sui processi, sui prodotti, sull’organizzazione e sulle strategie, determinando la richiesta di adeguate conoscenze, l’offerta formativa attualmente disponibile e le nuove metodologie didattiche. Al dibattito sono intervenuti: Simone Orlandini (Chair del GdL CL.A.N. “Analisi e fabbisogno competenze nell’Agrifood”), Michele Distefano (Direttore ENAPRA), Nicola Calzolaro (Direttore Generale Federalimentare), Francesco Loreto (Professore Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Giuseppe Maggi (Direttore tecnico della Fondazione ITS Agroalimentare Puglia), Immacolata Stizzo (Responsabile Area Didattica FMTS Group), Rosario Rago (Presidente Rago Group), Deborah Morriello (Direttrice In Cibum Lab), Igor Calderari (Scientific Officer Assitol), Giovanni Pallavicini (Relazioni Istituzionali Assica).

Comunicato stampa

“Non sono più solo i prezzi alle stelle del grano a preoccuparci, ma il rischio di carenza di questa materia prima anche in Italia” questo l’allarme lanciato da Federalimentare in conseguenza del blocco russo nei porti ucraini.

Il prezzo del grano è aumentato da febbraio a oggi del +52% e solo nell’ultimo mese l”aumento è stato del +16%. A questo problema oggi se ne aggiunge un altro, spiega Vacondio: “Ho sempre detto che l’Italia non avrebbe mai avuto problemi di approvvigionamento di cereali, ma una serie di eventi hanno cambiato questa condizione”. “In parte il problema è logistico, perché il blocco sul mar Nero non permette all’Ucraina di esportare, mentre dall”altra parte la Russia ha ridotto le sue esportazioni. C”è poi un problema di ritenzione, perché quasi tutti i paesi europei esportatori stanno rallentando l’offerta/export”.

“La conseguenza è che non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in paesi come l”Italia, importatore per il 60% di grano tenero, rischiamo di assistere a concrete difficoltà di approvvigionamento di cereali. Se le cose andranno avanti in questo modo, la mancanza di offerta che si sta verificando si ripercuoterà su aziende alimentari e consumatori molto più duramente di quanto non stia già accadendo con l’aumento dei prezzi, tanto più che i cereali sono trasversali a tutti i settori alimentari e quindi questa situazione non sarà relativa solo a qualche prodotto, ma a tutta la filiera (carne, uova, pasta, formaggi, latte, ecc)”.

Per il vincitore un premio di 2mila euro e la possibilità di partecipare alla finale internazionale ECOTROPHELIA EUROPE 2022 al SIAL di Parigi. Menzione speciale a La Merendina Desiré

È stato il biscotto Malrubà, ideato dalla Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte, il vincitore di Ecotrophelia Italia, il concorso che mira a favorire l’eco-innovazione nello sviluppo di nuovi prodotti alimentari industriali organizzato da Federalimentare e patrocinato da ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), Fondazione FEI (Food Education Italy), CLAN (Cluster Agrifood Nazionale) e OTAN (Ordine Nazionale Tecnologi Alimentari), con il supporto del Progetto europeo PEFMED PLUS “Sharing and transferring Product Environmental Footprint experiences and methods to neighbouring countries of the Adriatic agri-food sector”, che si è svolto questa mattina a Cibus.

Nato dall’idea di migliorare i livelli di impatto ambientale associati ai processi di produzione e di valorizzare la sostenibilità e il riutilizzo dei sottoprodotti agroalimentari, il concorso, che quest’anno è arrivato alla sua XII edizione, è ormai diventato un appuntamento imprescindibile per gli studenti delle università e degli istituti tecnico scientifici italiani afferenti al settore alimentare che vogliono proporre al mondo industriale nuove idee e soluzioni originali. I numeri lo dimostrano: negli anni, la competizione ha visto il coinvolgimento di 15 università, 6 istituti tecnico scientifici italiani, oltre 60 squadre e più di 300 studenti.

Il concorso ha visto 5 squadre coinvolte, ognuna delle quali ha presentato un prodotto tra i più innovativi proposti negli ultimi anni. A vincere sono stati i biscotti Malrubà, ideati dalla Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte, fatti con farina di canapa e crema di fagioli cannellini e carruba, sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Grazie a questa idea, la Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte si è aggiudicato il premio di 2mila euro e la possibilità di partecipare alla finale internazionale di Ecotrophelia Europe 2022 che si svolgerà al SIAL – Salone Internazionale del Cibo – a Parigi nel mese di ottobre 2022.

Oltre ai Malrubà, in gara anche La merendina Desiré, che ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria. Questo prodotto, ideato dall”Università di Parma e dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, è una crostatina di pasta frolla con bucce d’uva e un ripieno di crema alla zucca, amica dell’ambiente perché contribuisce a ridurre lo spreco alimentare ridando valore ad ingredienti poco utilizzati che spesso vengono ingiustamente scartati ma che contengono ancora sostanze utili per il nostro corpo. In concorso anche i Cicersticks, grissini di farine alternative (cicerchia e grano saraceno) a basso contenuto di grassi e con un alto valore proteico, un prodotto gluten free, salutare e ecosostenibile poiché privo di grandi impatti ambientali, dalla produzione alla commercializzazione (create da ITS Agroalimentare Puglia Area Tecnico Scientifica); Le genzianelle, ciambelline a base di vino e radici di genziana create grazie allo scarto del processo produttivo del liquore che, diventando materia prima delle ciambelline “circolari”, le arricchisce di molecole attive nutraceutiche (create da ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy Sistema Agroalimentare); infine Valpiù, una barretta la cui innovazione sta nell’utilizzo e nella valorizzazione di materie prime di scarto, ideata da ITS Fondazione E.A.T. Eccellenza Agroalimentare Toscana.

A decretare chi tra questi prodotti ha meritato la vittoria, facendo vincere i Malrubà, è stato un panel di giurati selezionati tra gli altri, dal mondo della nutrizione, della ricerca in campo energia e ambiente e, ovviamente, dell’impresa. A presiedere la giuria il presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare Guglielmo Gennaro Auricchio, mentre tra i membri Dario Siggia (Ministero dell’Istruzione), Antonella Del Fiore (ENEA), Evelina Flachi (FEI), Daniele Rossi (CLAN) e Dario Posillipo (OTAN).

“Ecotrophelia si conferma un appuntamento imprescindibile – ha detto Guglielmo Gennaro Auricchio, presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare – a testimonianza di quanto innovazione e sostenibilità siano due caratteristiche essenziali nella nostra industria. Solo facendo sempre più attenzione a questi aspetti infatti potremo progredire come settore ed essere sempre più vicini a ciò che vuole il consumatore: mangiare bene, sano e in modo rispettoso per l’ambiente”.

Comunicato Stampa

“Un’inflazione alta, il caro materie prime e il caro energia non potevano che portare a una situazione del genere sui mercati interni che già prima di questa combinazione di eventi erano stagnanti e continuavano a perdere punti percentuali” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta i dati Istat delle vendite al dettaglio di marzo, che vedono una caduta dell’alimentare e un netto ampliamento della forbice fra il trend delle vendite del food&beverage e quello delle vendite non alimentari. “Il nostro settore si posizione così nel perimetro più critico delle vendite del mese, sia in termini assoluti che di dinamica inflazionistica” dice Vacondio.

Nel dettaglio, le vendite alimentari evidenziano un calo del -0,5% del tendenziale in valore sul marzo 2021, malgrado la crescita dei prezzi al consumo del comparto, e un calo vistoso del parallelo tendenziale in volume, pari al -6,0%, senza precedenti recenti. Il differenziale di 5,5 punti fra i due delta coincide perfettamente con la variazione tendenziale dei prezzi alimentari al consumo di marzo precedentemente diffusa dall’Istat (+5,5%). A questo si aggiunga che, i “discount alimentari” mostrano variazioni tendenziali in valore del +7,6% a marzo e del +8,0% nel trimestre, molto più alte di quelle registrate negli ultimi mesi 2021. Le vendite alimentari delle “piccole superfici”, infine, ritornano penalizzate, dopo le buone performance di fine 2021, con variazioni tendenziali in valore del -3,0% a marzo e del -0,9% nel trimestre.

A fianco, le vendite del perimetro “non alimentare” mostrano nel mese di marzo variazioni tendenziali a due cifre, pari al +11,6% in valore e al +10,4% in volume. Salta all’occhio la differenza con i trend del food&beverage, come anche la compressione del fattore prezzi in questo ambito, con “soli” 1,2 punti di differenza fra trend in valore e volume.

“Una situazione in cui non vedo grandi margini di miglioramento neanche nel prossimo futuro. Per questo, come industria alimentare dobbiamo puntare sull”export, in particolare quello extra UE. Uno su tutti, gli USA, che nel 2021 ha fatto registrare un +14,0% sull’anno precedente e che si prepara a diventare il nostro primo mercato di esportazione” – conclude Vacondio.

Comunicato stampa

Parma, 4 maggio 2022 – Il sistema agroalimentare italiano, immerso nel complesso ed incerto contesto di emergenza globale dettato dalla pandemia, dai recenti eventi politico-economici determinati dalla guerra in corso e dal cambiamento climatico in atto, deve affrontare molteplici sfide di carattere tecnologico e sociale: la gestione sostenibile delle risorse naturali connessa anche all’approvvigionamento, la sempre maggiore attenzione alla salute, alla nutrizione, alla sicurezza alimentare e al Made in, la bioeconomia circolare e l’efficienza del sistema “farm to fork”, la competizione crescente con le nuove economie agroalimentari. Sono questi alcuni dei principali temi trattati nell’evento “Agrifood R&D trends topics: le nuove frontiere tecnologiche dell’agroalimentare italiano per raccogliere le sfide del PNRR”, organizzato oggi nella prestigiosa cornice di CIBUS PARMA dal Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N., l’Associazione multistakeholder nel settore Agrifood che aggrega, sotto il coordinamento di Federalimentare e ART-ER, Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca e Rappresentanze territoriali.

“L’agroalimentare è stato il sistema più resiliente durante la pandemia, confermando le sue caratteristiche anticicliche – commenta il Presidente del Cluster CL.A.N., Dr. Mauro Fontana – Tuttavia, la delicata e incerta situazione geopolitica internazionale ha mostrato la sua vulnerabilità su diversi fronti, da quello energetico, alla logistica, al costo di alcune materie prime fondamentali. In questo quadro, il Cluster CL.A.N. – aggiunge il Presidente Fontana – potrà dare un contributo significativo al consolidamento e al rilancio della competitività della filiera, favorendo il dialogo tra Imprese, Territori e Ricerca sui temi strategici dell’Innovazione e della formazione del capitale umano”.

Durante l’evento è stato presentato, con il contributo del Comitato Tecnico – Scientifico del CL.A.N. e di altri esperti di riconosciuta competenza (Antonio Logrieco – CNR ISPA, Claudia Zoani – ENEA, Gianni Galaverna – Università degli Studi di Parma, Vincenzo Gerbi – Università degli Studi di Torino) che ne hanno redatto il contenuto, anche grazie alla testimonianza di aziende leader (Roberto Ciati – Barilla, Giovanni Sorlini – Inalca, Rosa Prati – Caviro, Roberto Menta – Soremartec Ferrero), il Position Paper sui trend tecnologici del Cluster.

“Il documento – commenta il Presidente del Comitato Tecnico – Scientifico, Dr. Massimo Iannetta (responsabile della Divisione Biotecnologie e Agroindustria dell’ENEA) – rappresenta la risposta del Cluster alle principali sfide per l’innovazione del settore poste dal PNRR, ma anche a livello europeo e internazionale, (“Green Deal – Farm to Fork”, “One Health”, “Horizon Europe”, SDGs dell’ONU), attraverso l’individuazione di quattro grandi tematiche strategiche su cui investire, dalla “Decarbonizzazione dei sistemi agroalimentari”, alla “Tracciabilità dei prodotti agroalimentari, logistica e piattaforme fisiche e digitali”, al “Made in Italy e One Health”, alla “Valorizzazione dei Foods by product e riduzione degli sprechi”. Il Presidente Iannetta precisa, inoltre, che “alla luce del ruolo istituzionale del Cluster, sarà organizzata una cabina di regia volta, tra gli altri obiettivi, a monitorare l”attuazione degli interventi del PNRR in linea con il Position Paper sui trend tecnologici, promuovendo il coordinamento tra i livelli nazionale e regionale”.

Al dibattito sulle potenzialità e prospettive di crescita del settore agroalimentare sono intervenuti il Delegato MUR per il Cluster VI “Food, Bioeconomy, Natural Resources, Agriculture and Environment” del Programma Horizon Europe 2021-2027, Prof. Danilo Porro, e il Dr. Giacomo Vigna, Dirigente della DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese del MiSE.

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