Federalimentare

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Comunicato Stampa

Federalimentare ribadisce ancora una volta la sua contrarietà all”applicazione della sugar tax e della plastic tax.

Secondo la federazione che rappresenta l”industria alimentare italiana, entrambe le proposte non recheranno alcun impatto positivo all”ambiente e alla salute degli italiani, ma causeranno danni ai consumatori e alle aziende, con ripercussioni molto pesanti in termini di riduzione del gettito fiscale e anche in termini sociali, con rischi di delocalizzazione di alcune produzioni con inevitabili effetti sull’occupazione.

Federalimentare è perfettamente consapevole dell”importanza di trovare le coperture necessarie per far ripartire il Paese, ma non a scapito di aziende e consumatori. Ci auguriamo dunque che al posto di queste tasse di scopo si possa lavorare su una costruttiva educazione ambientale e salutistica.

Federalimentare: “Sostegno per la protesta. Questa manifestazione è la conseguenza di una tassa ingiusta”

“Diamo il massimo sostegno alla manifestazione di Assobibe, ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, in riferimento alla protesta che si è tenuta oggi a Montecitorio organizzata dagli imprenditori e dagli operai delle aziende che fanno capo all”associazione che rappresenta le bevande analcoliche in Italia.

“La manifestazione rappresenta un’ovvia conseguenza della sugar tax inserita in manovra che colpirà una singola categoria di prodotti per presunti danni alla salute pubblica, non sostenuti da solide evidenze scientifiche. Le ripercussioni saranno molto pesanti sia in termini di riduzione del gettito fiscale, sia in termini sociali, con rischi di delocalizzazione di alcune produzioni con inevitabili effetti sull’occupazione.

Una tassa di scopo che va contro quello che da sempre ripetiamo – ha continuato il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio – e cioè che non esistono cibi sani e cibi insalubri ma solo diete equilibrate e non equilibrate e che ogni cosa può essere assunta nella giusta quantità”.

Federalimentare: "Con una dieta equilibrata e l'educazione alimentare si combatte la malnutrizione"

Continuano gli incontri per parlare della dieta mediterranea e dei suoi benefici alla FAO che, insieme alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Agenzie ONU-Roma, inaugurerà domani il secondo degli appuntamenti nell”ambito del “Mediterranean Diet’s principles for Agenda 2030” che si svilupperanno nell’arco dei prossimi mesi per concludersi nell”autunno del 2020, decimo anniversario dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale.

Durante l’incontro di domani si approfondirà il tema dei benefici per la salute della dieta mediterranea e di altre diete tradizionali – da quella giapponese a quella messicana e fino a quella keniota – per discutere della crescente malnutrizione del pianeta: secondo i report dello State of Food Security and Nutrition 2019, una persona su 9 soffre di fame, mentre l”obesità affligge il 13,3% delle popolazione, una percentuale in costante crescita. In entrambi i casi, una delle cause è da ricercarsi nelle diete non salutari.

Federalimentare sostiene da sempre l’importanza di una corretta dieta alimentare e per questo ha scelto di appoggiare questi incontri. “La dieta mediterranea – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – è scientificamente riconosciuta come salutare perché si basa sulla piramide alimentare, che non esclude nessun cibo, ma ne indica le quantità consigliate, così da consentire una dieta varia e allo stesso tempo equilibrata dal punto di vista nutrizionale. L’obesità, come la malnutrizione, si combattono in tanti modi ma il primo è sicuramente una corretta educazione alimentare, che non esclude nessun alimento, ma che insegna a mangiarne nelle giuste quantità”.

L’Italia a giorni presenterà all’UE l'etichetta a batteria, controproposta al Nutriscore

Nei prossimi giorni il governo italiano consegnerà alla Commissione Ue una controproposta al Nutriscore, l’etichetta a semaforo ideata dai francesi che assegna un colore, e dunque un “via libera” o meno, ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale. La proposta italiana è denominata invece “etichetta a batteria” e prende in esame non i singoli cibi, ma la loro incidenza all’interno di una dieta.

L’iniziativa italiana, di fatto, sposa la battaglia che da anni porta avanti Federalimentare a difesa della salute e del Made in Italy.

“Il meccanismo del Nutriscore – spiega il presidente Ivano Vacondio – metterebbe sullo stesso piano alimenti molto diversi, a discapito delle eccellenze della dieta mediterranea, celebrata in tutto il mondo come la più sana. Ne farebbero le spese prodotti determinanti quali l’olio extravergine di oliva, il parmigiano e il prosciutto crudo, solo per fare degli esempi”.

La dieta mediterranea e il modello italiano si basano sulla piramide alimentare, che non esclude nessun cibo, ma ne indica le quantità consigliate, così da consentire una dieta varia e soddisfacente e allo stesso tempo equilibrata dal punto di vista nutrizionale. La proposta italiana per un sistema di etichettatura informativa sulla confezione – armonizzata a livello europeo – prevede l’indicazione di tutti i valori relativi ad una singola porzione consumata. All’interno del simbolo “batteria” è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo così di quantificarla anche visivamente.

“La batteria – chiarisce Vacondio – è il frutto di due anni di lavoro e del contributo di quattro ministeri: quello della Salute, degli Esteri, dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico. E questo nonostante i cambiamenti governativi.

Alla base scientifica di questo sistema di etichette hanno lavorato l’Istituto superiore di Sanità, il Consiglio superiore dell’Agricoltura e il Crea. All’Università Luiss è stato commissionato lo studio sul campo: è stato interpellato un campione di famiglie italiane alle quali sono state sottoposte entrambe le etichette, il nutriscore francese e la batteria italiana. E in questi giorni è arrivato il verdetto: le famiglie italiane si trovano indiscutibilmente meglio con la batteria. Forte di questa conferma, il governo italiano ora può fare le sue mosse a Bruxelles”.

https://www.etichettabatteria.it/

Ivano Vacondio interviene all'evento 'A Taste of Italy' in difesa dei nostri prodotti

“Il meccanismo del Nutriscore mette sullo stesso piano alimenti molto diversi e arriva a demonizzare le eccellenze della dieta mediterranea, celebrata in tutto il mondo come la più sana”. Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, è intervenuto oggi a Berlino nell’evento “A Taste of Italy”, organizzato presso l’Ambasciata italiana in Germania insieme alla Regione Emilia-Romagna. “Non ha senso discriminare individualmente i cibi affibbiando loro un colore del semaforo sull’etichetta. Gli alimenti vanno considerati sani se fanno parte, o meno, di una dieta equilibrata e se sono assunti nella giusta misura. In questa battaglia speriamo di avere al nostro fianco l”industria alimentare tedesca, come anche quella degli altri paesi europei, per evitare di creare un grave danno al nostro settore, senza ottenere al tempo stesso alcun vantaggio per la salute dei cittadini”.

Vacondio è intervenuto nell’ambito di un workshop a cui ha preso parte anche il governatore della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, intitolato “Mangia bene, vivi bene: ricette per vivere bene e la dieta mediterranea”. Una dieta elogiata per le sue caratteristiche nutrizionali poiché la sua impronta di carbonio è inferiore del 40% rispetto a quella di regimi alimentari comparabili e perché ha dato origine a una vasta gamma di elementi gastronomici ben bilanciati in termini di entrambi nutrizionali e sostenibilità ambientale.

“Siamo lieti ospitare Federalimentare, oggi al suo massimo livello istituzionale a Berlino”, ha indicato l’Ambasciatore d’Italia in Germania Luigi Mattiolo, che ha anche ricordato che già nel giugno scorso – nel quadro della Settimana Europea dello Sviluppo Sostenibile – l’Ambasciata italiana a Berlino aveva ospitato assieme al Barilla Center for Food and Nutrition un workshop sulla dieta mediterranea, che ha visto la partecipazione di oltre 300 stakeholders del mondo dell’industria alimentare e della nutrizione. “Esempio emblematico di dieta sostenibile, sia per la persona, sia per il pianeta, la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta nel 2010 patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Molto di più di un elenco di ingredienti da ingerire, essa è innanzitutto un convivium, un modo di stare assieme. La nostra Ambasciata è a fianco dell’industria alimentare italiana per tutelarne l’eccezionalità: sia da fenomeni di concorrenza sleale come l’Italian Sounding, sia da forme condizionanti di etichettatura che puntano a colpevolizzare singoli alimenti o determinati ingredienti. Assieme, possiamo promuovere anche qui in Germania una cultura alimentare basata sull’educazione, sulla convivialità e sulla consapevolezza, invece che sul rigorismo e sulla proibizione”.

Federalimentare: 'Una grande opportunità per l’industria alimentare italiana'

“Federalimentare esprime soddisfazione sull”intesa tra Ue e Cina, che tutela alcune delle nostre eccellenze e che potrebbe avere risvolti positivi in futuro per l”industria alimentare italiana nel mercato cinese”. Così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ha commentato l”accordo bilaterale che tutelerà 100 Indicazioni Geografiche Protette europee in Cina (di cui 26 italiane) e altrettante Igp cinesi in Europa.

Vacondio ha aggiunto che “non bisogna sminuire la portata di un accordo del genere perché è da questo nucleo di prodotti individuati, che peraltro vedrà nei prossimi 4 anni un”espansione numerica, che si potrà arrivare a un consolidamento dei nostri marchi limitando il rischio di italian sounding e di contraffazione”. “Non solo – ha dichiarato Vacondio – queste azioni sono strategiche anche per accrescere il prodotto italiano nel mercato cinese, che oggi non è tra i principali per il nostro Paese. Proprio per questo – ha concluso – è vietato chiuderci in casa: siamo un Paese che produce eccellenze e qualità in sicurezza e non abbiamo nulla da temere, ma tutto da guadagnare”.

Vacondio: "250 euro al mese sono richiesta insostenibile. Rischio blocco negoziato"

“Apprendo con forte stupore le dichiarazioni rese dal Segretario Generale della Uila Uil riguardo all’elevatissimo incremento salariale di 250 euro al mese che tale sindacato vorrebbe proporre alla Flai-Cgil e alla Fai-Cisl in vista della predisposizione della piattaforma rivendicativa per il rinnovo del Ccnl industria alimentare, in scadenza nel novembre 2019” – afferma Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.

“In particolare – continua il presidente – mi preme evidenziare l’incoerenza e l’insostenibilità di fondo della richiesta presentata, in quanto essa risulta lontanissima dal vigente e atteso tasso d’inflazione e dal parametro oggettivo che le Parti Sociali hanno concordato formalmente nel recente Accordo interconfederale del 9.3.2018”.

“Siamo certi – conclude Vacondio – che le dichiarazioni del sindacato siano il frutto di un “refuso” e che le parti sociali coinvolte si allineino a quanto già stabilito a livello confederale. Diversamente, il rischio è quello di un negoziato destinato a fermarsi ai blocchi di partenza”.

Vacondio: "La possibilità di aumento dell'IVA affosserebbe definitivamente il mercato interno"

Federalimentare esprime soddisfazione per il risultato di fondo della complessa trattativa Governo-Bruxelles sulla manovra. “E’ stata una tela di Penelope – afferma Vacondio – ma il fatto di essere riusciti ad evitare, alla fine, una procedura di infrazione da parte della UE rasserena senza dubbio il contesto economico del Paese”.

Tuttavia, il possibile scotto di una revisione delle clausole di salvaguardia IVA per il 2020-21, come espressamente evocata dal Primo Ministro Conte in Senato, è preoccupante. “Ogni aumento delle aliquote IVA – afferma Vacondio – rischia di togliere ossigeno a un mercato alimentare interno che chiuderà il 2018 con un”ulteriore erosione delle vendite in volume e un”assoluta stagnazione in valore, con il risultato di un”ulteriore depressione dei consumi alimentari interni che si traduce in una crescente disuguaglianza sociale e in un rallentamento della crescita del Pil”.

“È necessario – conclude Vacondio – uscire dal tunnel della crisi interna per non dover contare soltanto sui mercati esteri che, tra l”altro, hanno perso lo smalto che avevano riguadagnato l’anno scorso”.

Presentata la nuova squadra e annunciate le linee guida per il quadriennio 2019-2022

“L’industria alimentare italiana ha conquistato nel mondo una reputazione di assoluta eccellenza e rappresenta un patrimonio che abbiamo il dovere di valorizzare”. Inaugura così Ivano Vacondio, imprenditore a capo di Molini Industriali, la sua presidenza all’Assemblea di Federalimentare che si è tenuta oggi a Roma. Al centro del suo discorso, il comparto dell’industria alimentare che è oggi il secondo settore manifatturiero del Paese, con circa 56mila imprese, per un fatturato che raggiunge i 140 miliardi di euro e copre l’8% del Pil nazionale. Elementi, questi, che si traducono in 385mila posti di lavoro, secondo gli ultimi dati occupazionali, e in un altissimo livello di know-how.

“Alla base di questi numeri — ha spiegato Vacondio — ci sono tantissime piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale del nostro Paese e che, con il loro saper fare tutto italiano, trasformano le materie prime in prodotti di prima qualità che sono richiesti in tutto il mondo”.

Dati alla mano, l’export alimentare ha registrato un aumento del 75,7% negli ultimi dieci anni, triplo di quello medio del Paese, fino ad arrivare, nel 2017, a quota 32 miliardi. Sono numeri importanti se si pensa che a pesare è anche il sistema dei DOP e IGP del Paese (per i quali l”Italia è leader in Europa), che hanno raggiunto nel decennio un aumento specifico dell’export del 140%.

“Per i risultati ottenuti finora, ma anche a fronte di una prolungata stagnazione interna, è necessario considerare l’export strategico per la crescita dell’intero comparto agroalimentare” — ha continuato Vacondio. “Al centro dell’attenzione di Federalimentare ci sarà dunque il proseguimento di un’azione forte a sostegno dell’internazionalizzazione, della promozione dell’export e della tutela del Made in Italy”.

Un impegno necessario e legato a filo doppio a una corretta informazione volta a tutelare, in Italia come all’estero, la cultura e il valore del saper fare italiano per contrastare fenomeni dannosi per l’immagine del Made in Italy e per la nostra economia.

“È ormai evidente – ha affermato Vacondio — che si è progressivamente affermata una generale deriva anti-industriale che non ha risparmiato neanche l’industria alimentare e le sue eccellenze. Ne è la prova il fatto che questo comparto sia stato raramente rappresentato come una risorsa e un patrimonio del nostro Paese e della sua economia, alimentando più spesso una cultura del sospetto. C”è bisogno dunque di un atto di responsabilità, soprattutto di fronte alle dinamiche congiunturali degli ultimi mesi che ci mostrano il continuo calo dei consumi interni e, da ultimo, il rallentamento della dinamica dell”export. È necessario, prima di tutto, farci veicolo di un’informazione scientifica e autorevole, corretta ed equilibrata, a beneficio dei consumatori, e valorizzare l’Italia come paese trasformatore, affermando con chiarezza che il successo del Made in Italy alimentare è il frutto delle migliori materie prime nazionali ed estere, ma anche di tecnologia, processi e innovazione. In una parola: del saper fare italiano. Il mondo — ha concluso Vacondio — è sempre più sensibile e ricettivo nei confronti dei prodotti ad alto valore aggiunto che caratterizzano l”offerta della nostra industria. Non possiamo deludere queste opportunità, nell”interesse della nostra filiera agroalimentare e dell”intero sistema Paese”.

Nella giornata di oggi, oltre al passaggio di consegna tra i due presidenti, Luigi Scordamaglia e Ivano Vacondio, è stata formata la nuova squadra per il prossimo quadriennio che sarà composta dai vice presidenti Silvio Ferrari, Nicola Levoni, Paolo Mascarino e Paolo Zanetti, dal consigliere incaricato Vittorio Cino, dai consiglieri elettivi Michele Cason e Annibale Pancrazio e dal direttore Nicola Calzolaro.

Roma, 22 novembre 2018

Industria alimentare e sindacati dei lavoratori scrivono congiuntamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai vice presidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini per chiedere di rivedere l’emendamento, approvato in Commissione Finanze della Camera, volto ad introdurre in Italia una tassa sul consumo di zucchero contenuto nelle bevande.

“Rappresentiamo il disorientamento delle imprese e dei lavoratori per misure che deprimono il mercato, generano ulteriori incertezze sugli investitori, frenano l’economia e mettono a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro”, affermano nella lettera inviata Federalimentare, Fai, Flai, Uila.

“Su alcuni prodotti di molte PMI” prosegue la missiva “si stima un aumento di oltre il 100% del prezzo dell’attuale prezzo di vendita, che arrecherà forti danni economici alle aziende in un mercato già negativo o stagnante, con rischio di ulteriori delocalizzazioni e conseguente riduzione dell’occupazione, e spingerà il consumatore verso prodotti di qualità e prezzo sempre più bassi per cercare di compensare l’aumento fiscale”.

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