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Vacondio: “Coerente fermezza del governo contro il Nutriscore”

“Federalimentare accoglie con grande soddisfazione le notizie provenienti da Bruxelles, dove la Ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, assieme ai colleghi di Grecia e Repubblica Ceca, ha posto il veto alle conclusioni della presidenza tedesca su etichettatura nutrizionale fronte pacco, profili nutrizionali ed etichettatura d’origine”.

Lo riferisce il presidente Ivano Vacondio, secondo il quale “l’Italia ha giustamente respinto conclusioni che non hanno tenuto conto delle posizioni espresse dall”Italia e da altri Stati europei e avrebbero affidato alla Commissione carta bianca su quale sistema di etichettatura adottare. Se tali conclusioni fossero diventate conclusioni del Consiglio, la Commissione avrebbe potuto facilmente procedere con la proposta del Nutriscore quale sistema di etichettatura nutrizionale fronte pacco armonizzato a livello europeo”. “Ringraziamo il Governo e in particolare la Ministra Bellanova – ha concluso Vacondio – per la fermezza e la coerenza dimostrate in questo contesto, a difesa dei produttori, dei consumatori e degli agricoltori italiani, contro un sistema che penalizza gran parte delle nostre produzioni d’eccellenza e i principali caposaldi della dieta mediterranea”.

Comunicato Stampa

“La nostra posizione è perfettamente in linea con quella espressa dal ministro Bellanova” così Ivano Vacondio ribadisce ancora una volta la forte opposizione al Nutriscore e il totale appoggio alle parole del ministro Bellanova che oggi ha ribadito come non sia intenzione dell”Italia proseguire il negoziato europeo per un testo di conclusioni del Consiglio Agrifish sulle etichettature alimentari.

“Il nutriscore è da bloccare perché rappresenta una minaccia alle nostre eccellenze, al nostro export e alla dieta mediterranea, la migliore al mondo – ha continuato Vacondio – Non possiamo che ritenerci soddisfatti perciò del punto che il ministro Bellanova ha deciso di mantenere e assicuriamo, come sempre fatto, il nostro appoggio nel batterci a livello europeo per uno schema di etichettatura scientifico e informativo, com”è il NutrInform battery che a breve entrerà in vigore in Italia”.

Vacondio: "Il Parlamento posticipi le due imposte o sarà l'ennesima tegola sulle nostre industrie"

Roma, 27 novembre – “Le limitazioni delle vendite dovute al lockdown e la chiusura del canale Horeca sono condizioni che inevitabilmente porteranno a un ritardo nella ripresa e nel rilancio dei consumi, avendo già determinato per il comparto del food&beverage una riduzione del 40% del fatturato nel 2020 con la previsione di una contrazione del 25% nel 2021. Non possiamo accettare un’altra mannaia: per questo, abbiamo proposto alcuni emendamenti che speriamo il parlamento recepisca sul rinvio di plastic e sugar tax. Le proposte di emendamento, supportate anche da una lettera ad alcuni ministri, riguardano la necessità di posticipare almeno al 1° gennaio 2022 le due tasse” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, si esprime sulla questione delle imposte di plastica e zucchero che, secondo quanto scritto nel ddl bilancio, dovrebbero entrare in vigore il 1 luglio 2021.

Federalimentare ha più volte ribadito come plastic e sugar tax siano due tasse da abolire totalmente perché messe in campo per “fare cassa” senza essere in grado di risolvere i problemi di riciclo nel primo caso e nutrizionali nel secondo, gravando però fortemente sulle industrie già prima della pandemia. L’imposta sulla plastica, che colpisce più o meno tutta l’industria alimentare, ad esempio, farà aumentare mediamente i prezzi al consumo del 10% con punte fino al 60% su prodotti con basso valore aggiunto. Non solo: quando entrerà in vigore, si aggiungerà alla levy tax, la tassa europea sui volumi di plastica non riciclata che sarà introdotta a breve. Quella sugli zuccheri, invece, è basata su un approccio opposto rispetto a quello che l’Italia ha scelto giustamente di far valere nelle battaglie europee contro politiche nutrizionali che discriminano cibi specifici, nella convinzione che ogni alimento possa essere mangiato nella giusta quantità. Tutto questo senza contare che è dimostrato come le tasse siano misure economiche inefficaci nel conseguire livelli più elevati di salute pubblica.

“Ma se la nostra posizione di netta opposizione a queste tasse non può essere presa in considerazione, crediamo che almeno nella proposta degli emendamenti in relazione alle tempistiche di entrata in vigore delle due imposte, il Parlamento possa ascoltarci. L’operatività della tassa da luglio 2021 obbligherebbe le aziende già in difficoltà a farsi carico entro poco tempo degli aspetti organizzativi e contabili. Le nostre imprese, invece, hanno bisogno di un periodo ben più lungo per adeguarsi a queste misure. Dobbiamo almeno uscire totalmente dalla pandemia e avviarci verso la ripresa, cosa che non succederà prima della fine del 2021” conclude Vacondio.

La competizione leale crea valore dal campo alla tavola, a vantaggio del consumatore

Milano, 23 novembre 2020 – Le imprese appartenenti al comparto industriale, rappresentate in Centromarca, Federalimentare e IBC – Associazione Industrie Beni di Consumo, e le imprese del comparto distributivo, rappresentate in Federdistribuzione, ANCC-Coop, ANCD-Conad, insieme ad ADM – Associazione Distribuzione Moderna, hanno raggiunto un”intesa per proporre ai legislatori alcune linee guida sull’integrazione della Direttiva UE 2019/633 nell”attuale quadro normativo nazionale per contrastare le pratiche sleali e anticoncorrenziali nel mercato italiano. L”accordo è un importante tassello, concordato da distribuzione e industria del largo consumo, per affermare con sempre maggior impegno la legalità e la correttezza delle relazioni commerciali e il contrasto a qualunque pratica sleale a tutti i livelli della filiera agroalimentare, anche a vantaggio del consumatore finale.

Per le aziende della distribuzione e del largo consumo la libera e leale concorrenza e il rispetto della legalità sono due principi portanti della filiera, fondamentali per continuare a offrire ai consumatori prodotti di qualità al giusto prezzo, per tutelare la sana occupazione e per sostenere la rete delle PMI, in particolar modo in campo agricolo, favorendone l’efficienza e dunque la crescita, anche attraverso una maggiore competitività, sia nel mercato italiano sia a livello internazionale.

Entrando nel dettaglio, l”intesa tra distribuzione e industria propone la creazione di un ampio ambito di applicazione della norma, coinvolgendo tutti i soggetti della filiera senza limiti di fatturato, in un contesto di reale reciprocità, quindi di tutela sia dei “fornitori” che dei “clienti” di tutti i comparti interessati. È necessario che a vigilare sull’applicazione della normativa venga individuato un soggetto super partes rispetto ai diversi comparti interessati, che sia dotato delle adeguate risorse e completamente autonomo. Il nuovo quadro normativo dovrebbe valorizzare la concorrenza e salvaguardare la libera contrattazione, diventando un punto di riferimento per comportamenti corretti da parte di tutti i soggetti. È perciò utile approfondire l’ipotesi di opportune modalità di conciliazione. Infine si ribadisce la necessità di garantire la riservatezza in eventuali fasi istruttorie, il diritto alla difesa e sanzioni dissuasive commisurate alla gravità dei fatti, ma che non compromettano la continuità delle imprese e il loro equilibrio economico.

L’accordo si inquadra dunque in una più ampia intesa tra i due comparti, che puntano sempre più alla modernizzazione delle filiere, ad una equilibrata remunerazione degli operatori, al rispetto dei diritti delle persone e dei lavoratori nella produzione, raccolta, trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari. In coerenza con questa prospettiva, distribuzione e industria dei beni di consumo sono impegnate da anni in un percorso di buone pratiche di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.

Federalimentare: "Allentare la stretta è un segnale economico e sociale importante"

“Le riaperture che il governo sta valutando, ma anche i chiarimenti sulla possibilità per i cittadini residenti nelle zone rosse e arancioni di poter fare spesa anche al di fuori del proprio comune di residenza se necessario sono posizioni rassicuranti e importanti” commenta Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.

La precisazione del governo fatta sulla possibilità di mobilità dal proprio comune per far sì che i cittadini possano acquistare prodotti in punti vendita necessari alle proprie esigenze “è un segnale di vicinanza sia per i consumatori che possono, nonostante il periodo straordinario che stiamo vivendo, mantenere almeno le proprie abitudini alimentari all”interno delle mura domestiche potendo scegliere tra più punti vendita – spiega Vacondio – sia per i negozi e quindi i produttori”.

Molta attenzione anche alla questione Dpcm dedicato al periodo natalizio: “È giusto allentare la stretta su ristoranti e orari, senza naturalmente abbassare la guardia sulle regole anti contagio: non si possono fare miracoli, ma questi sono piccoli segnali dal punto di vista economico e sociale” commenta Vacondio. “Segnali che però – precisa il presidente di Federalimentare – non possono sostituire la necessità di sostegni economici per il settore della ristorazione. Su questo punto, seguiamo con molto interesse anche lo studio del governo sulla possibilità di abbattimento dei costi di locazione per bar e ristoranti: sarebbe un gesto concreto che potrebbe aiutare i pubblici esercizi che stanno cercando di resistere”.

Comunicato Stampa

“La posizione del ministro Bellanova sul sistema di etichettatura a semaforo rappresenta un passo fondamentale nella difesa del Made in Italy” ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, a seguito delle parole espresse ieri dal ministro dell”agricoltura durante il suo intervento all”Agrifish a Bruxelles.

“Interventi come questo del ministro Bellanova, ma anche azioni come quella compiuta dal ministro Speranza la scorsa settimana a Bruxelles, quando ha incontrato la nuova Commissaria alla Salute Stella Kyriakides alla quale ha manifestato le preoccupazioni italiane sul Nutriscore, o il lavoro che ha svolto il ministro degli Affari europei Vincenzo Amendola insieme a tutto il governo, sono fondamentali in questa “guerra tra etichette”. L”Italia non può permettersi di perderla né da un punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista della salute dei consumatori”. “La dieta mediterranea – ha concluso Vacondio – è la migliore al mondo e c”è bisogno che tutte le parti politiche facciano il massimo sforzo per difendere le nostre eccellenze sotto attacco”.

Comunicato Stampa

Federalimentare ribadisce ancora una volta la sua contrarietà all”applicazione della sugar tax e della plastic tax.

Secondo la federazione che rappresenta l”industria alimentare italiana, entrambe le proposte non recheranno alcun impatto positivo all”ambiente e alla salute degli italiani, ma causeranno danni ai consumatori e alle aziende, con ripercussioni molto pesanti in termini di riduzione del gettito fiscale e anche in termini sociali, con rischi di delocalizzazione di alcune produzioni con inevitabili effetti sull’occupazione.

Federalimentare è perfettamente consapevole dell”importanza di trovare le coperture necessarie per far ripartire il Paese, ma non a scapito di aziende e consumatori. Ci auguriamo dunque che al posto di queste tasse di scopo si possa lavorare su una costruttiva educazione ambientale e salutistica.

Federalimentare: “Sostegno per la protesta. Questa manifestazione è la conseguenza di una tassa ingiusta”

“Diamo il massimo sostegno alla manifestazione di Assobibe, ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, in riferimento alla protesta che si è tenuta oggi a Montecitorio organizzata dagli imprenditori e dagli operai delle aziende che fanno capo all”associazione che rappresenta le bevande analcoliche in Italia.

“La manifestazione rappresenta un’ovvia conseguenza della sugar tax inserita in manovra che colpirà una singola categoria di prodotti per presunti danni alla salute pubblica, non sostenuti da solide evidenze scientifiche. Le ripercussioni saranno molto pesanti sia in termini di riduzione del gettito fiscale, sia in termini sociali, con rischi di delocalizzazione di alcune produzioni con inevitabili effetti sull’occupazione.

Una tassa di scopo che va contro quello che da sempre ripetiamo – ha continuato il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio – e cioè che non esistono cibi sani e cibi insalubri ma solo diete equilibrate e non equilibrate e che ogni cosa può essere assunta nella giusta quantità”.

Federalimentare: "Con una dieta equilibrata e l'educazione alimentare si combatte la malnutrizione"

Continuano gli incontri per parlare della dieta mediterranea e dei suoi benefici alla FAO che, insieme alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Agenzie ONU-Roma, inaugurerà domani il secondo degli appuntamenti nell”ambito del “Mediterranean Diet’s principles for Agenda 2030” che si svilupperanno nell’arco dei prossimi mesi per concludersi nell”autunno del 2020, decimo anniversario dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale.

Durante l’incontro di domani si approfondirà il tema dei benefici per la salute della dieta mediterranea e di altre diete tradizionali – da quella giapponese a quella messicana e fino a quella keniota – per discutere della crescente malnutrizione del pianeta: secondo i report dello State of Food Security and Nutrition 2019, una persona su 9 soffre di fame, mentre l”obesità affligge il 13,3% delle popolazione, una percentuale in costante crescita. In entrambi i casi, una delle cause è da ricercarsi nelle diete non salutari.

Federalimentare sostiene da sempre l’importanza di una corretta dieta alimentare e per questo ha scelto di appoggiare questi incontri. “La dieta mediterranea – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – è scientificamente riconosciuta come salutare perché si basa sulla piramide alimentare, che non esclude nessun cibo, ma ne indica le quantità consigliate, così da consentire una dieta varia e allo stesso tempo equilibrata dal punto di vista nutrizionale. L’obesità, come la malnutrizione, si combattono in tanti modi ma il primo è sicuramente una corretta educazione alimentare, che non esclude nessun alimento, ma che insegna a mangiarne nelle giuste quantità”.

L’Italia a giorni presenterà all’UE l'etichetta a batteria, controproposta al Nutriscore

Nei prossimi giorni il governo italiano consegnerà alla Commissione Ue una controproposta al Nutriscore, l’etichetta a semaforo ideata dai francesi che assegna un colore, e dunque un “via libera” o meno, ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale. La proposta italiana è denominata invece “etichetta a batteria” e prende in esame non i singoli cibi, ma la loro incidenza all’interno di una dieta.

L’iniziativa italiana, di fatto, sposa la battaglia che da anni porta avanti Federalimentare a difesa della salute e del Made in Italy.

“Il meccanismo del Nutriscore – spiega il presidente Ivano Vacondio – metterebbe sullo stesso piano alimenti molto diversi, a discapito delle eccellenze della dieta mediterranea, celebrata in tutto il mondo come la più sana. Ne farebbero le spese prodotti determinanti quali l’olio extravergine di oliva, il parmigiano e il prosciutto crudo, solo per fare degli esempi”.

La dieta mediterranea e il modello italiano si basano sulla piramide alimentare, che non esclude nessun cibo, ma ne indica le quantità consigliate, così da consentire una dieta varia e soddisfacente e allo stesso tempo equilibrata dal punto di vista nutrizionale. La proposta italiana per un sistema di etichettatura informativa sulla confezione – armonizzata a livello europeo – prevede l’indicazione di tutti i valori relativi ad una singola porzione consumata. All’interno del simbolo “batteria” è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo così di quantificarla anche visivamente.

“La batteria – chiarisce Vacondio – è il frutto di due anni di lavoro e del contributo di quattro ministeri: quello della Salute, degli Esteri, dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico. E questo nonostante i cambiamenti governativi.

Alla base scientifica di questo sistema di etichette hanno lavorato l’Istituto superiore di Sanità, il Consiglio superiore dell’Agricoltura e il Crea. All’Università Luiss è stato commissionato lo studio sul campo: è stato interpellato un campione di famiglie italiane alle quali sono state sottoposte entrambe le etichette, il nutriscore francese e la batteria italiana. E in questi giorni è arrivato il verdetto: le famiglie italiane si trovano indiscutibilmente meglio con la batteria. Forte di questa conferma, il governo italiano ora può fare le sue mosse a Bruxelles”.

https://www.etichettabatteria.it/

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