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Comunicato stampa

“Non sono più solo i prezzi alle stelle del grano a preoccuparci, ma il rischio di carenza di questa materia prima anche in Italia” questo l’allarme lanciato da Federalimentare in conseguenza del blocco russo nei porti ucraini.

Il prezzo del grano è aumentato da febbraio a oggi del +52% e solo nell’ultimo mese l”aumento è stato del +16%. A questo problema oggi se ne aggiunge un altro, spiega Vacondio: “Ho sempre detto che l’Italia non avrebbe mai avuto problemi di approvvigionamento di cereali, ma una serie di eventi hanno cambiato questa condizione”. “In parte il problema è logistico, perché il blocco sul mar Nero non permette all’Ucraina di esportare, mentre dall”altra parte la Russia ha ridotto le sue esportazioni. C”è poi un problema di ritenzione, perché quasi tutti i paesi europei esportatori stanno rallentando l’offerta/export”.

“La conseguenza è che non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in paesi come l”Italia, importatore per il 60% di grano tenero, rischiamo di assistere a concrete difficoltà di approvvigionamento di cereali. Se le cose andranno avanti in questo modo, la mancanza di offerta che si sta verificando si ripercuoterà su aziende alimentari e consumatori molto più duramente di quanto non stia già accadendo con l’aumento dei prezzi, tanto più che i cereali sono trasversali a tutti i settori alimentari e quindi questa situazione non sarà relativa solo a qualche prodotto, ma a tutta la filiera (carne, uova, pasta, formaggi, latte, ecc)”.

Per il vincitore un premio di 2mila euro e la possibilità di partecipare alla finale internazionale ECOTROPHELIA EUROPE 2022 al SIAL di Parigi. Menzione speciale a La Merendina Desiré

È stato il biscotto Malrubà, ideato dalla Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte, il vincitore di Ecotrophelia Italia, il concorso che mira a favorire l’eco-innovazione nello sviluppo di nuovi prodotti alimentari industriali organizzato da Federalimentare e patrocinato da ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), Fondazione FEI (Food Education Italy), CLAN (Cluster Agrifood Nazionale) e OTAN (Ordine Nazionale Tecnologi Alimentari), con il supporto del Progetto europeo PEFMED PLUS “Sharing and transferring Product Environmental Footprint experiences and methods to neighbouring countries of the Adriatic agri-food sector”, che si è svolto questa mattina a Cibus.

Nato dall’idea di migliorare i livelli di impatto ambientale associati ai processi di produzione e di valorizzare la sostenibilità e il riutilizzo dei sottoprodotti agroalimentari, il concorso, che quest’anno è arrivato alla sua XII edizione, è ormai diventato un appuntamento imprescindibile per gli studenti delle università e degli istituti tecnico scientifici italiani afferenti al settore alimentare che vogliono proporre al mondo industriale nuove idee e soluzioni originali. I numeri lo dimostrano: negli anni, la competizione ha visto il coinvolgimento di 15 università, 6 istituti tecnico scientifici italiani, oltre 60 squadre e più di 300 studenti.

Il concorso ha visto 5 squadre coinvolte, ognuna delle quali ha presentato un prodotto tra i più innovativi proposti negli ultimi anni. A vincere sono stati i biscotti Malrubà, ideati dalla Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte, fatti con farina di canapa e crema di fagioli cannellini e carruba, sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Grazie a questa idea, la Fondazione ITS Agroalimentare per il Piemonte si è aggiudicato il premio di 2mila euro e la possibilità di partecipare alla finale internazionale di Ecotrophelia Europe 2022 che si svolgerà al SIAL – Salone Internazionale del Cibo – a Parigi nel mese di ottobre 2022.

Oltre ai Malrubà, in gara anche La merendina Desiré, che ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria. Questo prodotto, ideato dall”Università di Parma e dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, è una crostatina di pasta frolla con bucce d’uva e un ripieno di crema alla zucca, amica dell’ambiente perché contribuisce a ridurre lo spreco alimentare ridando valore ad ingredienti poco utilizzati che spesso vengono ingiustamente scartati ma che contengono ancora sostanze utili per il nostro corpo. In concorso anche i Cicersticks, grissini di farine alternative (cicerchia e grano saraceno) a basso contenuto di grassi e con un alto valore proteico, un prodotto gluten free, salutare e ecosostenibile poiché privo di grandi impatti ambientali, dalla produzione alla commercializzazione (create da ITS Agroalimentare Puglia Area Tecnico Scientifica); Le genzianelle, ciambelline a base di vino e radici di genziana create grazie allo scarto del processo produttivo del liquore che, diventando materia prima delle ciambelline “circolari”, le arricchisce di molecole attive nutraceutiche (create da ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy Sistema Agroalimentare); infine Valpiù, una barretta la cui innovazione sta nell’utilizzo e nella valorizzazione di materie prime di scarto, ideata da ITS Fondazione E.A.T. Eccellenza Agroalimentare Toscana.

A decretare chi tra questi prodotti ha meritato la vittoria, facendo vincere i Malrubà, è stato un panel di giurati selezionati tra gli altri, dal mondo della nutrizione, della ricerca in campo energia e ambiente e, ovviamente, dell’impresa. A presiedere la giuria il presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare Guglielmo Gennaro Auricchio, mentre tra i membri Dario Siggia (Ministero dell’Istruzione), Antonella Del Fiore (ENEA), Evelina Flachi (FEI), Daniele Rossi (CLAN) e Dario Posillipo (OTAN).

“Ecotrophelia si conferma un appuntamento imprescindibile – ha detto Guglielmo Gennaro Auricchio, presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare – a testimonianza di quanto innovazione e sostenibilità siano due caratteristiche essenziali nella nostra industria. Solo facendo sempre più attenzione a questi aspetti infatti potremo progredire come settore ed essere sempre più vicini a ciò che vuole il consumatore: mangiare bene, sano e in modo rispettoso per l’ambiente”.

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“Un’inflazione alta, il caro materie prime e il caro energia non potevano che portare a una situazione del genere sui mercati interni che già prima di questa combinazione di eventi erano stagnanti e continuavano a perdere punti percentuali” così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta i dati Istat delle vendite al dettaglio di marzo, che vedono una caduta dell’alimentare e un netto ampliamento della forbice fra il trend delle vendite del food&beverage e quello delle vendite non alimentari. “Il nostro settore si posizione così nel perimetro più critico delle vendite del mese, sia in termini assoluti che di dinamica inflazionistica” dice Vacondio.

Nel dettaglio, le vendite alimentari evidenziano un calo del -0,5% del tendenziale in valore sul marzo 2021, malgrado la crescita dei prezzi al consumo del comparto, e un calo vistoso del parallelo tendenziale in volume, pari al -6,0%, senza precedenti recenti. Il differenziale di 5,5 punti fra i due delta coincide perfettamente con la variazione tendenziale dei prezzi alimentari al consumo di marzo precedentemente diffusa dall’Istat (+5,5%). A questo si aggiunga che, i “discount alimentari” mostrano variazioni tendenziali in valore del +7,6% a marzo e del +8,0% nel trimestre, molto più alte di quelle registrate negli ultimi mesi 2021. Le vendite alimentari delle “piccole superfici”, infine, ritornano penalizzate, dopo le buone performance di fine 2021, con variazioni tendenziali in valore del -3,0% a marzo e del -0,9% nel trimestre.

A fianco, le vendite del perimetro “non alimentare” mostrano nel mese di marzo variazioni tendenziali a due cifre, pari al +11,6% in valore e al +10,4% in volume. Salta all’occhio la differenza con i trend del food&beverage, come anche la compressione del fattore prezzi in questo ambito, con “soli” 1,2 punti di differenza fra trend in valore e volume.

“Una situazione in cui non vedo grandi margini di miglioramento neanche nel prossimo futuro. Per questo, come industria alimentare dobbiamo puntare sull”export, in particolare quello extra UE. Uno su tutti, gli USA, che nel 2021 ha fatto registrare un +14,0% sull’anno precedente e che si prepara a diventare il nostro primo mercato di esportazione” – conclude Vacondio.

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Parma, 4 maggio 2022 – Il sistema agroalimentare italiano, immerso nel complesso ed incerto contesto di emergenza globale dettato dalla pandemia, dai recenti eventi politico-economici determinati dalla guerra in corso e dal cambiamento climatico in atto, deve affrontare molteplici sfide di carattere tecnologico e sociale: la gestione sostenibile delle risorse naturali connessa anche all’approvvigionamento, la sempre maggiore attenzione alla salute, alla nutrizione, alla sicurezza alimentare e al Made in, la bioeconomia circolare e l’efficienza del sistema “farm to fork”, la competizione crescente con le nuove economie agroalimentari. Sono questi alcuni dei principali temi trattati nell’evento “Agrifood R&D trends topics: le nuove frontiere tecnologiche dell’agroalimentare italiano per raccogliere le sfide del PNRR”, organizzato oggi nella prestigiosa cornice di CIBUS PARMA dal Cl.uster A.grifood N.azionale CL.A.N., l’Associazione multistakeholder nel settore Agrifood che aggrega, sotto il coordinamento di Federalimentare e ART-ER, Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca e Rappresentanze territoriali.

“L’agroalimentare è stato il sistema più resiliente durante la pandemia, confermando le sue caratteristiche anticicliche – commenta il Presidente del Cluster CL.A.N., Dr. Mauro Fontana – Tuttavia, la delicata e incerta situazione geopolitica internazionale ha mostrato la sua vulnerabilità su diversi fronti, da quello energetico, alla logistica, al costo di alcune materie prime fondamentali. In questo quadro, il Cluster CL.A.N. – aggiunge il Presidente Fontana – potrà dare un contributo significativo al consolidamento e al rilancio della competitività della filiera, favorendo il dialogo tra Imprese, Territori e Ricerca sui temi strategici dell’Innovazione e della formazione del capitale umano”.

Durante l’evento è stato presentato, con il contributo del Comitato Tecnico – Scientifico del CL.A.N. e di altri esperti di riconosciuta competenza (Antonio Logrieco – CNR ISPA, Claudia Zoani – ENEA, Gianni Galaverna – Università degli Studi di Parma, Vincenzo Gerbi – Università degli Studi di Torino) che ne hanno redatto il contenuto, anche grazie alla testimonianza di aziende leader (Roberto Ciati – Barilla, Giovanni Sorlini – Inalca, Rosa Prati – Caviro, Roberto Menta – Soremartec Ferrero), il Position Paper sui trend tecnologici del Cluster.

“Il documento – commenta il Presidente del Comitato Tecnico – Scientifico, Dr. Massimo Iannetta (responsabile della Divisione Biotecnologie e Agroindustria dell’ENEA) – rappresenta la risposta del Cluster alle principali sfide per l’innovazione del settore poste dal PNRR, ma anche a livello europeo e internazionale, (“Green Deal – Farm to Fork”, “One Health”, “Horizon Europe”, SDGs dell’ONU), attraverso l’individuazione di quattro grandi tematiche strategiche su cui investire, dalla “Decarbonizzazione dei sistemi agroalimentari”, alla “Tracciabilità dei prodotti agroalimentari, logistica e piattaforme fisiche e digitali”, al “Made in Italy e One Health”, alla “Valorizzazione dei Foods by product e riduzione degli sprechi”. Il Presidente Iannetta precisa, inoltre, che “alla luce del ruolo istituzionale del Cluster, sarà organizzata una cabina di regia volta, tra gli altri obiettivi, a monitorare l”attuazione degli interventi del PNRR in linea con il Position Paper sui trend tecnologici, promuovendo il coordinamento tra i livelli nazionale e regionale”.

Al dibattito sulle potenzialità e prospettive di crescita del settore agroalimentare sono intervenuti il Delegato MUR per il Cluster VI “Food, Bioeconomy, Natural Resources, Agriculture and Environment” del Programma Horizon Europe 2021-2027, Prof. Danilo Porro, e il Dr. Giacomo Vigna, Dirigente della DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese del MiSE.

In fiera, anche un’area destinata alle proposte innovative. Vacondio: “Tradizione e innovazione sono il binomio vincente dell’industria alimentare e di Cibus”

Sono state premiate oggi a Parma le cinque aziende vincitrici di Cibus4Sustainability, il progetto ideato da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con PwC, dedicato alla diffusione di esempi virtuosi di sostenibilità lungo la filiera alimentare, dalla produzione, alla trasformazione e fino alla distribuzione.

L’obiettivo del progetto era individuare le best practice della filiera agroalimentare e dei retailer a livello nazionale e internazionale, purché in esposizione a Cibus, seguendo quattro filoni principali: il packaging eco-sostenibile, un settore in cui tutta la filiera alimentare gioca un ruolo fondamentale per l”attenzione agli imballaggi e alla gestione del loro intero ciclo di vita; l’efficenza energetica, un tema caro a tutta la filiera alimentare che la considera un driver competitivo per contribuire agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; lo spreco alimentare, che oltre a rappresentare una perdita di risorse preziose e un danno economico, ha anche un impatto negativo sul cambiamento climatico; la sostenibilità sociale, cioè l”adozione e la promozione di pratiche di business socialmente responsabili che possono innescare una reazione a catena positiva lungo tutta la filiera alimentare.

Cinque sono state le aziende che, secondo il comitato scientifico composto da Food Social Impact, Future Food Institute, Gambero Rosso, PwC, Università di Parma, hanno meritato la vittoria. In particolare, per l’eco-packaging, ha vinto l’azienda Agricola san Salvatore, per l’efficenza energetica è stato premiato il Consorzio Prosciutto di Parma, per quanto riguarda lo spreco alimentare Nestlé Italia si è aggiudicato il primo premio, mentre per la sostenibilità sociale a vincere è stata l’azienda Zanetti.

Non solo: proprio durante la quattro giorni dedicata alle imprese Made in Italy del food and beverage, è stata allestita un’area destinata alle proposte innovative in cui tutti i partecipanti al Cibus4Sustainability hanno potuto esporre le proprie. Un modo per fare sistema dell’innovazione e per scambiarsi idee.

“La sostenibilità è uno dei cardini dell’industria alimentare che in tempi non sospetti ha lavorato intensamente su questo tema – ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio nell’intervento introduttivo – Quando parliamo di sostenibilità parliamo sempre di quella ambientale, economica e sociale perché crediamo che esse siano tre dimensioni inscindibili, per cui se una viene a mancare, anche le altre verranno necessariamente meno. A questo c’è da aggiungere che l’innovazione ci dà oggi una grande mano per lavorare in maniera sempre più sostenibile. Tradizione e innovazione, allora, sono il binomio vincente che caratterizza questo evento ma anche il binomio vincente dell’industria alimentare e di Cibus”.

Una raccolta di fondi e di prodotti alimentari a sostegno della onlus milanese attiva sul territorio ucraino è stata presentata congiuntamente a Cibus

Milano, 3 maggio 2022 – Continua la mobilitazione del mondo fieristico e produttivo in aiuto alla popolazione ucraina. Dopo l’invio di convogli umanitari per le Fiere di Varsavia e Poznam promosso da Fondazione Fiera Milano con Fondazione Progetto Arca, è stata presentata questa mattina a Cibus una nuova iniziativa che vede coinvolte, insieme alle due Fondazioni, anche Fiere di Parma e Federalimentare.
Si tratta di una raccolta di fondi per la realizzazione e il reperimento di prodotti alimentari per due mense, a Černivci e Mostys”ka, due città ucraine di confine, la prima vicino alla Romania, la seconda alla Polonia, dove si raggruppano gran parte dei profughi, realizzate e gestite da Fondazione Progetto Arca grazie ai suoi volontari.
La prima mensa a Černivci è già attiva e garantisce attualmente circa duemila pasti al giorno. La seconda a Mostys”ka garantirà circa mille pasti al giorno. Entrambe sono dotate di cucine mobili dove vengono preparati i pasti caldi a colazione, pranzo e cena. Accanto alle due strutture sono stati allestiti: un’area per la distribuzione di beni di prima necessità, bagni e docce più uno spazio nursery per neonati, un’area interna e una esterna (con gonfiabili) dedicata ai bambini. Il numero di volontari impegnati in tutte e due le aree va da 30 a 50 in turnazione.
Fondazione Fiera Milano con tutto il Gruppo Fiera Milano ha messo a disposizione risorse, relazioni e capacità logistiche e lo stesso faranno Fiera di Parma e Federalimentare. L’iniziativa è stata annunciata a Cibus dal Presidente di Fiera Milano, Carlo Bonomi.
Per la raccolta fondi è stato aperto un conto corrente dedicato grazie al quale aziende e privati possono effettuare donazioni in denaro: Unicredit Banca IBAN IT35L0200801619000106043882 intestato a Fondazione Progetto Arca – Causale: Emergenza Ucraina.
La raccolta alimentare è rivolta a tutte le aziende del settore che possono contribuire con donazioni di prodotti. Fra quelli maggiormente necessari per garantire la preparazione dei pasti, riso, pasta, passata di pomodoro, scatolame (legumi, piselli, carne, tonno) latte, biscotti, grissini, pane e crackers, bevande (acqua, succhi, bevande) dolci, cibo per animali e dadi per il brodo, oltre a piatti, posate, tovaglioli possibilmente compostabili.

Il presidente Vacondio: "Nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni è il compito del futuro. Serve un nuovo modello di diplomazia alimentare”

“Può sembrare strano essere a Cibus per celebrare il food&beverage Made in Italy considerando il difficile contesto internazionale e le preoccupanti conseguenze che anche l’Italia sta subendo. Ma io credo che questa assemblea sia la più importante non malgrado la situazione che stiamo vivendo, ma proprio a causa di quanto sta accadendo”. Così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ha esordito all’assemblea generale della federazione che si è tenuta oggi a Cibus.

L’assemblea “Dal Covid alla guerra: il diritto al cibo, la coesione sociale. Il ruolo dell’industria alimentare”, che ha visto la partecipazione anche del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, del Senatore Pier Ferdinando Casini, del Segretario Generale del Banco Alimentare e Membro del Board European Food Bank Federation Marco Lucchini, del Direttore del Centro Studi di Confindustria Alessandro Fontana e del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, è stata anche l’occasione per fare il punto sul settore. Un comparto che, nel 2021, ha chiuso con un fatturato di 155 miliardi di euro (considerando la sola industria alimentare), di cui 40 di esportazioni (che diventano 50 se consideriamo l’agroalimentare). Su queste cifre dell’export pesa la performance degli USA. Nel 2021 la quota di esportazioni in America del food&beverage nazionale ha infatti raggiunto un +14,0% sull’anno precedente, dando un segnale importante anche rispetto a quanto sta accadendo a livello geopolitico: gli Stati Uniti si preparano a diventare il nostro primo mercato di riferimento per quanto riguarda l’export, con crescite consistenti anno su anno.

Questa assemblea è anche l’ultima per Vacondio che, dopo quattro anni, giunge alla fine del suo mandato. Una presidenza in cui sono state affrontate situazioni complesse, come la pandemia e ora una guerra ai confini dell’Europa. Sfide inaspettate che hanno cambiato per sempre la nostra consapevolezza su questioni che davamo per scontate, una su tutte il cibo, considerato dalle ultime generazioni come qualcosa di sicuro e di certo, con prezzi sempre accessibili. “La pandemia prima e la guerra ora ci hanno messo di fronte alla vulnerabilità del nostro sistema alimentare e ci hanno fatto notare il rapporto stretto, strettissimo, tra la pace e il cibo, sottolineando la funzione di stabilizzatore sociale di quest’ultimo – e continua il presidente – Non mi riferisco solo a quanto sta accadendo nei territori in guerra, ma al fatto che, proprio a causa della guerra, sia iniziato un forte ridisegno delle catene di approvvigionamento con conseguenze che solo in parte possiamo prevedere. Questo perché il problema non riguarda solo i paesi coinvolti nel conflitto, ma tutto il pianeta”.

“L’aumento dei prezzi delle materie prime, quello dell’energia, ma anche l’aumento dei costi dei trasporti, dei container e dei noli si ripercuotono sulla filiera del food&beverage, mostrandoci molteplici fragilità”. Parole avvalorate anche dai numeri, con un’inflazione che in Italia ad aprile si è attestata al 6,2%, dopo il 6,7% di marzo, con una lieve diminuzione quindi, ma con un livello che non si registrava dal settembre 1991.

“Oltre a risolvere i problemi che da questo cambio di paradigma si sono venuti a creare, allora – dice Vacondio – sarà importante iniziare a pensare a un nuovo modello di diplomazia alimentare da perseguire con un duplice obiettivo: nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni. Un obiettivo ambizioso che solo l’Europa unita può risolvere”.

“Dal nostro punto di vista, mi sento di poter dire che l”industria alimentare ha avuto un ruolo esemplare nonostante le grandi crisi che sono arrivate all’improvviso e le cui conseguenze sono ricadute in primis sul food&beverage” continua Vacondio. Nel periodo pandemico, infatti, il settore ha fatto il possibile per garantire il cibo sulle tavole degli italiani, non prestando il fianco a inutili allarmismi ma anzi lavorando sodo per tranquillizzare tutti i consumatori, già preoccupati per la situazione sanitaria. “La possibilità che venisse a mancare il cibo durante il Covid – ricorda Vacondio – è uno spettro che abbiamo subito allontanato con il duro lavoro”. Con l’aumento prima delle materie prime e poi dell’energia, inoltre, l’industria alimentare ha fatto fronte per molti mesi a quasi tutti i costi: stiamo parlando di rincari del 50% per il grano duro, dell’80% per quello tenero, di oltre il 90% per il mais, senza considerare gli aumenti esponenziali dell’energia che le imprese hanno subito.

Una condizione per nulla semplice che si sta ripercuotendo tuttora sui prezzi alla produzione dell’industria alimentare che hanno segnato a febbraio un tendenziale del +9,0%, dopo aver
chiuso nel dicembre 2021 sul +6,6%. D’altra parte, la crescita tendenziale dei prezzi alimentari al consumo è salita ad aprile al +6,3%, dopo il +5,5% di marzo. Nel complesso, tra alimentari lavorati e non, l’Istat segnala che la crescita del cosiddetto “carrello della spesa” si porta al +6,0%. È un aumento preoccupante e i prezzi alla produzione dell’industria alimentare degli ultimi mesi ci dicono che la pressione a monte dei costi di produzione alimentare è lontana dall’essersi scaricata ragionevolmente sul cosiddetto “costo della vita”.

“Queste sono state senz’altro le battaglie più difficili che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi quattro anni, ma non le uniche. Ne ricordo qui solo un’altra: quella contro il Nutriscore, il sistema di etichettatura francese che, quando ho iniziato il mio mandato, sembrava destinato a diventare il prescelto dalla maggioranza dei paesi europei e che invece oggi è indebolito dal lavoro che la nostra federazione, insieme a tutta la filiera e alle istituzioni italiane, ha portato avanti, presentando un sistema alternativo, il NutrInform battery, scongiurando il rischio di compromessi al ribasso”.

“Questi citati sono naturalmente solo alcuni dei punti su cui, come seconda manifattura del Paese, abbiamo voluto batterci per riconquistare il ruolo che ci spetta, cioè quello di attore protagonista della rappresentanza dell’industria alimentare” dice Vacondio. “È l”obiettivo più importante? Certo che no. Ma è l’obiettivo che mi ero posto e che vorrei rappresentasse un punto di partenza essenziale per far fronte alle sfide future” ha concluso il presidente.

Cibus 2022

Torna dal 3 al 6 maggio Cibus, la fiera di riferimento per il settore alimentare italiano, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare. E proprio Federalimentare sarà tra i protagonisti dei quattro giorni dedicati al food&beverage Made in Italy con una serie di eventi e convegni.

Si parte il 3 maggio alle 14.30 (sala plenaria – padiglione 1) con l’Assemblea pubblica di Federalimentare, “Dal Covid alla guerra: il diritto al cibo, la coesione sociale. Il ruolo dell’industria alimentare”, l’ultima da presidente di Ivano Vacondio che quest’anno conclude il suo mandato. Il convegno, che vedrà la partecipazione anche del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, del Senatore Pier Ferdinando Casini, del Segretario Generale del Banco Alimentare e Membro del Board European Food Bank Federation Marco Lucchini, del Direttore del Centro Studi di Confindustria Alessandro Fontana e del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, sarà anche un momento per fare una ricognizione del settore e per discutere delle sfide importanti che l’industria alimentare sta affrontando e dovrà affrontare in futuro.

Il giorno dopo, 4 maggio, alle 15.00 in Sala workshop (padiglione 4), Federalimentare organizza il convegno “La catena del freddo nella filiera agroalimentare: innovazione e opportunità”. Il workshop mira a trasferire i principali risultati e strumenti di monitoraggio energetici elaborati dal progetto europeo H2020 ICCEE Improving Cold Chain Energy Efficiency, tenendo presente i differenti passaggi lungo la filiera agroalimentare. Lo sviluppo di tecnologie innovative nella “cold chain” rappresenta infatti un fattore importante per migliorare l’efficienza energetica delle aziende agroalimentari ma non solo. Una migliore gestione dei consumi energetici permette di mitigare il livello delle emissioni di CO2 emesse in atmosfera e la quota di sprechi alimentari associata alla degradazione della qualità degli alimenti non correttamente refrigerati.

Nello stesso giorno, alle 16.30 in Sala Barilla (padiglione 1), si parlerà di sostenibilità nel convegno organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con PwC “Cibus 4 sustainability: le buone pratiche di industria e distribuzione”. Il progetto è stato creato in occasione della 21° edizione della Manifestazione e dedicato alla diffusione di esempi virtuosi di sostenibilità lungo la filiera alimentare: dalla produzione, alla trasformazione fino alla distribuzione.

Il 5 maggio si parte alle 10 (Sala workshop – padiglione 4) con il workshop “Progetti europei sulle dichiarazioni ambientali di prodotto: opportunità a confronto”, un’occasione per promuovere una discussione sul rapporto tra cibo e ambiente, condividendo le risultanze di tre progetti europei, con il coordinamento ENEA, e il punto di vista di stakeholder pubblici, privati e della rappresentanza imprenditoriale del settore agricolo. L’analisi e il monitoraggio delle performance e gli impatti ambientali dei prodotti alimentari sono infatti un tema di crescente importanza fra i consumatori, che chiedono informazioni sempre più dettagliate in etichetta e anche fra le imprese che hanno bisogno di parametri chiari e possibilmente armonizzati per competere sul mercato europeo e con i Paesi Terzi.

Nella stessa giornata, alle 11 si terrà il World Food Forum (Palazzo Soragna – Strada al Ponte Caprazucca 6/a), in cui si parlerà di sovranità e diplomazia alimentare ed energetica, le sfide dei sistemi alimentari nel contesto geopolitico europeo e globale. Tra gli speaker, Ivano Vacondio a cui saranno affidate le conclusioni finali.

Nella giornata conclusiva di Cibus, alle 10 (Sala workshop, padiglione 4) ci sarà la dodicesima edizione di Ecotrophelia Italia, il concorso organizzato da Federalimentare con l’obiettivo di favorire l’eco-innovazione nello sviluppo di nuovi prodotti alimentari industriali.

L’Autorità per la Sicurezza Alimentare Europea sottolinea l’importanza della dieta complessiva rispetto ai singoli alimenti. Bocciato l’algoritmo del Nutriscore

“Il nuovo parere dell’EFSA sui profili nutrizionali conferma la bontà della posizione italiana sull’etichettatura fronte pacco e boccia l’algoritmo del Nutriscore”. Lo afferma in una nota Federalimentare, soddisfatta che l’Autorità per la Sicurezza Alimentare Europea abbia indicato il profilo nutrizionale dell’intera dieta, e non quello dei singoli alimenti, come il più importante fattore di una buona salute.
L ’Autorità ha rilevato, infatti, che “dato che le diete sono composte da numerosi alimenti, l’equilibrio generale si ottiene con il contributo di cibi dal profilo nutrizionale diverso”.
Infine va considerato che l’Agenzia non ha avallato l’utilizzo delle etichette semaforiche e anche sulle porzioni ha rinviato al Parere pubblicato nel 2008 in cui, valutando pro e contro dei due approcci, sottolineava come l’utilizzo di un parametro fisso come 100 grammi (quello adottato dal Nutriscore) fosse slegato dai consumi reali.
L’EFSA europea ha confermato anche la validità dei Dietary Reference Values (DRV), i valori di riferimento della dieta europei, sui quali si basano i parametri del Nutrinform Battery. “Come italiani siamo felici che il nostro approccio basato sulla chiara e trasparente informazione al consumatore stia guadagnando consensi. Il Nutrinform Battery proposto dal nostro Governo non si basa su misteriosi algoritmi ma su informazioni relative al contenuto di nutrienti degli alimenti e al loro contributo alla dieta complessiva quotidiana in base alle porzioni suggerite dai nutrizionisti. Mentre per adeguarsi alle conclusioni dell’EFSA, l’algoritmo del Nutriscore andrebbe completamente rivoluzionato”.
“Dopo questa posizione dell’EFSA – conclude la nota di Federalimentare – forse sarebbe il caso di superare i profili nutrizionali degli alimenti per 100g così come pensati finora (di cui la stessa Autorità ha rilevato a suo tempo i “limiti scientifici intrinseci”) e cercare strumenti più efficaci e moderni per disciplinare “claim” pubblicitari, etichettatura degli alimenti e politiche sulla nutrizione in generale. Strumenti che però, grazie a più solide basi scientifiche e all’adozione del concetto di dieta complessiva e porzione, abbiano realmente la capacità di favorire l’educazione alimentare dei cittadini e l’adozione di diete più sane.”

Auricchio succede alla presidenza quinquennale di Alessandro Squeri e resterà in carica fino al 2024. Primo compito sarà comporre la nuova squadra

Passaggio di testimone nei Giovani Imprenditori di Federalimentare. Durante il Consiglio nazionale del Gruppo che si è tenuto a Milano è stato eletto all’unanimità il nuovo presidente. Si tratta di Guglielmo Auricchio (Gennaro Auricchio S.p.A.) che succede alla presidenza di Alessandro Squeri (Steriltom srl).

“In questi cinque anni abbiamo fatto tanto in termini di creazione di valore per gli associati, formazione, innovazione e valorizzazione del Made in Italy – sottolinea Squeri – l’apprezzamento del lavoro svolto da parte degli imprenditori ha portato a un livello di partecipazione agli eventi e alla vita associativa altissimo, mai visto prima. Di questo sono molto felice. Conosco Guglielmo Auricchio da anni, è una persona brillante, intelligente e volenterosa e sono sicuro che guiderà il gruppo al meglio. Gli faccio i miei migliori auguri confermandogli che, se avrà bisogno, avrà sempre il mio pieno supporto”.

Il nuovo Presidente dei Giovani di Federalimentare, eletto all’unanimità, dal canto suo intende proseguire sulla scia del suo predecessore. “È con grande orgoglio e piacere che ho subito dato la mia totale disponibilità alla proposta di succedere all’amico Alessandro come prossimo presidente del Gruppo dei Giovani Imprenditori di Federalimentare e dare continuità a quanto è stato raggiunto da Alessandro e la sua squadra in questi cinque anni. Sono determinato a riuscire a mantenere alto il livello delle attività del gruppo e riuscire ad accrescerne ulteriormente il numero di partecipanti, promuovendo sempre formazione ed innovazione con un’attenzione particolare alla sostenibilità, indispensabile per tutto il settore, e ricercando occasioni di contaminazione anche con i gruppi dei giovani imprenditori degli altri comparti industriali”. Queste le prime dichiarazioni di Guglielmo Auricchio, che resterà in carica per il triennio 2022-2024 e che come primo compito dovrà comporre la squadra di Presidenza nei prossimi mesi.

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