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Alla fiera anche il Desk Authentic Italian Check Point per la lotta all’Italian Sounding

L’edizione 2023 dell’Anuga, il più grande evento fieristico del mondo dedicato all’alimentare, in programma dal 7 all’11 ottobre a Colonia, vedrà ancora una volta Federalimentare scendere in campo per promuovere il food&beverage made in Italy e per tutelarlo dall’Italian sounding.

L’industria alimentare e delle bevande italiane, con un fatturato di 182 miliardi nel 2022, si conferma il secondo settore manifatturiero nazionale, con un export in continua crescita che ha raggiunto lo scorso anno la cifra record di 50 miliardi di euro e che per il 2023 si stima possa raggiungere i 55 miliardi di euro. In questo quadro, la Germania continua a rappresentare, incalzata dagli Usa, il primo sbocco per i nostri prodotti alimentari e perciò la presenza ad Anuga di Federalimentare e di circa 1000 espositori italiani confermano l’assoluto rilievo di questo appuntamento per il nostro Paese e al tempo stessa la necessità di tutelare un mercato strategico, da illeciti e da episodi di concorrenza sleale.

Proprio nella duplice cornice di promozione e conoscenza del food made in Italy e della sua protezione da pratiche scorrette e ingannevoli, Federalimentare in collaborazione con gli esperti di INDICAM, l’Associazione italiana per la tutela della proprietà intellettuale, per questa edizione, ha previsto un desk denominato “Authentic Italian Check Point” con l’obiettivo di fornire, direttamente in fiera, una prima informazione specialistica e di supporto sul tema della proprietà industriale ed intellettuale, ma anche sulla concorrenza sleale e sull’Italian sounding.

Accanto al desk informativo, un ulteriore elemento di tutela e di supporto per imprese e consumatori, sarà favorito da una email dedicata madeinitaly@federalimentare.it grazie alla quale, chiunque si trovasse di fronte, o dovesse sospettare di essere in presenza di un caso di Italian sounding o di pratiche illecite all’interno di Anuga, potrà segnalarlo attivando le verifiche del caso.

“Come Federalimentare siamo orgogliosi di partecipare per la terza volta alla fiera di Anuga portando da un lato il know how del saper fare italiano e le eccellenze del nostro food made in Italy e, dall’altro, un desk informativo sul fenomeno dell’Italian Sounding che rappresenta per i consumatori e per le industrie alimentari una delle pratiche sleali fra le più subdole che ogni anno produce danni al nostro sistema agroalimentare”. Lo ha dichiarato in una nota il Presidente di Federalimentare Paolo Mascarino.

“Promozione e tutela del made in Italy saranno gli elementi che caratterizzeranno la presenza di Federalimentare alla fiera, consapevoli della grande responsabilità che l’industria alimentare esercita nei confronti dei consumatori, i quali le riconoscono un ruolo primario e fiduciario che non può essere disatteso. Questa responsabilità ci deve porre come sentinelle verso tutti i fenomeni contraffattivi e l’Italian sounding che sono responsabili ogni anno di una significativa perdita di fatturato per le nostre aziende”, ha concluso Mascarino.

Per il Presidente INDICAM, Mario Peserico, “la tutela delle proprietà intellettuale e la difesa dalle insidie della contraffazione è da sempre la mission di INDICAM. Siamo onorati e felici di essere a fianco di Federalimentare per tutelare una delle eccellenze italiane, come il mercato del food & beverage made in Italy”.

Comunicato Stampa

“Come Federalimentare siamo molto lieti di aver partecipato all’iniziativa del Trimestre anti-inflazione a tutela del potere di acquisto delle famiglie, segno concreto del valore della collaborazione tra le Istituzioni e il mondo produttivo”. È quanto dichiara in una nota Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, al termine dell’incontro di oggi con il Governo.

“Oggi – aggiunge Mascarino – si rende operativa la lettera di intenti da noi sottoscritta lo scorso 8 settembre, secondo la quale le aziende dell’industria alimentare potranno aderire volontariamente al piano per contenere l’inflazione con modalità rispettose delle regole di mercato. A tal proposito – aggiunge Mascarino – ogni azienda ha la possibilità di decidere cosa fare in piena autonomia e libertà, in base alle proprie strategie commerciali e all’impatto dell’inflazione sui propri costi”.

“Proprio per garantire la totale libertà di scelta di ogni singola azienda, il Mimit – prosegue il presidente – attiverà sul proprio sito istituzionale una piattaforma online che consentirà alle imprese di registrarsi e di aderire all’iniziativa anti-inflazione. Abbiamo confermato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, che Federalimentare si impegnerà a promuovere la più ampia partecipazione delle imprese, nella speranza che il progetto si riveli un successo. Siamo infatti convinti che, così come accaduto nel recente passato, l’impegno con cui oggi cercheremo di alleviare le difficoltà delle famiglie italiane sarà ricompensato dalla loro fiducia negli anni a venire”, conclude Mascarino.

Comunicato Stampa

“Federalimentare è molto soddisfatta dell’intesa raggiunta con il Ministro Urso che, grazie ad un dialogo costante proseguito per tutto il periodo estivo e mai interrotto, ha permesso anche all’industria alimentare di poter aderire al trimestre anti-inflazione con una specifica lettera di intenti”. Così in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino commenta l’intesa raggiunta stamane fra il MIMIT, l’industria alimentare, Centromarca e IBC.

“La firma odierna conferma il grande senso di responsabilità dell’industria alimentare italiana sia verso il Governo che verso i consumatori. Nonostante il comparto abbia subito fortissimi aumenti sul costo delle materie prime, degli imballaggi e dell’energia ed abbia assorbito gran parte degli aumenti dovuti all’inflazione, in noi è prevalso il senso di responsabilità e di tutela verso gli italiani e le famiglie in difficoltà. Infatti – prosegue Mascarino – secondo l’ultima analisi fatta dal Centro Studi di Confindustria il margine lordo del settore industriale alimentare si è molto ridotto, passando dal 10,3% medio nel 2019 al 5,7% nel 2022, segno evidente che le imprese hanno dovuto assorbire internamente parte dei maggiori costi della spirale inflazionistica non scaricandoli sul consumatore finale”.

“Nonostante le gravi difficoltà che ancora colpiscono l’industria alimentare – conclude Mascarino – ribadiamo la piena e totale soddisfazione sull’intesa odierna e ringraziamo ancora il ministro Urso per avere proseguito un costante e collaborativo dialogo con l’industria che ha portato oggi al buon esito dell’accordo”.

Comunicato Stampa

“La partecipazione di Federalimentare al “Summit sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite” promosso dalla FAO è stata l’occasione per porre al centro del dibattito odierno l’aspetto valoriale che la dieta mediterranea rappresenta a livello mondiale, sia in termini di sostenibilità che di salute, protezione dell’ambiente e benessere sociale, ma è stata anche l’occasione per illustrare come l’industria alimentare italiana stia procedendo celermente verso una costante riduzione delle emissioni di CO2 e come stia rendendo il settore sempre più sostenibile e resiliente”. Lo ha dichiarato in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino al termine della sua partecipazione alla sessione ‘Diete alimentari, culture e tradizione, quello che insegna la dieta mediterranea’.

“Proprio su questo doppio binario – ha proseguito – si stanno concentrando i maggiori sforzi dell’industria alimentare e, se da un lato l’industria sta applicando i principi dell’economia circolare (riciclato il 73% degli imballi, superando il target UE 2030 del 70%; prodotto il 25% delle emissioni CO2 nazionali, contro il 30% della media UE e il 34% della media mondiale) e dell’utilizzo efficace delle risorse (-50% consumo di acqua in 30 anni; -30% di energia consumata in 20 anni), dall’altro – ha continuato Mascarino – così come ha avuto modo di sottolineare il ministro Lollobrigida durante il suo intervento, sta promuovendo i principi della dieta mediterranea, che ricordo essere patrimonio dell’Unesco, mettendo al centro il benessere e la salute delle persone con prodotti di assoluta qualità, dagli elevati standard di sicurezza alimentare e con un”ampia offerta di alimenti sempre più in linea con le nuove esigenze dei consumatori”.

“Attraverso queste nostre finalità – ha aggiunto il presidente di Federalimentare– l’industria alimentare oltre a svolgere un ruolo per l’economia del Paese, svolge anche un ruolo sociale per la collettività risultando proprio grazie a questa sua vocazione, un settore di assoluta affidabilità nel quale hanno fiducia 9 italiani su 10. Un impegno che Federalimentare vuole implementare anche verso i giovani cogliendo e apprezzando l’invito del ministro Schillaci a promuovere una costante educazione alimentare nelle scuole proprio per insegnare i corretti stili di vita e per combattere l’obesità giovanile”.

“Ovviamente il nostro compito è quello di continuare sulla strada fin qui tracciata e di continuare a fare meglio per l’interesse dell’Italia e dei cittadini. Fin d’ora – ha concluso Mascarino – siamo pronti a dare alle Istituzioni il nostro contributo di esperienze e conoscenze affinché gli obiettivi comuni, a livello di agenda ONU, siano raggiunti”.

Comunicato Stampa

“Come industria alimentare apprezziamo l’iniziativa promossa dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso di dar vita ad un paniere di prezzi calmierati che possa venire incontro alle esigenze delle famiglie più in difficoltà”. Lo dichiara in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Fin da ora a nome di Federalimentare e dei presidenti che compongono la Federazione – prosegue – diamo la nostra disponibilità a collaborare con il ministro affinché la lunga catena dell’agroalimentare italiano, fatta da industria, Gdo, intermediari, logistica e magazzini possa trovare una sintesi costruttiva nell’interesse dei cittadini tenendo anche in considerazione la crisi che alcuni settori stanno ancora attraversando per la mancanza di materie prime”.

“È perciò indispensabile – aggiunge Mascarino – che al tavolo di confronto vengano coinvolti il maggior numero dei protagonisti che compongono la filiera, penso ad esempio alla distribuzione e alle sue associazioni, affinché ognuno possa portare il proprio contributo e il proprio punto di vista”.

“Avere un tavolo il più possibile aperto al confronto – conclude Mascarino – è di interesse non solo strategico, ma anche e soprattutto indirizzato a cogliere le adeguate misure da adottare per rendere l’obiettivo del Mimit funzionale a raggiungere lo scopo di aiutare cittadini e famiglie in difficoltà”.

Comunicato Stampa

“Fra gennaio e maggio 2023 i listini di vendita dei prodotti dell’industria alimentare sono scesi di 7,4 punti percentuali segno evidente che la spirale inflazionistica su energia e materie prime sta diminuendo progressivamente con evidenti benefici sulla produzione industriale”. Lo comunica in una nota Federalimentare commentando i dati Istat.

“L’istituto statistico – prosegue la nota – sottolinea come i prezzi alla produzione dell’industria alimentare complessiva siano rallentati, dal +14,8% di gennaio, al +7,4% di maggio, con un taglio di 7,4 punti percentuali sui listini di vendita. Emerge altresì che in questa fase congiunturale, ci siano anche indicatori disomogenei nella catena complessiva. Al consumo – continua la Federazione – i prezzi dell’alimentare lavorato sono scesi, dal +14,9% di gennaio al +11,9% di giugno, con un taglio di 3 punti. Ciò evidenzia come ci sia una differenza da parte della lunga filiera distributiva di adeguare i listini, dovuta in larga parte a quello che potremmo definire ‘effetto scorte’”.

“Infatti, – conclude Federalimentare – se l’industria alimentare ha fatto la sua parte riducendo i listini, non bisogna dimenticare che a valle esiste una lunga filiera fatta di intermediari, magazzini, logistica che, proprio per il cosiddetto ‘effetto scorte’ sta rallentando il passaggio nell’offerta ai consumatori di prodotti a prezzi più bassi”.

Comunicato Stampa

“Il Nutriscore, il sistema di etichettatura a semaforo che penalizza quasi tutte le eccellenze alimentari italiane, perde consensi in tutta Europa e seri dubbi cominciano ad affiorare anche nei Paesi che lo hanno adottato”. È quanto dichiara in una nota Federalimentare in merito alle recenti decisioni di Spagna, Romania e Polonia di non adottare il sistema di etichettatura semaforico francese.

“Dopo le elezioni del 2019 il Governo spagnolo aveva annunciato che entro il primo trimestre 2021 avrebbe implementato lo schema semaforico francese. Ora, non solo il Nutriscore non è mai stato adottato, ma a meno di un mese dalle elezioni politiche tutti i principali partiti sono ufficialmente schierati contro. La Svizzera (Paese extra-UE ma molto importante per le esportazioni italiane) – prosegue la nota – raccomanda il Nutriscore dal 2019, ma martedì 6 giugno il Consiglio degli Stati ha accolto con 33 voti a favore e solo 8 contrari una mozione presentata dalla Commissione della Scienza, dell’educazione e della Cultura che invita a considerare gli effetti negativi dello schema a semaforo. La questione – aggiunge – dovrà ora essere esaminata dal Consiglio Nazionale, ma il Presidente della Confederazione Elvetica, Alain Berset, ha già chiarito che se il Nutriscore verrà bocciato anche in quella sede, la sua adozione dovrà essere revocata”.

“Dal 1° maggio, – continua la Federazione – in Romania l’utilizzo del Nutriscore è stato vietato dall’Autorità Nazionale per la Protezione dei Consumatori (ANPC) in quanto fuorviante e non approvato dalle autorità. Una decisione che si allinea a quella dell’Antitrust italiano (AGCM), che nel 2022 aveva preso un provvedimento molto simile nei confronti di alcune aziende che utilizzavano lo schema in Italia. A febbraio si è poi registrata l’importante presa di posizione da parte della Polonia, per voce del Ministro dell’Agricoltura e Vice Primo Ministro, Henryk Kowalczyk. Il Ministro ha spiegato che la sua opinione sul sistema francese è negativa e ha riferito di averlo fatto presente nel corso del precedente Consiglio Agricoltura dell’Unione Europea”.

“Appare dunque ormai chiaro che a sostenere l’adozione del Nutriscore in Europa è solo un ristretto gruppo di cinque Paesi (Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo), lontanissimo dalla maggioranza qualificata richiesta da un eventuale voto in sede di Consiglio europeo, che prevede un minimo di 15 Stati favorevoli, rappresentanti almeno il 65% della popolazione europea. Al contrario, il fronte degli oppositori, che già nel 2020 annoverava sette Paesi (Italia, Cipro, Grecia, Lettonia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria), con Spagna e Polonia si è allargato al punto da superare ampiamente la minoranza di blocco – pari a quattro Paesi e il 35% della popolazione UE – necessaria per fermare un’eventuale proposta per l’introduzione del Nutriscore”.

“Alla luce di queste evidenze, è ora auspicabile che la Commissione prenda atto della volontà degli Stati membri e si orienti verso modelli di informazione al consumatore più indicati per la tutela della salute dei cittadini europei, come il NutrInform Battery, uno schema informativo, non discriminatorio, conforme alle norme comunitarie, basato sui consumi giornalieri di riferimento stabiliti dall’EFSA a livello UE e realmente in grado di aiutare i consumatori a seguire una dieta sana, varia e bilanciata”, conclude Federalimentare.

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“Aver ottenuto dal Comitato Amministrativo del Tribunale Unificato dei Brevetti, all’unanimità, l’istituzione della sezione di Milano della Divisione centrale del Tub è davvero un ottimo risultato per l’Italia. Come Federalimentare siamo assolutamente lieti, in quanto, fra le competenze giuridiche nell’ambito dei contenziosi brevettuali, uno spazio significativo sarà dedicato al settore dell’agri-industria”. Lo dichiara in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“E’ un risultato significativo per il Paese e per tutto il settore perché, ricordo, che proprio il comparto agroalimentare e del food nella sua totalità, rappresenta per l’industria alimentare uno dei settori cruciali da difendere contro le contraffazioni. Aver scelto Milano – aggiunge – riconosce l’importanza dell’Italia nello scacchiere europeo e conferma la nostra centralità nel cooperare a livello Ue contro tutte le forme di falsificazioni nel nostro settore. Un risultato prezioso ottenuto grazie al grande lavoro svolto dal ministro Tajani che, in un proficuo e attento lavoro di squadra, ha centrato un obiettivo strategico di cui essere orgogliosi”, ha concluso.

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“I dati Istat sulla produzione industriale diffusi quest’oggi indicano che, nonostante l’impegno dell’industria alimentare nell’assorbire quanto possibile l’aumento dei costi per cercare un equilibrio tra garantire la tenuta della domanda e salvaguardare la sopravvivenza delle imprese, permane una significativa flessione della domanda, che lascia intravedere un secondo semestre dell’anno molto difficile”. Lo comunica in una nota Federalimentare commentando i dati Istat.

“I dati concernenti le vendite alimentari di aprile indicano un calo tendenziale in quantità del -5,4%, il risultato più pesante dal dicembre scorso. Si tratta – aggiunge la Federazione – di una situazione preoccupante, perché già nel 2022 si era verificato un calo tendenziale medio delle vendite alimentari, in quantità, pari al -4,2%, dopo che per lungo tempo il mercato alimentare era stato caratterizzato da una marcata stabilità”.

“Malgrado i grandi sforzi dell’industria, che da gennaio ad aprile ha praticato una riduzione dei prezzi franco fabbrica pari a -4,6 punti percentuali (dal +13,8% al +9,2%), i prezzi al consumo stanno rientrando con molta fatica, con un arretramento nello stesso periodo del -1,5 punti percentuali (dal +14,9% di gennaio al +13,4% di aprile). A questi – continua la nota – si aggiungono altri dati preoccupanti relativi agli indici di produzione dell’industria alimentare ad aprile, con un tendenziale di produzione pari al -5,6% rispetto all’aprile 2022, dopo il -4,5% registrato a marzo”.

“Alla luce di questo quadro – conclude Federalimentare – il consuntivo di produzione del primo quadrimestre dell’anno si attesta a un tendenziale pari a -1,9%, in controtendenza rispetto al +1,2% con cui si era chiuso, solo quattro mesi prima, il consuntivo di produzione del 2022. Tutti indici che ci allarmano e che potenzialmente fotografano un secondo semestre 2023 preoccupante e in negativo”.

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“Il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che introduce disposizioni per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy, è un’iniziativa dall’alto valore sociale ed economico mirata allo sviluppo del Paese, al quale l’industria alimentare può dare un grande contributo”. Lo ha dichiarato in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

“Di grande importanza – sottolinea Mascarino – è l’istituzione del Fondo sovrano a sostegno delle filiere strategiche, al quale potranno ricorrere anche le imprese alimentari, in particolare per l’export, che ha ancora ampi margini di crescita”.

“Un altro aspetto di grande rilievo – osserva Mascarino – sono le misure intraprese a tutela dei nostri prodotti e della nostra cultura alimentare, tra le quali la promozione del NutrInform Battery, l’alternativa con solide basi scientifiche alle etichette semaforiche discriminatorie proposte da altri Paesi; la certificazione di qualità a favore della ristorazione italiana all’estero; il sostegno all’imprenditoria femminile, il fondo per la protezione delle certificazioni IIGG e il sostegno al sistema fieristico nazionale, che auspichiamo includa le due grandi fiere dell’alimentare, Cibus e Tuttofood”.

“Trasformare materie prime in prodotti dal gusto straordinario, unici e inimitabili – prosegue il Presidente di Federalimentare – non è una competenza che si può acquistare sul mercato. I tre articoli dedicati alla formazione (liceo del Made in Italy, trasferimento delle competenze e Fondazione su imprese e competenze) consentiranno di trasferire alle nuove generazioni il saper fare dei nostri imprenditori, un vero e proprio vantaggio competitivo da valorizzare e tutelare”.

“Il settore industriale alimentare – conclude Mascarino – vuole continuare a dare un contributo importante allo sviluppo del Paese. L’Italia ha bisogno di una grande alleanza per la crescita che coinvolga pubblico e privato, e questo disegno di legge è un passo concreto in questa direzione”.

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