Comunicato di lunedì 18 febbraio 2019
 

FAI, FLAI E UILA INDICANO 205 EURO MENSILI IN PIÙ PER IL RINNOVO DEL CCNL INDUSTRIA ALIMENTARE

 

Federalimentare dice no agli incrementi richiesti dai sindacati: "Violate le regole interconfederali"

Sorpresa e preoccupazione. Non si fa attendere la reazione di Federalimentare alle richieste che le segreterie generali di Fai, Flai e Uila, sindacati di settore espressione di Cgil, Cisl e Uil, hanno inserito all’interno delle bozze di piattaforma per i nuovi contratti nazionali dell’industria e della cooperazione alimentare. “Siamo molto preoccupati per l’ onerosità dell’incremento retributivo di 205 euro medi mensili, a valere sul prossimo quadriennio, inserita da Fai, Flai, Uila nella bozza di piattaforma unitaria per il rinnovo del Ccnl industria alimentare” - ha dichiarato Silvio Ferrari, Vice Presidente di Federalimentare per le Relazioni industriali e il Welfare. “Ci chiediamo: dove sono finite le regole interconfederali che i Sindacati hanno “liberamente” e consapevolmente sottoscritto a marzo 2018? La richiesta economica non segue l’andamento dell’indice inflattivo Ipca, che le Parti Sociali confederali hanno stabilito essere il criterio oggettivo per gli aumenti. Sottolineiamo che i dati congiunturali di fine 2018 dell’industria alimentare non sono positivi. La produzione a dicembre è scesa di -4,0% sullo stesso mese 2017, mentre l’export in parallelo ha segnato un -3,8%”.

I sindacati hanno anche manifestato il proposito di aumentare i livelli di formazione, welfare, sicurezza e organizzazione del lavoro. Secondo Ferrari, “ci troviamo di fronte ad una richiesta che rischia oggettivamente di impantanare il negoziato ai blocchi di partenza, tanto più se, alla stessa, si aggiungono le altre richieste normative ed economiche”.