Comunicato di mercoledì 10 giugno 2015
 

CRISI: 6 ITALIANI SU 10 NON CREDONO SIA FINITA MA 7 SU 10 SONO SODDISFATTI DI QUELLO CHE MANGIANO

 

Assemblea Pubblica Federalimentare - 10 giugno 2015

La maggioranza degli italiani crede che bisognerà ancora tirare la cinghia, ma in generale sono soddisfatti
di quello che portano in tavola e cambierebbero poco anche se avessero più budget.
Un''indagine Doxa per Federalimentare indaga il cambiamento delle abitudini di consumo di beni alimentari
dei nostri connazionali durante la crisi: addio agli sprechi, spesa più frequente e attenzione alle offerte.
Scordamaglia: "Con Expo, gli italiani sono orgogliosi di mostrare al mondo un modello alimentare di eccellenza".

Gli italiani non credono che la fine della crisi sia vicina, 6 su 10 hanno il timore che la situazione non cambi o, addirittura, che possa peggiorare in futuro. Ma la maggior parte convive senza alcun problema con un diverso stile di consumo di cibi e alimenti, all’insegna della riduzione e della lotta allo spreco, dichiarandosi molto soddisfatti di come mangiano oggi e di quello che portano in tavola.

È quanto emerge da una indagine Doxa presentata nel corso dell''Assemblea annuale di Federalimentare, l''associazione che rappresenta le oltre 58 mila imprese del settore agroalimentare italiano. Secondo la ricerca, che indaga il cambiamento delle abitudini di consumo di beni alimentari degli italiani e il loro rapporto con la crisi, i cambiamenti in corso saranno strutturali e non contingenti, tanto che 7 italiani su 10 (il 69%) dichiarano che se anche avessero un budget illimitato, cambierebbero poco o nulla della loro alimentazione, visto che sono molto soddisfatti di come mangiano oggi.

"La crisi sta cambiando profondamente e in modo strutturale il rapporto degli italiani con il cibo - spiega il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia - sono più attenti e consapevoli, ma anche soddisfatti di quello che portano in tavola. Tra gli effetti positivi della crisi vanno citati anche il 63% di connazionali che, nell’anno di Expo, sono orgogliosi di vivere in Italia, il Paese che secondo loro esprime il cibo e le bevande più apprezzate del Pianeta. Un dato che riflette l''ammirazione e il rispetto da parte del mondo intervenuto a questa grande vetrina che è l''Expo, che in tema di agroalimentare vede nel nostro Paese e nella nostra filiera produttiva un modello unico ed ideale da prendere come riferimento. Un''iniezione di fiducia, di entusiasmo e di orgoglio di cui l''Italia ha assoluto bisogno per lasciarsi definitivamente alle spalle un periodo lungo e non certo semplice".

Se è vero, dunque, che il 68% dei nostri connazionali conferma di essere stato costretto a tagliare i propri acquisti e a modificare le proprie abitudini di consumo a causa dei vari rincari (come l’aumento dell’IVA e delle accise su alcuni prodotti di largo consumo), e che il 13% degli italiani ritiene, nei prossimi mesi, di dover ulteriormente ridurre gli acquisti in ambito alimentare, solo il 31% ne approfitterebbe per tornare ad acquistare cibi o bevande più costosi, o per andare un po’ più spesso al ristorante, nel caso vedesse aumentare le proprie capacità d''acquisto.

COME CAMBIANO LE ABITUDINI DEGLI ITALIANI: ADDIO ALLO SPRECO E SPESA PIÙ FREQUENTE
Ma come cambia la spesa degli italiani e quali sono le "lezioni" date dalla crisi?
Intanto, non sprecare: gli italiani hanno capito l’illogicità dello spreco di cibo. L’attitudine a non gettare più via nulla è il principale cambiamento che 6 italiani su 10 si riconoscono guardando a cosa è accaduto dal 2008 a oggi.
Sembra tramontare anche la vecchia tendenza di fare una unica grande spesa all’ipermercato 1 o 2 volte al mese. Oggi infatti, suggerisce l''indagine Doxa, il 54% fa la spesa più frequentemente rispetto al passato, magari approfittando delle offerte, mentre il 47% cambia tipologia di negozio a secondo dell’acquisto di cui ha bisogno, con un minor livello di fidelizzazione.
Circa un terzo degli italiani (il 35%) è molto più cauto del passato nello spendere di più per prodotti tipici o di nicchia, mentre altrettanti hanno riscoperto il piacere degli alimenti e delle ricette semplici. Qualcuno, il 25% degli intervistati, ha ridotto le dosi e c’è anche chi (12%) non bada troppo alle scadenze e usa i prodotti anche dopo la data di consumo consigliata.
Davanti allo scaffale del negozio o del supermercato quello che conta davvero è la qualità delle materie prime secondo il 34% degli intervistati, e solo dopo, quasi a pari merito, la fiducia nella zona d’origine (26%) e nel produttore (22%). Seguono il prezzo (21%) e la marca (19%).

NEW ENTRY E QUALCHE (SOFFERTA) RINUNCIA: ECCO COSA È CAMBIATO IN DISPENSA
Insieme alle abitudini di acquisto cambia anche la nostra dispensa, che negli anni della crisi è rimasta uguale (per quantità e tipologia di prodotti) per meno della metà degli italiani, il 44%; il 42% ha continuato a mangiare le stesse cose riducendo le quantità.
In particolare, tra i cibi che la crisi ha spinto a consumare di più troviamo, in assoluto al primo posto, le verdure (le mangia di più il 21% degli italiani). Seguono, in un range compresa tra il 4% e il 9%, frutta, acqua minerale, pasta, latte e formaggi, pesce uova, vino, birra e pane. Mentre una fetta d’italiani (tra il 14% e il 24%), a volte, hanno dovuto fare a meno ridurre, con rammarico, di dolci, pesce, piatti pronti, carne, vino e birra, salumi e bibite gassate.

LA TRATTORIA BATTE IL RISTORANTE STELLATO, E SI RISCOPRE IL PIACERE DI MANGIARE IN CASA
Questi anni hanno comportato cambiamenti non solo nella tipologia di cibi e bevande che portiamo in tavola, ma anche nella concezione più generale del mangiare con gli altri e della socializzazione. Le tendenze che vincono sono due: semplicità e riscoperta della dimensione domestica. La trattoria batte di gran lunga il ristorante gourmet o stellato (soprattutto fra le donne, laureate del Nord Est o del Sud Italia) così come si è riscoperta, con piacere, l’abitudine di mangiare più spesso a casa con i propri familiari (ancora donne, over 55, titolo di studi inferiore, Centro e Sud Italia).