Comunicato di venerdì 2 agosto 2013
 

Andamento congiunturale dell’industria alimentare: II trimestre e previsioni 2013

 

INDUSTRIA ALIMENTARE, TENGONO INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE CALO DEI consumi ERODE I RICAVI, RIMANE DIFFICILE l’ACCESSO AL CREDITO

FERRUA: LA TIMIDA RIPRESA DI FIDUCIA NON VENGA INIBITA DA AUMENTO PRESSIONE FISCALE


Roma, 2 agosto 2013 – Nonostante il perdurare della crisi, l’andamento delle aziende alimentari appare migliore rispetto alla media dell’industria italiana. Ma non mancano elementi di criticità, evidenziati da un’analisi congiunturale sulle previsioni 2013 realizzata da Format per Federalimentare su un campione di 1.000 imprese alimentari con più di 9 addetti distribuite sull’intero territorio nazionale.

Nell’ultimo anno, 6 aziende alimentari su 10 hanno effettuato investimenti. 1 su 2 continuerà a farlo per il prossimo biennio, a confermare la vocazione alla qualità che da sempre ha contraddistinto il settore alimentare.

Le risorse vengono allocate soprattutto in nuovi prodotti e processi per i mercati esteri, sostenibilità ambientale, formazione personale, certificazione, cooperazione interaziendale per la distribuzione.

L’occupazione 2013 resta stabile: solo 1 azienda alimentare su 10 ha ridotto l’organico.

Non mancano elementi di elevata criticità: ulteriore caduta dei consumi, erosione dei ricavi, incremento dei costi dell’energia, dei servizi e della pressione fiscale.

Calano le imprese che nell’ultimo trimestre hanno ottenuto un credito dalle banche. Le più colpite sono le aziende sotto i 50 dipendenti e quelle dell’area centro-meridionale.

Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare: “Le difficoltà dell’industria alimentare continuano, fra luci e ombre. Per il rilancio, è necessaria una forte spinta sulle deduzioni fiscali per l’estero e sulla riduzione dei costi del credito, dell’energia e dei servizi alle imprese. Questa leggera ripresa di fiducia non deve essere assolutamente inibita da aumenti di IVA, di pressione fiscale, di ulteriore contrazione della spesa delle famiglie”.

“Auspichiamo - conclude Ferrua - che si faccia sistema per abbattere il protezionismo delle barriere doganali non tariffarie, spesso a carattere sanitario, che ostacolano le nostre esportazioni. Non aiutano il nostro posizionamento, specie sui mercati esteri, i continui e reiterati attacchi all’industria alimentare italiana. Interventi come quelli sull’etichettatura d’origine devono aver fine, ledono l’immagine di uno dei comparti più virtuosi e rappresentativi del sistema produttivo italiano.”