Comunicato di lunedì 9 marzo 2020
 

Coronavirus, Federalimentare: Crisi del turismo e della ristorazione frenano i consumi interni

 

Comunicato Stampa

"Il fattore Coronavirus sta ribaltando le previsioni di accelerazione nel 2020 trasformandolo rapidamente in un anno debole, anomalo e interlocutorio, per il momento difficile da decifrare" commenta così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, la situazione economica e delle imprese alla luce degli ultimi sviluppi.

Lo scenario è a tinte fosche: la somma del fatturato delle industrie alimentari delle 4 regioni maggiormente coinvolte - Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - rappresenta i due terzi del fatturato di settore. È evidente che anche un leggero rallentamento delle attività in questo perimetro operativo si ripercuote in modo pesante a livello nazionale.
È da prevedere inoltre l’abbassamento significativo dei consumi alimentari interni 2020 dovuti al calo della ristorazione e del turismo: va ricordato che il fatturato complessivo della “spesa alimentare legata al turismo” è stimata in 30,5 miliardi. Nello specifico, 18,5 miliardi sono legati alle spese alimentari del turismo interno (11 miliardi per ristorazione, bar e caffè, e 7 miliardi a spese agroalimentari), mentre 12 miliardi fanno riferimento al turismo proveniente dall’estero (7 miliardi per ristorazione, bar e caffè e 5 miliardi per spese agroalimentari).

Stando così le cose possiamo attenderci una ripresa solo per l’ultima parte dell’anno in corso. Inoltre, se il PIL perderà, come sembra, 1 punto percentuale (ma potrebbe essere alla fine di più) ne potrà risentire anche la produzione alimentare. L’ export di settore, nella migliore delle ipotesi, manterrà il segno “più”, ma con un tasso simbolico, di poco superiore la parità. Si può confidare, invece, in un forte rimbalzo (come avviene sempre, per effetto psicologico, dopo le grandi crisi) nel biennio successivo.

Naturalmente, le aziende stanno fronteggiando difficoltà anche in tema di mobilità nazionale e internazionale con diffuse problematiche logistiche, ad esempio la difficoltà di circolazione dei dipendenti e persino delle merci: fondamentale diventa garantire il rispetto dei tempi di spedizione e di consegna per non provocare lo slittamento dei termini di pagamento. In più, la paura è che si possa ingenerare un calo di fiducia nel sistema del Made in Italy del tutto ingiustificato ma pericoloso perché metterebbe a dura prova l''unico elemento concreto di crescita per l''industria alimentare: l''export.

"L''industria alimentare italiana sta attivando tutte le misure necessarie per far fronte al momento critico, nel rispetto delle regole imposte. Lo stiamo facendo con l''aiuto delle istituzioni che, in questo momento di grande crisi, ci hanno tempestivamente tenuti al corrente sulle decisioni relative all''emergenza e che - siamo certi - continueranno a supportare le imprese italiane. Finita l’emergenza sanitaria dovremo affrontare quella economica, con la consapevolezza che ci aspettano periodi durissimi in cui tutti dovremo fare sacrifici e rinunce per poter far ripartire il nostro paese e la nostra industria alimentare".