Comunicato di mercoledì 2 ottobre 2019
 

Dazi, danni fino a 2 miliardi. Federalimentare: ''Con gli USA si trovi un compromesso o via ai controdazi''

 

Ivano Vacondio: ''Ennesima dimostrazione che è necessario fare accordi bilaterali come il CETA e aprirci ad altri mercati''

Un taglio potenziale di mancato export in USA che va dai 650 milioni (considerando dazi per il 30%) fino ai 2 miliardi e oltre, cioè un export praticamente dimezzato (in caso di dazi al 100%). È questa la forchetta entro la quale si muovono i dazi che rischiano di colpire le eccellenze Made in Italy dopo la pronuncia della Wto, secondo le rilevazioni Federalimentare. Tra i più colpiti, alcuni settori che hanno fatto conoscere l''industria alimentare nel mondo come quello vinicolo, il lattiero caseario e quello della pasta.

"Sono numeri importanti, che preoccupano le nostre imprese ma che non devono indurci a inutili allarmismi - ha commentato Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare - Se gli USA rappresentano il nostro primo mercato extraeuropeo e il secondo dopo la Germania a livello mondo, non è certo per i costi bassi dei nostri prodotti ma è perché comprare Made in Italy significa consumare prodotti d’eccellenza creati con un know how unico. Un costo più alto graverà certamente sul nostro export, ma non così tanto quanto si paventa".

"Ciò non significa - ha continuato Vacondio - che non sia necessario procedere con alcune misure: se gli USA decideranno di fare la "guerra daziaria" sulle nostre eccellenze, occorrerà - quando tecnicamente possibile - agire di conseguenza e per questo chiediamo alla politica, italiana ed europea, di rispondere a questi dazi con altrettanti dazi su prodotti statunitensi, da quelli di largo consumo commercializzati da potenti multinazionali ai fast food".

"La notizia della Wto - ha aggiunto il presidente di Federalimentare - ci dà un''ulteriore conferma di quanto già Federalimentare ribadisce da tempo e cioè che è necessario aprirci su mercati emergenti dove il Made in Italy ha grande possibilità di espansione attraverso accordi bilaterali, come sono quelli del Ceta e del Mercosur".