Comunicato di lunedì 23 settembre 2019
 

Imposta merendine, Federalimentare: 'Soluzione inutile per la salute e dannosa per l'economia. Serve politica coraggiosa che smetta di aumentare tasse'

 

Comunicato Stampa

"Come Paese abbiamo portato fino all'Onu una battaglia contro le etichette a colori che bollano come insalubri determinati cibi e adesso ci facciamo promotori di una legge che sostiene esattamente il contrario?". Così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, si esprime sull'ipotesi di tassare merendine e bibite gassate.

"Se questa proposta dovesse passare - spiega Vacondio – si verificherebbe un'ulteriore depressione dei consumi interni, che hanno già perso 10 punti percentuali in 10 anni e che non accennano a migliorare, con un danno a importante ai settori produttivi nazionali. Sarebbe un boomerang per l'economia italiana e per il Made in Italy che, fino a pochi mesi fa, si è fatto portabandiera della lotta contro l'etichetta fronte pacco (il “nutriscore” francese e il semaforo inglese), sistemi che mettono al bando determinati alimenti, contro i quali l'Italia ha sempre sostenuto che non esistono cibi salubri e cibi insalubri, ma solo diete equilibrate e diete non equilibrate e che l'importante non è eliminare dalla propria dieta alcuni cibi ma mangiare tutto nella giusta quantità".

Un'idea supportata anche dai fatti. Se si guarda ad altre nazioni che negli anni hanno provato a tassare prodotti contenenti zuccheri, si vede come l'operazione sia fallita in tutti i casi: se, infatti in un primo momento la tassazione ha prodotto un calo delle vendite di quei prodotti, con il passare del tempo i livelli sono tornati simili a quelli iniziali. È il caso della Francia, che nel 2012 ha introdotto una tassa sulle bevande, che ha visto in un primo momento un calo del 2,2% delle vendite, per poi tornare a un livello di consumo pre-tassa, o della Danimarca, che nel 2014 ha eliminato la tassa sui soft drink dopo aver riconosciuto la natura regressiva dell'imposta.

"Scelte sbagliate – secondo Vacondio - i cui effetti, documentati, si sono rivelati inutili per la salute pubblica ma dannosi per l’economia delle famiglie. Per risolvere il problema in modo strategico, l'unica via è l'educazione alimentare e una politica coraggiosa che smetta di cercare risorse aumentando le tasse ma operi sulle uscite, tagliando gli sprechi e le spese inutili, per recuperare i fondi per gli investimenti".