Comunicato di venerdì 2 febbraio 2018
 

Federalimentare sulla giornata nazionale contro lo spreco

 

Scordamaglia: “Sprecare meno? L’industria accetta la sfida”

“L’industria alimentare si trova a fronteggiare due sfide che sembrano opposte ma non lo sono. Da una parte produrre di più per sfamare i 9 miliardi di persone che, secondo la Fao, comporranno la popolazione mondiale entro il 2050, e dall’altro sprecare meno: ogni anno nel mondo finiscono nella spazzatura 1,3 miliardi di tonnellate di cibo e oggi solo in Italia ne gettiamo via 145 Kg pro capite”. dice Luigi Scordamaglia presidente di Federalimentare, alla vigilia del 5 febbraio, giornata nazionale contro lo spreco alimentare.
“La legge di recente approvazione ha già fatto molto, ha sburocratizzato e semplificato le procedure per chi vuole donare invece di sprecare ma dobbiamo andare oltre, ora è fondamentale il coinvolgimento dell’intera filiera e l’industria, cui è attribuibile solo lo 0,4% delle eccedenze rispetto alla sua produzione e il 3% degli sprechi prodotti dalla filiera agroalimentare, deve fare la sua parte come raccordo fra la produzione agricola, la distribuzione e il consumo”. In questo senso va LIFE - Food.Waste.StandUP, il progetto di informazione e sensibilizzazione co-finanziato dalla commissione europea di cui Federalimentare è capofila insieme a Federdistribuzione, Unione Nazionale Consumatori e Banco alimentare. "Le sfide dei prossimi anni vedranno sempre più l''impegno dell''intera filiera" commenta il presidente di Federalimentare.
Due gli elementi strategici rintracciati da Scordamaglia: innovazione ed educazione. “L’innovazione tecnologica parte dall’agricoltura, dalla georeferenziazione, all’agricoltura di precisione e in questo senso, in Italia, abbiamo esperienze che vantano oltre il 30% di risparmio. Ma l''industria non ha un ruolo meno fondamentale perché, se da una parte può condizionare l’approvvigionamento agricolo, dall’altro può produrre imballaggi sempre più tecnologici, che interagendo col prodotto ne aumentano la ‘shell life’, riducendo lo spreco in fase di consumo”. E poi c’è l’educazione rivolta al consumatore: “Non parliamo solo di campagne di sensibilizzazione, ma anche di iniziative concrete rivolte al consumo giornaliero come ad esempio mettere in etichetta indicazioni di conservazione e di preparazione precise, pensare a ri-porzionamenti, magari monoporzione per alcuni prodotti, consentendo così un uso più flessibile e quindi una riduzione di sprechi per il consumatore”.