Al via oggi Apertamente, fabbriche alimentari aperte ai consumatori
Censis su italiani e cibo: "il 71,4% attento alla sicurezza, il 93% dei millennials se ne interessa"
Censis su italiani e cibo: “il 71,4% attento alla sicurezza, il 93% dei millennials se ne interessa”
Milano, 17 novembre - Appassionati ed esigenti, questo il ritratto degli italiani nei confronti del cibo: i consumatori lo amano, temono le frodi, leggono sempre più attentamente l’etichetta e attribuiscono valore al non solo agli alimenti in quanto tali, ma anche al mondo in cui sono prodotti. Non è un caso quindi che oggi Federalimentare, da sempre impegnata a garantire la trasparenza del settore, lanci Apertamente e apra al pubblico le porte degli stabilimenti dell’alimentare italiano. L’iniziativa di Federalimentare con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, vedrà, per circa un mese, le industrie alimentari di tutta Italia accessibili ai cittadini che potranno toccare con mano l’eccellenza del Made in Italy, verificare come vengono prodotti gli alimenti che oggi sono considerati fra i più sicuri al mondo e osservare da vicino la filiera che si è ormai imposta come modello per il resto d’Europa.
“Conosce, parla e si appassiona di cibo il 90,9% degli italiani” ha sottolineato Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, presentando “Mangiare informati: come gli italiani scelgono cibo buono e sicuro”, l’analisi compilata per Federalimentare che fotografa la percezione che hanno gli italiani dell''industria alimentare.
Sorprendente il dato che riguarda i millenials: il 93% dei giovani e giovanissimi italiani si interessa al cibo, e addirittura il 53,5% si definisce un appassionato. A orientare le scelte dei consumatori la “reputazione” che per 3 italiani su 10 è più importante del prezzo, mentre per 5 su 10 ha lo stesso valore nel momento dell’acquisto. E poi la sicurezza e la salubrità di quanto acquistato: il 56,4% dei consumatori legge costantemente le etichette dei cibi , il 71,4% degli italiani è attento sui temi della sicurezza degli alimenti; il 40% si informa sul cibo perché sente parlare sempre più spesso di prodotti alimentari contraffatti e poco sicuri; il 24% lo fa perché vuole essere certo di acquistare prodotti più sicuri. Così anche se gli italiani sembrano mantenere il sangue freddo, in realtà campagne mediatiche allarmiste possono avere un impatto potenzialmente molto negativo su un cibo o su un determinato marchio, spingendo il 30,4% dei consumatori a puntare il dito contro singoli alimenti che farebbero male e quindi sarebbe meglio non mangiare.
“E quindi con iniziative come queste che vogliamo offrire ai media un’occasione in più per informare correttamente e ai cittadini la possibilità di vedere con i loro occhi come, dove e da chi viene prodotto il cibo che arriva sulle nostre tavole” ha detto Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, “sradicare i miti alimentari è complesso, siamo subissati di contrapposizioni tra cibi “malefici” e cibi “salvifici” e aggrediti da allarmi spesso sproporzionati, cavalcati per ragioni di audience, un fenomeno rischioso che può incidere anche pesantemente sulla salute delle persone portando a diete sbilanciate fino a vere e proprie psicosi come l’ortoressia, l’ossessione per il cibo sano, che colpisce 450 mila persone, eppure il nostro cibo non è mai stato più sicuro di così”.
“L’Italia – ha continuato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare – infatti vanta un’industria alimentare prima in Europa per severità e numero di controlli di processo di prodotto e per garantire che i cibi che i consumatori portano a tavola siano sempre più sicuri il settore agroalimentare investe ogni giorno risorse umane e finanziarie per ricerca e sviluppo”. Il 2% del fatturato annuo, circa 2,6 miliardi di euro, è utilizzato per garantire la sicurezza alimentare e gli standard di qualità dei prodotti. Inoltre su un totale di 385 mila occupati, ben 85 mila persone sono impiegate in attività di analisi, controllo sicurezza e qualità e sono almeno 2,8 milioni le analisi di autocontrollo compiute al giorno. Scordamaglia poi ha anche ricordato come a questo si debba aggiungere una progressiva e costante presa di responsabilità dell’industria e l’impegno con le istituzioni per favorire corretti modelli di consumo “in 5 anni – dice il presidente - il nostro comparto ha migliorato il profilo nutrizionale di oltre 4 mila prodotti. Il settore aiuta il consumatore a compiere scelte consapevoli, ha anticipato l’obbligo di etichetta, adotta un marketing e una comunicazione responsabile, a salvaguardia soprattutto dei bambini”.
Rosario Trefiletti ha detto:" È positivo che si facciano iniziative come queste, soprattutto quando hanno carattere strutturale, il che sottende un''evidente convergenza di industria e consumatori su concetti fondamentali come sicurezza e trasparenza"
“Con Apertamente prendiamo per mano il consumatore e lo accompagniamo dentro che sta facendo grande il Made in Italy nel mondo” ha concluso Scordamaglia ricordando che l’industria agroalimentare è il secondo settore manifatturiero italiano con 132 miliardi di fatturato annuo.
Si inizia questa settimana con i primi 25 stabilimenti aperti da Torino a Catania impegnati in visite e iniziative dedicate ai consumatori. Tra questi Heineken con il suo birrificio sostenibile di Comun Nuovo a Bergamo che è il sito produttivo di birra più grande d’Italia, la Ferrero con i suoi stabilimenti storici ad Alba, la Martini&Rossi, l’azienda Emilio Mauri S.p.a., emblema della tradizione casearia italiana, attenta all’impatto ambientale con uno stabilimento unico al mondo perché costruito all’interno delle grotte naturali della Valsassina; Masi Agricola, produttore leader di Amarone in Valpolicella, lo stabilimento della Coca-Cola Sibeg in Sicilia. Ma anche la Centrale del Latte di Roma, lo stabilimento di pasta Divella, la birra Carlsberg, Almeda Naturizia, Carra Mangimi, Colavita, Fa.Ma.Vit, Ferrari Giovanni. Apre le porte anche lo storico marchio Fr.lli Branca, poi Giardini, Grandi Molini Italiani, Pastificio A.Mastromauro Granoro. E ancora Gruppo Grigi, Inalca, Italia Alimentari, Alfonso Sellitto La Valle, Mangimi Leone, Mazzoleni, Novaterra Zeelandia, Pizzoli, San Vincenzo, Salumificio San Pietro, Steriltom, Gruppo Tampieri, Molino della Giovanna.
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