FEDERALIMENTARE su dossier OXFAM su emissioni gas serra
SCORDAMAGLIA: “POLEMICHE STRUMENTALI E INTERESSATE, L’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA È LEADER PER IMPEGNO AMBIENTALE ”
Roma, 28 giugno 2016 – “L’Industria alimentare italiana è un modello in tema ambientale e destina gran parte degli investimenti in ricerca e sviluppo proprio per contenere gli impatti ambientali” dice Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare. “L’Industria alimentare europea, primo settore manifatturiero dell’UE e maggior produttore ed esportatore mondiale di alimenti – aggiunge Scordamaglia - è responsabile di appena l’1,5% del totale delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE”.
“Il sistema alimentare italiano si pone su scala globale come modello di produzione e consumo sostenibili – prosegue Scordamaglia - in grado di far fronte al crescente fabbisogno della popolazione mondiale e di garantire la competitività dei sistemi agroalimentari nel rispetto dell’ambiente”. “Nello specifico la nostra industria alimentare, secondo settore industriale del Paese, non solo fa efficienza energetica, ma ha quasi dimezzato in 30 anni l’utilizzo di acqua. Dagli anni ’90 a oggi ha ridotto le emissioni di gas serra del 30%, ha ottimizzato e innovato continuamente, insieme ai produttori, anche il packaging, diminuendo negli ultimi 15 anni l’impiego di materia prima fino al -40%, con un risparmio di 300 milioni di tonnellate di imballi primari e di circa di 20% delle emissioni di anidride carbonica ed è responsabile di appena lo 0,4% delle food losses, le perdite alimentari, che sono generate lungo la filiera”.
“Gli ideologismi – conclude Scordamaglia - non portano mai progresso reale. Bisogna invece guardare alla realtà, senza strumentali colpevolizzazioni. Diffidare di chi diffonde dati fuorvianti, perché sorge il sospetto che tutto ciò faccia parte di una campagna ben orchestrata finalizzata a distoglier l’attenzione dai veri inquinatori, che sono altri quali (trasporti e riscaldamenti domestici ancora troppi basati su combustibili fossili). Gli obiettivi di Parigi del dicembre scorso – ossia azzeramento delle emissioni entro la metà del secolo e contenimento delle temperature entro 1,5 gradi - sono pienamente condivisi da un settore, come quello alimentare, che è esemplare e in prima fila per il loro raggiungimento”.
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