SCORDAMAGLIA su BREXIT: se vince uscita dall'UE chi avrà la peggio nell'agroalimentare saranno gli inglesi non noi
Roma, 16 giugno
Il Regno Unito copre il 9,7% del nostro export alimentare e negli ultimi anni ha segnato delta espansivi sempre superiori alla media mondo, attestandosi nel 2015 come quarto sbocco estero del settore per importanza e terzo per performance . “Un mercato senza dubbio strategico e in costante crescita” dice Luigi Scordamaglia presidente di Federalimentare. E ne commenta così l’eventuale uscita dall’Ue “Anche se si dovesse scegliere la via della Brexit la domanda di prodotti alimentari italiani certo non verrebbe meno”.
“Non dimentichiamo poi – continua il presidente - che nel campo delle politiche agricole comunitarie il Regno Unito ha sempre preso molte più risorse di quelle che ha versato”. “È risaputo infatti - precisa Scordamaglia - che quel Paese spesso ha ostacolato politiche di qualità volte all’innalzamento degli standard, politiche che invece da sempre caratterizzano il settore alimentare italiano”.
“L''auspicio sicuramente è quello che il Regno Unito rimanga in una UE capace di delinearsi come sempre più forte – conclude Scordamaglia - ma se dovesse uscire saranno gli Inglesi, sia produttori agricoli che consumatori, e non l''Italia a pagarne il prezzo maggiore”.
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