Comunicato di martedì 1 dicembre 2015
 

CLIMA: FEDERALIMENTARE, DA INDUSTRIA ALIMENTARE -30% DELLE EMISSIONI IN 25 ANNI

 

Comunicato Stampa - 1 dicembre 2015

Scordamaglia: “Modello agroalimentare italiano il migliore al mondo in termini di sostenibilità ambientale e uso efficiente delle risorse. A Parigi si prendano decisioni trasversali che impegnino tutti i paesi”

L’impatto ambientale dell’industria alimentare italiana all’interno della filiera di consumo è pari ad appena l’11% del totale emissioni di CO2 e appena l’1,8% dei consumi idrici. Dagli anni Novanta l’industria italiana del Food&Beverage ha ridotto del 30% le emissioni di C02, ha prodotto un risparmio energetico complessivo del 15-20% e ridotto i consumi idrici del 30-40%.

In occasione della conferenza sul clima in corso a Parigi, Federalimentare (la federazione che rappresenta oltre 54 mila aziende agro-alimentari italiane) traccia un bilancio dell’impegno del settore sul fronte dei cambiamenti climatici, sottolineando i risultati raggiunti nell’ultimo ventennio su sostenibilità e impatto ambientale.

“Il sistema alimentare italiano – afferma il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia - si pone su scala globale come modello di produzione e consumo sostenibili, in grado di fronteggiare il crescente fabbisogno della popolazione mondiale nel rispetto dell’ambiente e delle comunità. Durante i giorni dell’Expo abbiamo mostrato al mondo l’immagine dell’industria e del modello produttivo italiano, il migliore al mondo in termini di uso efficiente delle risorse, qualità, sicurezza e innovazione di processo e di prodotto. Ora rilanciamo la sfida di offrire al mondo un modello alimentare coerente e sostenibile”.

Negli ultimi 15 anni l’industria alimentare italiana ha ridotto complessivamente del 40% il peso e il volume degli imballaggi, con un risparmio di 300 milioni di tonnellate di imballi primari e di circa di 20% delle emissioni di anidride carbonica. Inoltre, sono stati raggiunti e superati i target fissati dall’UE su recupero e riciclo dei rifiuti d’imballaggio, con percentuali sempre crescenti di anno in anno.

“La conferenza sul clima di Parigi sia l’occasione per tutti di assumere impegni trasversali”, spiega Scordamaglia, che aggiunge: “Ci faremmo davvero del male se solo alcuni paesi prendessero unilateralmente impegni sul clima, consentendo ad altri, come per esempio la Cina (a cui l’UE, con un comportamento autolesionistico, sta già di fatto legittimando un’azione di dumping verso le aziende italiane riconoscendo l’economia di mercato) di continuare ad inquinare facendoci anche concorrenza sleale”.

Le azioni dell’industria alimentare per la sostenibilità ambientale, che includono l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e la riduzione degli impatti sugli ecosistemi, si svolgono su 5 linee d’intervento prioritarie: approvvigionamento sostenibile e pieno sfruttamento delle materie prime agricole (inclusi i sottoprodotti destinati a mangimistica, recupero energetico, chimica, cosmetica ecc.), uso efficiente delle risorse di base come energia e acqua, ottimizzazione del packaging e corretta gestione degli imballaggi post-uso (recupero/riciclo), politiche e azioni volte a promuovere il consumo sostenibile.