Comunicato di sabato 19 febbraio 2022
 

Decreto bollette, Federalimentare: Bene il Governo ma servono interventi strutturali per fronteggiare questo tsunami

 

Comunicato stampa

"Il governo ha fatto il massimo sforzo sulle risorse da mettere in campo per le famiglie e le aziende per contrastare il caro bollette, ma lo tsunami energetico che stiamo vivendo ha necessità di risorse che sono impensabili da ottenere in un così breve periodo" così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta il decreto appena approvato, che stanzia quasi 6 miliardi per aiutare imprese e famiglie sulla questione del caro bollette.

"Siamo in particolare soddisfatti per quanto riguarda l'inserimento nel provvedimento della possibilità per le imprese energivore di beneficiare di uno sconto, come credito d'imposta, pari al 20% delle spese sostenute per l'energia acquistata nel secondo trimestre - continua Vacondio - anche se siamo consapevoli che le risorse stanziate vanno ad intervenire sul corto periodo, cioè sui primi due trimestri dell'anno, ma che per uscire del tutto da questa crisi c''è bisogno di interventi strutturali".

"E a proposito degli interventi strutturali, un altro segnale positivo è quello di aver dato corso all''aumento dell'estrazione del gas in Italia. Ovvio - continua il presidente di Federalimentare - non è sufficiente e occorre diversificare le fonti di approvvigionamento, ma è un passo in avanti per non trovarsi di nuovo in questa situazione".

"Come industria del food&beverage, e vista anche la preoccupazione di molte delle nostre aziende che sono energivore e che rischiano tuttora di fermarsi, siamo moderatamente ottimisti sull'intervento, anche se rimaniamo in attesa di vedere i decreti attuativi".

"La cosa importante - conclude Vacondio - è che non si pensi a famiglie e imprese come a due problemi distinti, perché sono due facce della stessa filiera: se il costo dell'energia grava di più sul consumatore, ci sarà un blocco dei consumi; viceversa, se saranno le imprese a pagare di più, saranno costrette a scaricare i costi a terra, cioè sul consumatore, il che porterebbe allo stesso problema".