Comunicato di venerdì 31 luglio 2020
 

CONTRATTO ALIMENTARE, L'INDUSTRIA ALIMENTARE ALLA RICERCA DI UN ACCORDO DI RINNOVO SOSTENIBILE

 

PREOCCUPATI PER FUGA IN AVANTI, SERVE CONSAPEVOLEZZA DELLA CRISI E DELLE ESIGENZE DEI COMPARTI

Roma, 31 luglio 2020 – L'accordo siglato nella notte da 3 associazioni su 14 non può essere riconosciuto come CCNL industria alimentare.

Le 11 associazioni che rappresentano oltre il 70% del fatturato dell''industria alimentare evidenziano le difficoltà riscontrate anche nella tornata di trattativa di ieri a trovare soluzioni adeguate e sostenibili per settori che con il Covid hanno registrato cali di mercato anche del 40% e stimano una ripresa lenta e incerta.

Il vice presidente di Federalimentare, Silvio Ferrari, evidenzia “l'estrema difficoltà a veder riconosciuta nella trattativa una eterogeneità dei diversi settori, con disponibilità di incrementi salariali, per i prossimi anni, molto diverse. Le proposte dei settori che rappresentano la maggioranza dell'industria alimentare non hanno trovato risposte e la proposta di incrementi retributivi e sul welfare, superiore alla precedente tornata pre Covid, è stata ritenuta dal Sindacato non adeguata a proseguire il negoziato.

Per queste associazioni – continua Ferrari – era e resta necessario rimanere all''interno del Patto della Fabbrica e continuare il negoziato per raggiungere intese soddisfacenti per le imprese associate, dalle piccole alle grandi.

Federalimentare e le associazioni aderenti, dalla stessa coordinate, manifestano rammarico per l'evoluzione della trattativa, che ha reso impossibile convergere sulle richieste salariali, ma anche su alcuni aspetti normativi”.

È quanto dichiara il Vice Presidente Ferrari, dopo il rifiuto delle OO.SS., nella notte di ieri, di proseguire il confronto sulla proposta economica avanzata da Federalimentare, del tutto congrua rispetto alla difficoltà della congiuntura economica, e in linea con le regole del Patto per la Fabbrica.

La richiesta economica del sindacato non tiene in debito conto la pesante situazione di crisi, confermata dai dati Istat (-12% Pil, secondo trimestre 2020), che anche gli organismi internazionali riconoscono come la più grave dal dopoguerra ad oggi e della quale non si conoscono tempi ed evoluzioni. Per non parlare della lentissima ripartenza del fuori casa, che rappresenta un terzo dei consumi.

Con senso di responsabilità nei confronti delle aziende e dei lavoratori, nell''obiettivo di mantenere i livelli occupazionali, le Associazioni Anicav, Assalzoo, Assica, Assitol, Assobibe, Assolatte, Federvini, Italmopa, Mineracqua, e Federalimentare, confermano la volontà di proseguire il percorso negoziale, considerando che è stato già raggiunta un''intesa sui valori del Trattamento economico minimo e del welfare e su vari capitoli normativi.