Conosciamo... Emilio Minuzzo - Giovani Imprenditori Federalimentare
 

 

 

 
 

EMILIO MINUZZO

 

Emilio Minuzzo, 24 anni, è imprenditore in Emilio Mauri S.p.a. e Consigliere centrale del gruppo giovani di Federalimentare.

 

Dopo aver preso la maturità scientifica ha continuato gli studi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore laureandosi in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Ha iniziato l’inserimento nell’azienda di famiglia, attiva da cinque generazioni nella produzione di formaggi D.o.p. (quali Taleggio, Quartirolo e Gorgonzola) oltre che prodotti caprini e vaccini, lavorando nei vari reparti produttivi dello stabilimento di Pasturo (Lc). Attualmente opera nell’area commerciale della Mauri formaggi.

 

"Quali sono secondo te le sfide che l’alimentare made in Italy dovrà affrontare nei prossimi anni?"

 

Le sfide future del Made in Italy, saranno parzialmente le stesse del giorno d’oggi, cioè cercare di difendere il consumatore da fenomeni quali l’italian sounding, che ogni anno causa danni per circa 60 miliardi di euro di mancata vendita di prodotto italiano a vantaggio di similari prodotti in altri Paesi. Sicuramente la sfida più rilevante sarà quella di divulgare il messaggio cardine del Made in Italy, cioè della qualità dei prodotti italiani e dell’artigianalità e tipicità delle nostre lavorazioni.

 

"Di che cosa ti occupi in particolare all’interno di Federalimentare come giovane imprenditore?"

 

Attualmente sono componente della giunta del presidente Squeri, come Consigliere centrale delegato alle relazioni con le Istituzioni Europee. Ritengo oggi più che mai il rapporto con l’Europa fondamentale sia per il nostro mercato sia per cercare sempre più, a tutti i livelli, di difendere il Made in Italy. Oltre a ciò partecipo attivamente sia alle attività del gruppo, che a gruppi di lavoro specifici inter-settoriali.

 

    "Quali sono secondo te i vantaggi di una partecipazione attiva a Federalimentare?"

     

I vantaggi di una partecipazione attiva al gruppo sono molteplici, innanzitutto il più evidente è che un esperienza di gruppo e quindi umana è sempre arricchente. In secondo luogo si ha modo di confrontarsi su molteplici tematiche e problematiche impattando con punti di vista e competenze differenti, riuscendo così ad ampliare il proprio bagaglio culturale e professionale. Vi è poi la possibilità di approfondire relazioni umane e personali, che non passano mai in secondo piano.

 

    "Quali invece le nuove sfide per te a livello personale e professionale?"

     

Le mie sfide personali sono molteplici e non facili, sicuramente cercherò di fare il possibile per portare avanti insieme ai miei fratelli e cugine, una tradizione centenaria famigliare, votata alla qualità e all’operosità, sentimenti genuini che la gente di montagna (come diciamo noi), conosce bene. Credo che nel futuro immediato cercherò di imparare sempre di più e di avere l’umiltà di saper ascoltare e cogliere messaggi importanti, solo così, credo, si possa parlare di crescita personale e professionale; il tutto sotto lo sguardo attento di mia zia Nicoletta, attuale amministratore delegato. Ad aggravare le mie responsabilità c’è il fatto che porto il nome del fondatore dell’azienda e dio mio nonno Millo che è mancato prematuramente, prima che nascessi.