Conosciamo... Daniele Grigi - Giovani Imprenditori Federalimentare
 

 

 

 
 

DANIELE GRIGI

 

Daniele Grigi, 33 anni, imprenditore del Gruppo Grigi, azienda di Bastia Umbra (PG).

 

Daniele ha sempre lavorato nell’azienda di famiglia in tutte le fasi produttive. Oggi il Gruppo Grigi si estende in una filiera agroalimentare che rappresenta appieno il suo slogan “dalla terra alla tavola”, con 11 sedi operative divise tra Umbria e Lazio. Daniele è responsabile marketing del Gruppo Grigi e AD della divisione alimentare che spazia dal FOOD (salumi, pasta, farine, uova, latte) al BEVERAGE (vino, olio, birra).     

 

"Quali sono secondo te le sfide che l’alimentare made in Italy dovrà affrontare nei prossimi anni?"

 

Il made in Italy si troverà di fronte un mercato sempre più globalizzato e competitivo ove i fattori qualità e prezzo non saranno più gli unici indicatori di vendita o raffronto, ma si dovrà immaginare un consumatore finale attento alla biodiversità e all’aspetto etico delle aziende. Il made in Italy non sarà mai un marchio da “primo prezzo”, ma dobbiamo immaginarlo come un pacchetto di emozioni, collegato al BELLO della nostra terra e ai suoi frutti e a come i nostri “artigiani del gusto” (mi piace definire così gli industriali) riescono a trasformare questi prodotti.

 

"Di che cosa ti occupi in particolare all’interno di Federalimentare come giovane imprenditore?"

 

Principalmente di comunicazione, ma vista l’esperienza maturata lungo tutta la filiera, cercherò di essere da supporto anche agli altri settori per intercettare al massimo le esigenze dell’industria italiana.

 

    "Quali sono secondo te i vantaggi di una partecipazione attiva a Federalimentare?"

     

Beh semplici dati come 130 mld€ di fatturato, 380.000 addetti e 6800 imprese iscritte, sono la dimostrazione di quanto vale il FOOD italiano nel mondo rappresentato dalla Federazione. Essere un membro attivo di un’associazione che rappresenta il tuo settore vuol dire credere in quello che fai e soprattutto credere nel comparto. Creare sinergie, conoscere altre associazioni, partecipare ad eventi e fiere nel segno dell’agroalimentare è un vantaggio che un imprenditore non può perdere. Per troppo tempo l’imprenditore è rimasto dentro la proprie mura ad aspettare il cliente mentre oggi bisogna aprirsi alla cultura del mondo globale.

 

    "Quali invece le nuove sfide per te a livello personale e professionale?"

     

Sposato e con 2 splendidi bambini a livello personale ho solo il desiderio di lasciare qualcosa di diverso a loro. Mi piacerebbe tramandare il concetto di “lavoro” come dote, il lavoro manuale, il saper fare per passione. Dovremmo tornare a privilegiare le relazioni umane e poi trasmettere questi valori alle persone che ci circondano. Non puoi raccontare il tuo prodotto se non lo hai mai fatto e se non hai mai visto come si coltiva la materia prima di cui è fatto. I libri raccontano ma l’imprenditore è cultura del fare…ritorniamo a fare quello per cui siamo nati, “DARE VITA”. A livello professionale punto ad un’azienda equilibrata, non legata al bisogno costante del fatturato ma al saper offrire un prodotto e un servizio “innovativo” nel mercato.