Primi esiti missione di sistema in Cina (1°-5 giugno 2010) e
scouting mission
di settore in Australia  (6-8 giugno 2010)

Federalimentare ha preso parte all missione imprenditoriale organizzata da Confindustria in Cina (Chongqing, Shanghai, Pechino) dal 1° al 5 giugno 2010 e sulla successiva scouting mission di settore in Australia, organizzata da Federalimentare in collaborazione con l’Ufficio ICE di Shanghai, svoltasi a Sydney dal 6 all’8 giugno 2010.

Alla Missione in Cina, organizzata da Confindustria, ICE ed ABI sotto l’egida dei Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri, hanno partecipato, fra le 300 presenze imprenditoriali, circa quaranta aziende del settore alimentare, guidate da Federalimentare (S. Ferrari, P. Zanetti e D. Rossi), nell’ottica del rafforzamento dei rapporti commerciali con uno dei mercati più promettenti per l’export agroalimentare.

La Missione è stata ritenuta di grande interesse per l’Industria alimentare ed ha costituito l’occasione per approfondire, con le Autorità cinesi competenti (non solo delle regioni visitate ma anche di quelle a produzione industriale) le opportunità di collaborazione commerciale e di investimento offerte alle nostre imprese, e di visitare, a Shanghai, lo splendido Padiglione italiano voluto per l’Expo.

Ricordiamo che la Cina è un mercato molto significativo per il Food and Drink italiano che nel 2009 ha esportato un valore di 111,1 milioni di euro, con un aumento del +32,6% sull’anno precedente, dovuto in particolar modo ai settori: “dolciario” (31,9 milioni di euro di euro, +49,8%); “vini, mosti e aceto” (20,2 milioni  di euro,+30,2%) e “oli e grassi” (14,3 milioni di euro, +17,0%).

Per contro, le importazioni alimentari 2009 hanno raggiunto la quota di 185,0 milioni di euro, con un aumento del +2,7% sul 2008, dovuta principalmente ai settori: “trasformazione degli ortaggi” (116,6 milioni, +3,4%) e “prodotti ittici” (32,8 milioni, +32,5%).

Nel 2009, il saldo commerciale Italia-Cina  dell’alimentare trasformato ha raggiunto così un passivo di 74,0 milioni, con un calo del -23,2% sul passivo 2008.

Nonostante il dato export sia molto incoraggiante, si è ancora lontani dal saturare le potenzialità di questo enorme mercato, a causa di alcuni fattori che rallentano l’affermazione del made in Italy alimentare:

  • l'importante tradizione gastronomica della Cina, che lascia escludere l'ipotesi di un'affermazione della cucina italiana quale 'modello' alimentare di massa;
  • il quadro amministrativo locale, le eccessive barriere tariffarie e non tariffarie, le restrizioni sanitarie, e in generale, tutte le procedure troppo spesso onerose, frammentarie, stratificate e discrezionali;
  • l’esiguità delle importazioni dall'Italia che non ha consentito ancora la creazione di una categoria professionale e qualificata di importatori-distributori.

 

Per tutte queste ragioni, insistere sulla crescita della ristorazione locale come volàno dei consumi alimentari deve diventare sicuramente una delle priorità del food and drink italiano in Cina.

Anche la scouting mission in Australia, guidata dal Consigliere Incaricato Annibale Pancrazio, ha dato ottimi riscontri, evidenziando le grandissime potenzialità del mercato australiano: un mercato di prodotti italiani di quasi 300 milioni di euro - oltre 2,5 volte quello cinese di oggi - che registra 1.5 miliardi di euro di italian sounding,  ben 5 volte il nostro export alimentare.

Nel 2009, l’Industria alimentare italiana ha esportato direttamente in Australia un valore di 255,1 milioni di euro, con un calo del -3,9% sull’anno precedente, con la prevalenza dei settori: “trasformazione degli ortaggi” (52,6 milioni di euro, -1,7%); “dolciario”(34,6 milioni di euro di euro, +13,6%); “caffè” (24,5 milioni di euro, +9,6%); “vini, mosti e aceto” (23,2 milioni  di euro, +9,1%); “oli e grassi” (21,6 milioni di euro, +8,5%); “pasta” (con 21,3 milioni di euro,+8,3%); “formaggi” (20,2 milioni di euro, -4,8%); “acque minerali e gassose”(13,6 milioni di euro, +7,8%)

Le importazioni industriali alimentari 2009 sono state nettamente inferiori,  raggiungendo la quota di 22,6 milioni di euro, con un calo del –7,3% sul 2008, con larga prevalenza di prodotti della pesca e trasformazione di cereali.

Il saldo commerciale Italia-Australia 2009 dell’alimentare trasformato ha raggiunto così un attivo di 232,4 milioni, con un calo del -3,6% sull’attivo 2008.

La delegazione di Federalimentare, assistita dal Direttore dell’ICE di Sydney Claudio Pasqualucci, ha incontrato alcune aziende top del Made in Italy alimentare in Australia, quali Ferrero, Lavazza, Segafredo, Barilla, Campari, Parmalat, Ferrarelle, Peroni e  San Pellegrino e ha incontrato i maggiori rappresentanti della GDO australiana e degli importatori per verificare le potenzialità di crescita del mercato e la possibilità di avviare una edizione di Cibus Australia nel 2011, cercando di conquistare non solo la grande comunità italiana (1,2 milioni di persone su 22 milioni), ma anche la popolazione australiana già molto sensibile al Made in Italy e al nostro stile di vita.

 

DOCUMENTAZIONE

Dossier Cina - L’impresa verso i mercati internazionali (Ministero dello Sviluppo Economico)

Fare affari in Cina - Guida alle normative cinesi sugli affari (ICE)

Profilo Economico della Cina (ICE Shanghai)